L’emergenza Covid persiste, le aziende sanitarie si riorganizzano e rafforzano la telemedicina. Instant Report ALTEMS

Il report settimanale dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica, campus di Roma. A oggi sono 201 le iniziative di telemedicina attivate, oltre il 70% per pazienti non-Covid

Roma, 29 gennaio 2021 – Dopo il primo e il secondo periodo di emergenza, è continuata la crescita delle iniziative di telemedicina dedicate all’assistenza dei pazienti non Covid. Sono arrivate a 201 le iniziative di telemedicina attivate dalle aziende sanitarie, delle quali più del 70% sono iniziative dedicate ai pazienti non-Covid.

Tuttavia, la tecnologia da sola non basta e 9 Regioni hanno emanato bandi per l’assunzione di personale medico da dedicare alla campagna vaccinale anti Covid-19: il Lazio è la Regione che ha emanato più bandi, seguita da Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte e dalla Provincia Autonoma di Bolzano.

“L’emergenza che stiamo vivendo – afferma il prof. Americo Cicchetti, direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) dell’Università Cattolica – nonostante la sua drammaticità può essere un motore per il cambiamento, rafforzando l’innovazione tecnologica e sdoganando l’uso di sistemi di telemedicina per l’assistenza e la cura dei pazienti sia Covid che non Covid. È un segnale importante della vitalità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) in tutte le sue componenti: le innovazioni, infatti, sono molto spesso promosse da associazioni di pazienti e cittadini, così come dalle aziende sanitarie ma anche dalle industrie farmaceutiche o di quelle che producono dispositivi. Importante è vedere come le istituzioni nazionali, a partire dal Ministero della Salute, stiano adottando il giusto approccio, di osservazione, regolazione ma anche di promozione di queste iniziative, e non di ostacolo, come spesso è stato nel passato”.

È quanto emerso dalla 34ma puntata dell’Instant Report Covid-19, una iniziativa dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di confronto sistematico dell’andamento della diffusione del SARS-CoV-2 a livello nazionale.

L’analisi riguarda tutte le 21 Regioni e Province Autonome italiane. Il gruppo di lavoro dell’Università Cattolica è coordinato da Americo Cicchetti, Professore Ordinario di Organizzazione Aziendale presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore con l’advisorship scientifica del Professor Gianfranco Damiani e della Dottoressa Maria Lucia Specchia del Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica (Sezione di Igiene).

A partire dal Report #4 la collaborazione si è estesa al Centro di Ricerca e Studi in Management Sanitario dell’Università Cattolica (prof. Eugenio Anessi Pessina) e al Gruppo di Organizzazione dell’Università Magna Græcia di Catanzaro (prof. Rocco Reina). Il team multidisciplinare è composto da economisti ed aziendalisti sanitari, medici di sanità pubblica, ingegneri informatici, psicologi e statistici.

La finalità è comprendere le implicazioni delle diverse strategie adottate dalle Regioni per fronteggiare la diffusione del virus e le conseguenze del Covid-19 in contesti diversi per trarne indicazioni per il futuro prossimo e per acquisire insegnamenti derivanti da questa drammatica esperienza.

Negli ultimi 7 giorni, le regioni che hanno effettuato il maggior numero di inoculazioni per punto di somministrazione sono state il Lazio (2251), l’Emilia-Romagna (1480) e la Lombardia (1499). Al contrario, l’Umbria (133), la Valle D’Aosta (21) e la Sardegna (59) sono le regioni che, per punto di somministrazione, hanno registrano il numero più basso di somministrazioni.

Quadro epidemiologico
In merito agli aspetti epidemiologici si confermano le differenze importanti in termini di incidenza della diffusione del Covid-19 nelle diverse Regioni che proseguono anche nella Fase 2. I dati (al 25 gennaio) mostrano che la percentuale di casi attualmente positivi (n = 491.630) sulla popolazione nazionale è pari a 0,82% (in calo rispetto ai dati del 18/01 in cui si registrava lo 0,92%). La percentuale di casi (n= 2.475.372) sulla popolazione italiana è in sensibile aumento, passando dal 4,01% al 4,15%.

L’incidenza settimanale corrisponde al numero di nuovi casi emersi nell’ambito della popolazione regionale nell’intervallo di tempo considerato. È stata individuata, come riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: nei 7 giorni tra il 9 ed il 15 novembre 2020 i nuovi casi, a livello nazionale, sono stati 366 ogni 100.000 residenti. La settimana appena trascorsa evidenzia un calo dell’incidenza settimanale, registrando un valore nazionale pari a 125 ogni 100.000 residenti.

Il primato per la prevalenza periodale sulla popolazione si registra nella PA Bolzano (6,91%), in Veneto (6,28%) e in Valle d’Aosta (6,19%), ma è in PA Bolzano (2,55%) e Puglia (1,38%) che oggi abbiamo la maggiore prevalenza puntuale di positivi, con valori in leggero aumento nelle altre regioni, e con una media nazionale pari a 0,82% (in calo rispetto ai dati del 25/01).

Dal report #25 è stata analizzata la prevalenza periodale che corrisponde alla proporzione della popolazione regionale che si è trovata ad essere positiva al virus nell’intervallo di tempo considerato (casi già positivi all’inizio del periodo più nuovi casi emersi nel corso del periodo).

È stata individuata, come soglia di riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: la settimana tra il 22 ed il 28 novembre è ad oggi il periodo in cui si è registrata la massima prevalenza periodale in Italia (1.612 casi ogni 100.000 residenti), mentre nell’ultima settimana la prevalenza periodale in Italia è pari a 1.023 casi ogni 100.000 residenti, in calo rispetto alla settimana precedente.

Letalità (rapporto decessi su positivi)
Nell’ultima settimana il dato più elevato si registra nella PA di Trento pari a 17,29 x 1.000 e nella Liguria pari a 14,98 x 1.000, nonostante siano ben lontani dal valore massimo registrato a marzo; la letalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari al 4,46 per 1.000 (in aumento rispetto alla scorsa settimana analizzata 4,16 x 1.000).

Mortalità (rapporto decessi su popolazione)
Nell’ultima settimana, la mortalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari a 4,57% (in calo rispetto alla scorsa settimana analizzata 4,59%). Il Friuli-Venezia Giulia ha superato notevolmente il valore soglia registrando una mortalità grezza pari a 11,19%, a seguire la PA Trento a 9,72% e il Veneto a 8,51%.

Andamento dell’età dei contagi
È stato analizzato l’andamento dell’età dei contagi dal 24 agosto 2020 al 27 dicembre 2020. Si nota che i contagi tra gli over-70 sono passati dall’essere il 7,2% di tutti i nuovi contagi, nel periodo 24 agosto – 6 settembre, all’essere il 18,2%, nel periodo 30 novembre – 13 dicembre (picco massimo), per poi scendere al 16,4% nel periodo 28 dicembre – 10 gennaio e riprendere l’incremento nel periodo 4 gennaio – 17 gennaio al 16,70%.

Nuova pressione per setting assistenziale (Domicilio, terapia medica, terapia intensiva, x 100.000 ab) – 19-25 gennaio 2021
Dal report #29 è stato avviato il monitoraggio della distribuzione per setting della nuova pressione (aggiuntiva o sottrattiva) che il sistema sanitario ha registrato nella settimana appena trascorsa. Si può notare come nella settimana appena trascorsa la maggiore parte della nuova pressione si sia tradotta in nuovi casi isolati a domicilio. Nel complesso, in Italia, ci sono stati -71,35 isolati a domicilio ogni 100.000 abitanti, -2,14 ricoveri ordinari ogni 100.000 abitanti e -0,11 ricoveri intensivi ogni 100.000 abitanti.

Terapia intensiva

Nuovi Ingressi Settimanali in Terapia Intensiva
Dal report #33 è stato avviato il monitoraggio dei nuovi Ingressi Settimanali in Terapia Intensiva (x 100.000 ab). Il valore medio registrato nel contesto italiano è pari a 1,80. Le regioni che hanno evidenziato più ingressi nel setting assistenziale della terapia intensiva durante l’ultima settimana sono il l’Umbria (2,87), il Friuli-Venezia Giulia (2,82) e il Veneto (2,77).

Tassi di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva e di Area Non Critica al 26 gennaio 2021
L’indicatore mette in relazione il tasso di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva con il tasso di saturazione dei posti letto in Area Non Critica. Le soglie del 30% e del 40% sono individuate dal D.M. del 30/4/2020 come quelle oltre le quali vi è un sovraccarico rispettivamente per la Terapia Intensiva e per l’Area Non Critica. Si può notare come grazie queste soglie il grafico si divida in quattro quadranti: nel primo si posizionano tutte quelle regioni che hanno superato sia la soglia relativa al tasso di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva che quella relativa al tasso di saturazione dei posti letto in Area Non Critica, nel secondo si posizionano le regioni che superano solo la soglia relativa all’Area Non Critica, nel terzo sono presenti le regioni non a rischio di sovraccarico e nel quarto le regioni a rischio di sovraccarico relativamente alla sola Terapia Intensiva.

Al 26 gennaio 2021 due regioni (Marche e Friuli-Venezia Giulia) si posizionano nel primo quadrante con la più elevata pressione per tasso di saturazione in area non critica a livello nazionale registrato dal Friuli-Venezia Giulia. Puglia, Umbria e Lazio si posizionano nel quarto quadrante ma rischiano di superare la soglia di sovraccarico di posti letto in area non critica. La maggior parte delle regioni (Toscana, Valle d’Aosta, Basilicata, Molise, Calabria, Campania, Abruzzo, Sardegna, Veneto, Sicilia ed Emilia-Romagna) non è a rischio di sovraccarico in nessuna delle due aree oggetto di valutazione, posizionandosi quindi nel terzo quadrante.

Bandi per medici da destinare alle vaccinazioni al 26 gennaio 2021
Dal rapporto #36 si avvia il monitoraggio delle regioni che hanno emanato bandi per l’assunzione di personale medico da dedicare alla campagna vaccinale anti Covid-19. Al 26 gennaio nove regioni hanno emanato bandi a tale scopo. Il Lazio è la regione che ha emanato più bandi, seguita dalla Lombardia, dall’Emilia-Romagna, dal Piemonte e dalla Provincia Autonoma di Bolzano.

Soluzioni digitali
Dopo il primo e il secondo periodo di emergenza, è continuata la crescita delle iniziative di telemedicina dedicate all’assistenza dei pazienti non covid. Sono arrivate a 201, delle quali 145 sono iniziative dedicate ai pazienti non-covid.

Andamento vaccinazioni Covid-19 in Italia

Numero medio di vaccinazioni per punto di somministrazione al 26 gennaio 2021
È stato analizzato al 19 gennaio 2021 il rapporto tra vaccinazioni effettuate e punti vaccinali, esprimendo così un numero medio di vaccinazioni effettuate da ciascun punto di somministrazione regionale. Il valore più alto dell’indicatore si registra in Veneto, dove ciascun punto di somministrazione ha effettuato circa 19.398 vaccini. Valori alti dell’indicatore si riscontrano anche in Emilia-Romagna (10641), Toscana (7963), Friuli-Venezia Giulia (7730) e Puglia (7596). Al contrario il suddetto indicatore rivela un basso rapporto tra vaccini inoculati e punti di somministrazione in Sardegna (2240) ed in Valle D’Aosta (2084).

Numero medio di vaccinazioni per punto di somministrazione dal 19 gennaio al 26 gennaio 2021
È stato analizzato il rapporto tra vaccinazioni effettuate e punti vaccinali, esprimendo così un numero medio di vaccinazioni per punto di somministrazione nella settimana dal 12 al 19 gennaio 2021. Negli ultimi 7 giorni, le regioni che hanno effettuato il maggior numero di inoculazioni per punto di somministrazione sono state il Lazio (2.251), l’Emilia-Romagna (1.480) e la Lombardia (1.499). Al contrario, l’Umbria (133), la Valle D’Aosta (21) e la Sardegna (59) sono le regioni che, per punto di somministrazione, hanno registrano il numero più basso di somministrazioni.

Percentuale di dosi distribuite (somministrate/consegnate) al 26 gennaio 2021
L’indicatore mostra la percentuale di dosi di vaccino somministrate rispetto alle dosi consegnate. Dal grafico si evince che la P.A di Bolzano (il valore è superiore al 100%, verosimilmente dovuto all’aver usato più di 5 dosi per fiala), il Piemonte e il Veneto sono le regioni con la percentuale di dosi somministrate più alta, mentre la Calabria, il Molise e l’Abruzzo registrano i valori più bassi. In Italia l’82,31% delle dosi vaccinali consegnate sono state somministrate.

Dosi somministrate/popolazione residente (per 10.000 abitanti) al 26 gennaio 2021
L’indicatore mostra le dosi di vaccino somministrate rispetto alla popolazione residente in ogni regione italiana (per 10.000 abitanti). Dal grafico risulta che la P.A di Bolzano, il Piemonte e la Valle d’Aosta sono le regioni in cui si sono somministrati più vaccini rispetto alla popolazione residente. La Calabria, la Sardegna e l’Abruzzo attualmente sono le regioni in cui si sono somministrate meno dosi.

Dosi consegnate/popolazione residente (per 10.000 abitanti) al 26 gennaio 2021
L’indicatore mostra il valore complessivo di dosi di vaccino consegnate rispetto alla popolazione residente in ogni regione italiana (per 10.000 abitanti). Dal grafico risulta che la P.A di Bolzano la Liguria e la Valle d’Aosta sono le regioni in cui l’indicatore è aumentato maggiormente. La Puglia, la Sardegna e la Calabria sono le regioni caratterizzate dall’incremento più modesto.

Dosi somministrate/popolazione residente (per 1.000 abitanti) – Incremento 19-26 gennaio 2021
L’indicatore mostra l’incremento nelle dosi di vaccino somministrate rispetto alla popolazione residente in ogni regione italiana (per 10.000 abitanti). Dal grafico risulta che l’incremento maggiore rispetto alla settimana precedente si è avuto nella P.A di Trento, in Piemonte e in Lazio. La Sardegna, l’Abruzzo e il Molise sono le regioni in cui si è assistito all’incremento più modesto.

Dosi consegnate/popolazione residente (per 10.000 abitanti) – 26 gennaio 2021
L’indicatore mostra le dosi di vaccino consegnate rispetto nella settimana precedente nella popolazione residente in ogni regione italiana (per 10.000 abitanti). Dal grafico risulta che la Liguria, la Valle d’Aosta e la Sicilia sono le regioni a cui sono state consegnate più dosi rispetto alla popolazione residente. La Basilicata, la P.A di Bolzano e la Puglia attualmente sono le regioni in cui sono state consegnate meno dosi.

Dosi somministrate/popolazione residente > 80 anni (per 1.000 abitanti) – 26 gennaio 2021
L’indicatore mostra le dosi di vaccino somministrate rispetto alla popolazione residente con età maggiore di 80 anni in ogni regione italiana (per 10.000 abitanti). Dal grafico risulta che la P.A. di Bolzano, la P.A di Trento ed il Molise sono le regioni in cui si sono somministrati più vaccini rispetto alla popolazione residente. La Sardegna, la Calabria e l’Abruzzo attualmente sono le regioni in cui si sono somministrate meno dosi.

Salva come PDF
Le informazioni presenti nel sito devono servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica. Ricordiamo a tutti i pazienti visitatori che in caso di disturbi e/o malattie è sempre necessario rivolgersi al proprio medico di base o allo specialista.

Potrebbe anche interessarti...