Microbi e biotecnologie: come i batteri positivi possono salvare l’ambiente e proteggere la salute

Negli ultimi 25 anni lo sviluppo di malattie legate all’ambiente, all’agricoltura e smog è aumentato notevolmente. Nella rizosfera – l’area di collegamento tra il suolo e i corpi estranei – sono presenti numerosi batteri e funghi che possono raggiungere concentrazioni microbiche superiori a 10E8/mg (100.000.000 di cellule vitali e/o spore batteriche per ogni microgrammo) considerando che in un organismo umano vi è presente una UFC di 10E14.

Il dott. Mirko Fanelli, ricercatore nel campo della genetica molecolare e delle biotecnologie ambientali, riferisce che gli effetti dei batteri negativi possono essere contrastati da batteri positivi, già presenti in natura microbica, come antibiotici naturali. Tra i più comuni ricordiamo Bacillus Siamensis, B. aryabhattai, per quanto riguarda il genere sporigeno, della categoria funghi riconosciamo il Trichoderma e il Metarhizium mentre tra quelli della categoria non sporigeni citiamo gli Pseudomonas e l’Azotobacter.

Dott. Mirko Fanelli

Continuare a perseverare con l’utilizzo di prodotti chimici può causare un abbassamento delle difese naturali esattamente come accade all’uomo quando abusa di antibiotici anche quando non è necessario. Proprio per questo motivo i medici consigliano di assumere fermenti lattici per contrastare alcuni degli effetti collaterali più comuni degli antibiotici. Assumerli quando non è necessario significa danneggiare il nostro organismo e abbassare le difese immunitarie.

La soluzione in campo ambientale è possibile grazie a processi tecnologici attraverso sequenziamenti e test di compatibilità sfruttando i batteri presenti nell’ambiente e aumentandone le u.f.c. (unione formato colonie batteriche che quantificano batteri e funghi in una determinata area) al fine di rafforzare le difese e combattere in modo naturale le malattie ambientali che causano danni al territorio con conseguenze ovviamente inevitabili per l’uomo.

Il dott. Fanelli presta anche servizio di volontariato per enti e associazioni regionali nelle sezioni di polizia ambientale/scientifica. Nel 2023 alcuni suoi test hanno dimostrato una reazione positiva sulla variazione della pericolosità degli scarti dei rifiuti secondo i codici CER che stabilizzano l’organico considerato pericoloso, non pericoloso o “spettro” (non pericoloso ma con rischio di mutazione genetica e trasformazione in status pericoloso).

Per questo siamo sempre invitati a tutelare il nostro territorio e l’ambiente utilizzando prodotti microbici e biologici, anche per il trattamento delle aree ecologiche e ambientali, per poter intervenire in modo naturale sfruttando le risorse che abbiamo a disposizione senza rischiare che batteri patogeni mutati e rafforzati possano peggiorare la situazione con il rischio di trovarci in maggiori difficoltà nel contrastare le malattie da essi provocate e farci scoprire impreparati su come intervenire; esattamente come accaduto inizialmente durante la pandemia Covid.

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