Ipoacusia e fattori di rischio, il ruolo dell’inquinamento acustico. Convegno all’Azienda Ospedaliera di Terni

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Secondo l’Ocse più di 150 milioni di persone sono esposte a livelli di rumore superiori alla soglia di sicurezza e vanno incontro a ipoacusia. Un problema da non sottovalutare neppure nel Ternano, dove la perdita di udito interessa 18mila persone cioè il 14% della popolazione rispetto alla media nazionale dell’11%

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Terni, 30 aprile 2019 – L’ipoacusia da inquinamento acustico è al centro del convegno che si svolgerà il 4 maggio (ore 8,30-14) al centro congressi dell’hotel Garden di Terni. Un tema particolarmente attuale considerato che il rumore è oggi il principale fattore di inquinamento di natura fisica e rappresenta un problema di grande importanza economica, sanitaria e sociale per il numero dei soggetti esposti e per gli effetti provocati sulla salute in termini di perdita uditiva.

Da qui l’importanza di informare e formare la classe medica cui si rivolge il convegno, promosso e coordinato per la parte scientifica dal dottor Santino Rizzo, direttore del Dipartimento di chirurgia testa collo e dei tessuti molli e della S.C. di Otorinolaringoiatria dell’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni.

Si stima che nei paesi dell’OCSE più di 150 milioni di persone siano esposte a livelli di rumore superiori alla soglia di sicurezza fissata a 65 dB(A) dall’OMS. In Europa circa 9,7 milioni di persone sono esposte a livelli inaccettabili di inquinamento acustico (superiori a Leq di 75dB(A) nelle 24 ore. E in Italia, dove la soglia dei 65 dB(A) è superata in quasi tutte le città, si stima che più del 72% della popolazione sia esposta a livelli di rumore superiori ai limiti massimi stabiliti dalla normativa vigente.

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Dott. Santino Rizzo

All’esposizione prolungata al rumore in ambito lavorativo, che rappresenta da sola il 40% dei casi di malattia professionale e risulta la prima causa di invalidità sul lavoro, si deve aggiungere l’uso scorretto di apparecchiature elettroniche, soprattutto da parte dei giovani, che può determinare l’insorgenza di una perdita uditiva.

“Se in Italia sono circa 8 milioni i soggetti ipoacusici – ricorda il dottor Santino Rizzo – l’ipoacusia colpisce circa 18mila persone nel distretto ternano che corrisponde al 14% circa della popolazione della provincia, rispetto alla media nazionale che si attesta poco sopra l’11%. Ciò è riconducibile  all’impatto dovuto all’industrializzazione pesante e all’invecchiamento della popolazione così come all’inquinamento acustico e all’uso scorretto di dispositivi elettronici, che determinano un continuo aumento dell’ipoacusia sia tra gli adulti che tra i giovani, con una diagnosi che ancora troppo spesso risulta tardiva”.

Durante il convegno, patrocinato dall’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Terni, USL Umbria 2, Azienda ospedaliera di Terni e Comune di Terni, oltre ad approfondire le cause dell’ipoacusia e fattori di rischio, dati epidemiologici in Umbria e prevenzione dei danni uditivi da rumore nei luoghi di lavoro, si parlerà di terapie emergenti della ipoacusia da rumore, tecnologie per la correzione dell’ipoacusia e l’intervento protesico con analisi di alcuni casi clinici.

Partecipano all’incontro in qualità di moderatori e relatori: Santino Rizzo, direttore di Otorinolaringoiatria dell’Azienda ospedaliera di Terni; Fabrizio Longari, direttore dell’Otorinolaringoiatria dell’ospedale di Foligno, Nadia Alunni, direttore di Otorinolaringoiatria aziendale USL Umbria 1; Andrea Silvestrelli, medico specialista in Medicina del lavoro; Giampietro Ricci, direttore della Clinica otorinolaringoiatrica Azienda ospedaliera di Perugia Università degli Studi di Perugia, Egisto Molini, dirigente medico Clinica otorinolaringoiatrica dell’Università degli Studi di Perugia.

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