NurSind Sindacato delle Professioni Infermieristiche chiede a Regione Lombardia maggiore trasparenza su risorse e dotazioni impiegate nelle strutture sanitarie
Milano, 29 novembre 2016 – Il numero di infermieri in forza negli ospedali del territorio milanese è sufficiente a coprire il reale bisogno? E soprattutto, quanti sono gli addetti effettivamente inseriti nell’organigramma di ogni singola struttura? Ecco, in estrema sintesi, le domande che NurSind Segreteria Territoriale di Milano rivolge al Direttore Generale Welfare e all’Assessore al Welfare della Lombardia attraverso una lettera inviata lo scorso 19 novembre.
La Regione Lombardia, infatti, lo scorso agosto ha emanato le linee guide relative ai POAS (Piani di Organizzazione Aziendali Strategici) a cui le strutture sanitarie devono attenersi. In queste linee guida è anche richiesto di indicare numero e ruolo delle risorse, umane e strumentali.
“La nostra iniziativa è mirata esclusivamente a fare chiarezza su un argomento così delicato come la sanità, a tutto vantaggio dei cittadini e a tutela della nostra professionalità – precisa Rosario Pagana, segretario territoriale NurSind Milano, sindacato delle professioni infermieristiche – A oggi, infatti, sappiamo che le linee guida sono state recepite dai poli ospedalieri del milanese senza tener conto di contenuti come le risorse umane e strumentali”.
Prosegue Pagana: “Nella lettera inviata in Regione, NurSind sottolinea che si è ancora all’oscuro di quanto è stato trasmesso da ogni Azienda alla DG Welfare Regione Lombardia riguardo il numero di unità ritenute necessarie e riferite esclusivamente al personale del ruolo sanitario, agli operatori socio sanitari ed agli autisti di ambulanze. In particolare, occorrono indicazioni chiare sulle Unità Operative e sui profili professionali, in primis infermieri e ostetriche, che presentano una reale necessità – a seguito delle azioni riorganizzative aziendali in attuazione della L.R. n. 23/2015 (la riforma del Servizio socio-sanitario) e ai fini del rispetto delle disposizioni in materia di articolazione dell’orario di lavoro dell’Unione europea ed a quelle contenute nel D.Lgs n. 66/2003, in coerenza al disposto dell’articolo 14, comma 1, della L. 161/2014. Si tratta di disposizioni in merito al numero di unità di personale necessarie per consentire il rispetto delle 11 ore di riposo al giorno e il riposo settimanale, e per rispettare il limite delle 48 ore settimanali dopo le azioni riorganizzative aziendali”.
“Chiediamo perciò che ogni ASST (Aziende Socio Sanitarie Territoriali) e a IRCCS (Istituti di Ricovero e di Cura a Carattere Scientifico) fornisca almeno le indicazioni riguardanti i Piani di Gestione delle Risorse Umane (PGRU) 2016. Queste informazioni ci permetterebbero di valutare le diverse situazioni, in attesa che vengano resi noti i piani di assunzione” precisa Pagana.
fonte: ufficio stampa