Midollo osseo, uno su 100mila è il “tipo giusto”. Servono donatori

Bologna, 12 ottobre 2022 – Infermieri, medici, specializzandi, studenti di medicina (Gruppo Prometeo) e in infermieristica del Policlinico di Sant’Orsola in fila davanti al camper ADMO per iscriversi al registro dei donatori di midollo osseo. Tanti camici bianchi si sono riuniti sotto il voltone dell’IRCCS questa mattina per dare un segnale netto, perché c’è bisogno di giovani donatori di midollo. Con la pandemia sono crollate del 60% le iscrizioni al registro (2020/21). Oggi si assiste ad una ripresa con 3625 nuovi iscritti nel 2022 già superiori ai 2859 di quelli di tutto il 2021 ma ancora molto, troppo lontani dagli 8090 del 2019.

Per aumentare ulteriormente le iscrizioni ADMO Emilia Romagna che rimane comunque il registro con il più alto numero di iscrizioni del Paese, in collaborazione con il Centro Regionale Sangue ed il Centro Riferimento Trapianti Emilia Romagna, sta girando tutte le città della Regione con una stazione mobile per raccogliere adesioni attraverso il prelievo salivare nelle scuole, università, centri sportivi e in tutti i luoghi di aggregazione giovanile.

Il profilo di un donatore idoneo comprende, potenzialmente, moltissime persone: sono giovani tra i 18 e i 35 anni di età, del peso di almeno 50kg e in buone condizioni di salute e per iscriversi basta un semplice prelievo salivare. La campagna è finanziata anche dalla Regione Emilia-Romagna.

Ogni anno in Italia circa 2.000 persone vengono colpite da una malattia oncoematologica e inizia la loro lunga battaglia per sconfiggerla. Il trapianto di midollo osseo offre una concreta possibilità di guarigione e, per alcune patologie, risulta essere l’unica cura possibile. Tale trapianto può essere effettuato solo se si trova una persona compatibile con il paziente e disponibile alla donazione di cellule staminali emopoietiche. Il donatore può essere reperito in famiglia (55% dei casi) o presso il registro Internazionale dei donatori. Solo uno su centomila però è il “tipo giusto” di midollo osseo per un paziente con una patologia del sangue.

All’appuntamento di questa mattina erano presenti: Francesca Bonifazi, Direttore del programma Terapie Cellulari Avanzate dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola, Raffaele Donini, Assessore alle Politiche per la Salute della Regione Emilia Romagna, Chiara Gibertoni, direttore generale dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola e Rita Malavolta, Presidente ADMO Emilia Romagna.

L’impegno del Policlinico di S’Orsola

Oltre ad essere la sede del Registro Regionale di donatori di midollo, la partecipazione dell’IRCCS alla campagna ADMO è da considerarsi in un più ampio impegno che vede il Polo Ematologico Seràgnoli del Policlinico attivo sia sui trapianti tradizionali che sulla ricerca e lo sviluppo di terapie cellulari moderne con CAR-T.

Nel 2021 presso il Polo ematologico dell’IRCCS sono stati effettuati 105 trapianti autologhi (ovvero utilizzando cellule dello stesso paziente), 50 trapianti allogenici (ovvero utilizzando cellule di donatori sani), e 41 infusioni di cellule CAR-T, protagoniste dei nuovi metodi di cura basati sull’utilizzo dei linfociti T che vedono il Sant’Orsola uno dei protagonisti a livello nazionale nell’utilizzo e lo studio di questa tecnica che ha visto un incremento importante (2 pazienti nel 2018, 5 nel 2019, 21 nel 2020 e 41 nel 2021) .

Per quanto riguarda i trapianti allogenici, inoltre, il Policlinico rappresenta l’hub della rete regionale, con il 40% dei trapianti eseguiti in regione e nel 2021 è stato il primo in Italia per trapianti da donatori provenienti da registro. Un ruolo decisivo considerando che il trapianto allogenico è ancora l’unica terapia in grado di guarire molte patologie neoplastiche del midollo osseo e altre patologie rare non neoplastiche, come immunodeficienze e malattie genetiche rare. Parliamo quindi della tipologia di trapianto più diffusa e ancora indispensabile, nonostante le continue ricerche su nuove terapie come l’uso di CAR-T.

Le terapie cellulari con utilizzo di CAR-T

Le CAR-T sono cellule prelevate dal paziente e geneticamente riprogrammate. Dopo essere state espanse in laboratorio e reinfuse nel paziente, le cellule CAR-T proliferano e uccidono le cellule del tumore contro il cui antigene sono state ingegnerizzate. L’IRCCS, in qualità di hub regionale, sostiene lo sviluppo a 360° di questa terapia tramite l’istituzione del programma dipartimentale di terapie cellulari avanzate diretto da Francesca Bonifazi: ad oggi sono 92 i pazienti trattati affetti da linfoma o mieloma e 11 i posti letto dedicati al trapianto allogenico e alle terapie cellulari.

Oltre alla parte clinica, il Policlinico prevede anche una piattaforma di ricerca preclinica e traslazionale chiamata Laboratorio di ricerca sul trapianto e terapie cellulari avanzate (IBT) in stretta collaborazione con dipartimenti preclinici dell’Università di Bologna.

L’IRCCS è inoltre candidato per la regione Emilia-Romagna alla costruzione di una Cell Factory per la realizzazione di prodotti di terapia cellulare avanzata che sorgerà presso il polo ematologico diventando quindi un punto di riferimento anche per la produzione di cellule “CAR-T” in loco, in regime pubblico, no profit. Questi ambiti di investimento dell’IRCCS sono non solo ambiti organizzativi, assistenziali e di ricerca ma anche di creazione di know how specifico atto a formare una nuova generazione di specialisti in una disciplina innovativa.

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