Manipolazioni vertebrali, i fisioterapisti: “Affidarsi solo a professionisti specialisti”

Roma, 27 gennaio 2020 – “La manipolazione vertebrale è una tecnica sicura quando eseguita da un medico o da un professionista sanitario qual è il fisioterapista con formazione specifica in terapia manuale. E gli eventuali rischi sono quelli legati a qualsiasi atto sanitario. Il rischio di eventi avversi non è legato necessariamente ad una correlazione causa-effetto, ma spesso di casualità. Mi spiego: il rischio reale di una manipolazione non sta nella tecnica, quando svolta da fisioterapista o medico specialista, ma bisogna escludere quei pazienti che in quel momento hanno segni e sintomi di una patologia grave sistemica, traumatica o vascolare”.

È quanto tiene a precisare il presidente del Gtm (Gruppo terapia manuale) dell’Associazione italiana Fisioterapisti, il dottor Filippo Maselli, sugli eventuali rischi che corre chi si sottopone a manipolazioni al collo non effettuate da professionisti sanitari con specifica formazione specialistica.

L’intervento di AIFI arriva in seguito al caso raccontato dal giornalista Andrea Vianello, colpito circa un anno fa da un grave ictus.

“Tutto il direttivo AIFI e del GTM è vicino al dottor Vianello, che ha avuto questo grave problema di salute – ha proseguito il dottor Maselli – ma è giusto dare corrette informazioni al pubblico, perché allarmare la popolazione con “fate attenzione agli scrocchiamenti, perché sono rischiosi” è paragonabile a chiedere a chi produce coltelli di non produrne più, in quanto pericolosi. Mi sembra una dichiarazione allarmistica e, ovviamente, non fondata sulla conoscenza delle evidenze scientifiche. Non è quindi la tecnica ad essere pericolosa, ma il momento in cui si applica”.

Il fisioterapista esperto in terapia manuale e fisioterapia muscoloscheletrica, specializzazione a carattere internazionale (definita OMPT: Orthopaedic Manipulative Physical Therapy), tiene però a precisare ancora il dottor Maselli, “possiede gli strumenti per riconoscere i sintomi e i segni di patologie potenzialmente gravi già in atto nel paziente e per i quali non dovrebbe essere sottoposto a manipolazione. Non perché la tecnica faccia male, ma perché non va fatta su quel paziente”.

“La manipolazione al collo è una tecnica che deve essere svolta esclusivamente da professionisti sanitari. E a oggi gli unici che hanno le competenze teoriche e tecniche per poterla fare sono i fisioterapisti e i medici con specifica formazione specialistica”.

Ma come il fisioterapista durante una manipolazione può riconoscere i sintomi o segni di patologie più gravi? “Ovviamente la situazione è complessa e richiede grandissime conoscenze teoriche e manuali. Si noti, ad esempio come i fattori di rischio di patologia cardio-vascolare, come l’ipertensione, spesso non sono sintomatici –  spiega il dottor Maselli – ma l’importante è eseguire un’attenta anamnesi e una scrupolosa valutazione per escludere appunto situazioni che richiedono il riferimento al medico. Informarsi se, per esempio, i sintomi che sente al collo sono noti o meno, se li ha già avvertiti altre volte, se è la prima volta che ha quel “fortissimo mal di testa o collo”, oppure se ha altra sintomatologia collegata, come difficolta’ a parlare, deglutire, vedere normalmente, ecc. Tutti sintomi, questi, da valutare attentamente e che possono indicare di riferire il paziente ad un medico o al pronto soccorso, perché in quel momento non deve essere sottoposto non solo a manipolazione spinale, ma a qualsiasi altra manovra fisioterapica”.

Sugli eventi avversi, infine, la letteratura scientifica parla chiaro: “Avviene un evento avverso 1 su un milione di pazienti trattati con manipolazione spinale – fa sapere – per altro stesso rischio di qualsiasi altra tecnica manuale come massaggi e mobilizzazioni applicata al paziente ‘sbagliato’. A differenza invece per esempio dell’uso eccessivo e indiscriminato che si fa di alcuni farmaci, per esempio i Fans (antinfiammatori non steroidei), che nel mondo possono produrre fino a 4 eventi avversi (come la morte) su 10mila pazienti trattati”.

A tal proposito il dottor Maselli comunica infine che insieme al vicepresidente del GTM, il dottor Firas Mourad, ricercatore in questo ambito, e altri colleghi italiani e internazionali, hanno prodotto un Positional Statememt sull’argomento che verrà pubblicato a breve.

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