Malattia renale diabetica, nuove efficaci armi terapeutiche per una migliore gestione della patologia

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Rimini, 4 ottobre 2019 – In occasione del primo convegno nazionale della Società Italiana di Nefrologia (SIN) e Società Italiana di Diabetologia (SID), “Presente e Futuro dell’Approccio Integrato Nefro-Diabetologico alla Malattia Renale Diabetica (MRD)”, realizzato nell’ambito del 60° Congresso Nazionale della Società Italiana di Nefrologia (SIN), in corso in questi giorni a Rimini, è stato presentato il paper “Storia naturale della malattia renale nei soggetti con diabete e sul trattamento dell’iperglicemia nei soggetti con diabete di tipo 2 e insufficienza”.

Il documento messo a punto dal gruppo di lavoro intrasocietario SIN/SID è stato pubblicato in parallelo in lingua inglese sulle due riviste scientifiche internazionali [1]Journal of Nephrology (IF 3.698) e [2]Nutrition Metabolism & Cardiovascular Disease (IF 3.340).

“Il documento appena pubblicato sulle riviste delle due Società Scientifiche – dichiara Giuliano Brunori, Presidente della Società Italiana di Nefrologia – è un segno concreto dell’alleanza tra nefrologi e diabetologi, che, come richiesto dal decreto Gelli, si sono poste come traguardo quello di arrivare entro il 2020 alla definizione di linee guida scientifiche condivise. Il documento presentato in questi giorni ha il merito di focalizzare l’attenzione sulla Malattia Renale Diabetica, una patologia, che rappresenta a tutti gli effetti la principale comorbidità del diabete, e che incide in modo importante sul numero di totale di persone in dialisi in Italia”.

I numeri del problema MRD. Circa il 40% dei pazienti con diabete sviluppa malattia renale diabetica (cioè un danno renale di varia entità). Considerando dunque che la prevalenza del diabete in Italia, nella popolazione generale è del 6,2%, la malattia renale diabetica è una condizione che interessa circa 1 milione e mezzo di italiani. Il diabete rappresenta la prima causa di insufficienza renale nel mondo ed è responsabile del 25-40% dei casi di dialisi. La nefropatia diabetica conferisce inoltre un rischio cardiovascolare elevatissimo.

“La Malattia Renale Diabetica è un tema di grande attualità sia per il suo impatto sociale, sia per il peso economico che rappresenta per il Servizio Sanitario Nazionale – spiega il prof. Luca De Nicola, Presidente scientifico del Congresso SIN 2019 – Se infatti nelle ultime due decadi, le complicanze del diabete come l’infarto o ictus hanno registrato un decremento, l’insufficienza renale dialitica non è affatto diminuita. In questo scenario impattante però la disponibilità di nuove efficaci armi terapeutiche, costituite dai farmaci inibitori SGLT-2 che, oltre ad abbassare la glicemia, possono arrivare a ridurre del 30 per cento la progressione verso la dialisi e diminuire il rischio cardiovascolare in pazienti che hanno già un’insufficienza renale, ha posto le premesse per uno sforzo congiunto di nefrologi e diabetologi, con l’obiettivo finale di arrivare insieme ad una migliore gestione della malattia renale diabetica”.

“Il trattamento del paziente diabetico nefropatico rappresenta una sfida impegnativa per il diabetologo e il nefrologo – spiega il prof. Giuseppe Pugliese, Coordinatore SID del Gruppo di lavoro che ha messo a punto il documento per conto delle due società – Da un lato, è necessario evitare o aggiustare la dose di alcuni farmaci anti-iperglicemici, ma anche di altri farmaci, per una serie di ragioni che dipendono dal ruolo centrale del rene nel metabolismo ed escrezione dei farmaci stessi e anche nell’omeostasi glucidica. Dall’altro lato, è importante adottare tutte le misure atte a proteggere il rene al fine di rallentarne il declino funzionale. Sono questi i motivi che ci hanno portato a sviluppare un documento su quegli aspetti della malattia renale nel diabete che, negli ultimi anni, hanno visto le maggiori novità”.

“Quest’iniziativa congiunta delle due società vuole mettere a fuoco le principali questioni aperte relative alla malattia renale nel diabete, che rappresenta una delle più temibili complicanze di questa patologia – afferma il prof. Francesco Purrello, Presidente SID, che prosegue – In particolare, si vuole fornire ai diabetologi e ai nefrologi una visione aggiornata di tutti gli aspetti di una complicanza che è in continuo mutamento e che a tutt’oggi non siamo ancora in grado di controllare in maniera efficace. Per questo è necessario richiamare gli specialisti coinvolti ad uno sforzo unitario e coerente e fornire loro gli strumenti adeguati affinché ciò si traduca in una migliore gestione della malattia renale nel diabete, nelle sue varie fasi, da quelle iniziali, che sono di competenza prevalente del diabetologo, a quelle più avanzate, che sono di competenza prevalente del nefrologo”.

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