Iposviluppo fetale, l’Ateneo di Chieti promotore di un importante studio internazionale

Chieti, 28 maggio 2021 – L’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara è centro promotore del più grande studio internazionale sull’induzione del travaglio di parto nelle gravidanze affette da iposviluppo fetale tardivo. L’iposviluppo fetale è una condizione caratterizzata dall’impossibilità da parte del feto di raggiungere il proprio potenziale di crescita a causa dell’insufficienza della placenta. Tale condizione risulta esserne associata ad un più alto rischio di morte in utero e ad anomala performance cardiovascolare e neurocognitiva in età pediatrica, da cui l’importanza di una corretta gestione di queste gravidanze al fine di ridurne i rischi ad esso connessi.

Al fine di condurre questo studio, i Professori Francesco D’Antonio, docente di Ginecologia e Ostetricia, Marco Liberati, Direttore della Clinica Ostetrico-Ginecologica della “’Annunzio”, hanno creato un gruppo di ricerca, il College (The induCtion of labOr in Late fetaL Growth rEstriction) Study Group, coinvolgendo i più importanti centri di medicina materno-fetale in Italia e Spagna.

“I risultati di questo studio – spiega il prof. Marco Liberati, Direttore della Clinica Ostetrico-Ginecologica – suggeriscono che i feti affetti da iposviluppo tardivo sono a più alto rischio di scompenso ante-partum e che l’induzione del travaglio con metodiche non farmacologiche si associa ad un più basso tasso di complicanze per la madre ed il bambino e che quindi sono da preferire allorquando si decide di sottoporre ad induzione del parto tali donne”.

“La Clinica-Ostetrico-Ginecologica di Chieti e il suo centro di Gravidanze a Rischio e Medicina Prenatale che hanno coordinato questo studio – sottolinea il prof. Francesco D’Antonio – sono già autori di numerose pubblicazioni sull’emodinamica cardiaca e cerebrale fetale nelle gravidanze complicate da queste patologie ed attualmente risultano promotori di più di 40 progetti di ricerca sulla medicina prenatale e gravidanze a rischio che coinvolgono i più importanti centri di medicina prenatale al mondo”.

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