Legge di bilancio 2018, Anaao: “Una svolta per la sanità?”

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Roma, 4 ottobre 2017 – L’Anaao Assomed considera una buona notizia il fatto che la sanità sia tornata nell’agenda della politica e tra i temi del confronto tra Governo e partiti della sua maggioranza.

Dopo la gelata della nota di aggiornamento al DEF, che prevede la spesa sanitaria in rapporto al Pil ai minimi storici e al di sotto della media OCSE, la legge di bilancio potrebbe aprire spiragli di crescita per un servizio sanitario pubblico sull’orlo del baratro dell’incapienza di risorse, economiche, strutturali e, negli ultimi tempi, anche professionali.

L’abolizione del super-ticket, come da tempo chiediamo insieme con Cittadinanzattiva, è un fatto di equità non solo nell’accesso alle cure, ma anche nel delicato rapporto tra sanità pubblica e privata. Il super-ticket di fatto rappresenta una tassa impropria ed un vantaggio competitivo concesso ai privati, che impedisce al pubblico anche di recuperare i costi fissi legati ad una disponibilità h24 e senza possibilità di selezione di pazienti.

Ma non c’è solo il super-ticket. Per l’Anaao Assomed in cima alle priorità della sanità c’è il tema del lavoro, di chi ce lo ha e di chi non ce lo ha. Il lavoro dei medici e dirigenti sanitari che costituisce un valore fondante della sanità pubblica contribuendo a tenerne in piedi quel che resta grazie ad abnegazione, competenza e responsabilità.

Il lavoro pubblico che attende, con il rinnovo del contratto dopo 8 anni di blocco, segnali di fiducia o perlomeno non discriminatori rispetto al resto del pubblico impiego e al mondo privato, sul piano economico, per arrestare la crescente deflazione salariale, e normativo che freni la sindrome da Ryanair della fuga verso il privato.

E il lavoro di chi non ce lo ha, come le migliaia di giovani medici, privati del diritto a completare il percorso formativo che costituisce il requisito di accesso al lavoro, e di che lo ha in una stabile precarietà, da anni se non da decenni, come i 15.000 in prima linea negli ospedali e nei distretti, ed i 3.000 precari della ricerca, di cui i governi si ricordano solo quando c’è da ritirare un premio.

Contratto di lavoro, giovani e precari rappresentano la cartina di tornasole per verificare se le parole sulla sanità sono solo il prodotto di logiche strumentali al conflitto tra partiti o segnano una svolta a favore dei cittadini, del loro diritto alla salute e di quanti sono impegnati a garantirne la esigibilità.

I prossimi mesi diranno se siamo vittime di un miraggio o il tema della tutela della salute e dei suoi protagonisti riprende con forza la scena ora della legge di bilancio e domani della campagna elettorale.

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