Melanoma, nel Sud Italia -50% di casi rispetto al Nord. Pomodori e carote per prevenire il tumore

Il prof. Paolo Marchetti, Direttore Oncologia Medica B Policlinico Umberto I di Roma: “Molte verdure rosse e gialle contengono antiossidanti che proteggono le cellule dai radicali liberi”. La prof.ssa Paola Queirolo, responsabile scientifico del progetto: “Ripetuti eccessi di esposizione al sole da giovani triplicano il rischio di sviluppare la malattia da adulti”. “Mela Talk” è il primo tour di incontri dei pazienti, con focus che vanno dalla dieta ai diritti sociali

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Roma, 10 luglio 2018 – Il melanoma colpisce di meno nel Sud Italia. Sono nette le differenze territoriali nei tassi di incidenza di questo tumore della pelle, inferiori del 48% fra gli uomini e del 45% fra le donne nel Meridione rispetto alle Regioni del Nord. Oltre al diverso fototipo, riveste un ruolo importante anche la dieta, più ricca di frutta e verdura al Sud.

Molti agenti antiossidanti in fase di sperimentazione per la prevenzione di questa neoplasia sono derivati alimentari: i licopeni, composto che si trova principalmente nei pomodori, e i sulforafani, una piccola molecola isolata dai fiori di broccoli.

Il ruolo della dieta nella prevenzione sia del tumore che delle metastasi nei pazienti già colpiti dalla malattia è emerso durante la tappa di “Mela Talk” che si è svolta recentemente a Roma, un progetto che prevede un ciclo di incontri sul territorio.

“Pomodori, carote, barbabietole, albicocche e arance rosse contengono carotenoidi come beta-carotene e licopene, che si trovano in generale in frutta e verdura di colore rosso e giallo – spiega il prof. Paolo Marchetti, Direttore Oncologia Medica B del Policlinico Umberto I di Roma – Beta-carotene e licopene sono potenti antiossidanti ed esercitano una funziona ‘fotoprotettiva’, proteggono infatti le cellule dai radicali liberi che possono danneggiare il DNA e favorire lo sviluppo del melanoma. Gli effetti benefici dei beta-caroteni per la pelle sono indicati da studi che ne hanno collegato il consumo alle reazioni a scottature. Inoltre una dieta integrata con questi alimenti può ostacolare lo sviluppo di metastasi nelle persone che hanno già ricevuto la diagnosi”.

La tappa di Roma si è svolta all’IDI (Istituto Dermopatico dell’Immacolata), uno dei centri italiani dove viene seguito un elevato numero di pazienti e dove sono disponibili non solo terapie innovative, ma è anche molto alta l’attenzione per i problemi di prevenzione del melanoma e per il recupero funzionale dei pazienti dopo la diagnosi e i trattamenti.

Grazie al progetto “Mela Talk”, per la prima volta viene realizzato un tour di incontri dei pazienti colpiti da questa neoplasia. L’obiettivo è approfondire, attraverso la discussione fra clinici e pazienti, le esigenze di queste persone che spaziano dalla conoscenza della malattia, ai consigli sulla dieta da seguire fino al supporto psicologico e ai diritti sociali.

Nel 2017 in Italia sono stati stimati circa 14mila nuovi casi di melanoma, in costante crescita. Il cambiamento nella forma, dimensione o colore di un neo rappresenta un segnale d’allarme da non sottovalutare. In passato vi era scarsa consapevolezza tra i cittadini sui rischi legati all’esposizione indiscriminata al sole. Oggi, grazie anche alle campagne di sensibilizzazione, non è più così.

“La prevenzione è la prima arma per sconfiggere il melanoma – sottolinea la prof.ssa Paola Queirolo, responsabile scientifico di ‘Mela Talk’ e responsabile del DMT (Disease Management Team) Melanoma e Tumori cutanei dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova – È dimostrato che ripetuti eccessi di esposizione da giovani triplicano il rischio di sviluppare il melanoma da adulti. I bambini rappresentano l’anello debole della catena e nei loro confronti va riservata particolare attenzione. Il sole è un grande amico, ma possiede anche un lato ‘oscuro’, in grado di provocare danni molto gravi. Le creme non possono fare miracoli e devono essere scelte in base al proprio fototipo. Non esistono solari in grado di garantire una protezione totale, inoltre va considerato che esiste un tempo di esposizione massimo oltre il quale bisogna stare all’ombra. E il sole va sempre evitato nelle ore centrali della giornata, fra le 12.00 e le 16.00”.

“I cosiddetti ‘colletti bianchi’ – afferma il prof. Marchetti – sono la categoria professionale che negli ultimi anni ha fatto registrare il maggior numero di casi di melanoma, perché si espongono al sole solo quando vanno in vacanza e per troppe ore consecutive, scottandosi e accumulando nel corso degli anni pericolose lesioni sulla pelle. Esistono diverse strategie per condurre la lotta a questo tipo di cancro che spaziano dal miglioramento delle tecnologie per la diagnosi, al perfezionamento delle tecniche chirurgiche fino allo sviluppo della ricerca farmacologica. Le prospettive sono molto promettenti perché stanno emergendo nuovi concetti che riformulano in maniera chiara l’inquadramento della neoplasia e suggeriscono innovative strategie terapeutiche. In particolare, si afferma con forza l’idea che il trattamento del melanoma richiederà la combinazione di molecole immunoterapiche che possano attaccare la malattia da diversi fronti. Ma l’arma per una sicura vittoria risiede nella corretta informazione”.

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