Lo stress psicofisico nei bambini in primavera

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Aumentano le ore di luce, le temperature cominciano ad alzarsi, crescono le possibilità di stare all’aria aperta. Ma i bambini potrebbero non rispondere con vitalità e dinamismo. Ecco le indicazioni degli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù per aiutarli ad affrontare lo stress legato al cambio di stagione

bambina-ambienteRoma, 22 marzo 2016 – Quando le giornate si allungano, ci sono più ore di luce ed è più piacevole stare all’aria aperta, ci si aspetterebbe dai bambini più dinamismo e maggiore voglia di correre e di giocare. Ma le nostre aspettative potrebbero venir deluse.

Questo perché proprio quando ci si aspetta che i piccoli escano dal loro letargo invernale, possono subentrare in loro ansia, irritabilità, stanchezza, difficoltà di concentrazione. Questo stato a volte altera la routine del sonno con nervosismo e difficoltà di addormentamento serale che alterano i ritmi sonno-veglia del bambino. Le conseguenze sono senso di affaticamento, difficoltà ad alzarsi al mattino, stanchezza e apatia nelle ore diurne.

Alcuni studi recenti focalizzano l’attenzione sugli effetti che variazioni di temperatura, umidità e ore di luce hanno sull’organismo, e di conseguenza sul benessere psico-fisico, di adulti e bambini. In questi ultimi esiste una relazione diretta fra corpo e mente e queste due istanze si influenzano reciprocamente, più di quanto non avvenga nell’adulto, nel quale i processi di razionalizzazione e autocontrollo intervengono – più o meno efficacemente – a mitigare questa relazione.

Quando intervengono fenomeni legati alle allergie stagionali o alla cefalea, c’è la tendenza ad attribuire significati emotivi al proprio malessere e a stati e sensazioni provenienti dal corpo. Spesso chi ne soffre può sentirsi triste, apatico. Talvolta ansioso e inquieto. I bambini non fanno eccezione e non sono esenti da stati d’animo di questo tipo.

C’è anche da considerare che esiste una diversa sensibilità e una differente reattività alle variazioni stagionali, che rientra in una più ampia capacità di adattamento ai cambiamenti in genere. Alcuni bambini soffrono più di altri gli sbalzi di temperatura o il disagio che possono provare se ancora vestiti con abiti troppo pesanti o se costretti a soggiornare in ambienti troppo riscaldati rispetto all’aumento della temperatura esterna. Situazioni, queste, che è più facile che accadano durante le stagioni di passaggio.

Occorre riuscire a dare al corpo e alla mente dei piccoli il tempo di riadattarsi ai nuovi ritmi e alle nuove sensazioni dettate dalla stagione. Dovremmo in questa fase dare ai bambini la possibilità di riorganizzare con calma il loro orologio biologico e aiutarli quanto più possiamo in questo seppur minimo passaggio, che altera il loro equilibrio.

Ecco alcuni consigli per rendere meno traumatico questo momento:

  • lasciare loro più spazi dedicati al riposo diurno. Tra un’attività e l’altra, concedere momenti di distensione e di dolce far niente;
  • allentare, ove possibile, gli impegni pomeridiani. Gli impegni scolastici si avviano verso un periodo di intensificazione, dettato dall’approssimarsi della chiusura dell’anno. Non sottovalutare il carico fisico ed emotivo che la fine della scuola comporta;
  • proporre attività rilassanti in alternativa a quelle dinamiche e “adrenaliniche”. Una passeggiata, un gelato, la lettura di un libro o attività di disegno, o qualsiasi altra attività possa indurre una distensione, a seconda dei gusti e delle attitudini del bambino;
  • vigilare affinché dormano bene e a lungo la notte.

fonte: ufficio stampa

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