Ipertrofia prostatica: il laser che in un’ora risolve il problema e salva l’amore

Taormina, 29 maggio 2015 – Dal congresso Urop (Urologi dell’Ospedalità a Gestione Privata) che riunisce a confronto i massimi esperti italiani, in corso dal 28 al 30 maggio 2015 a Taormina, la Sicilia in prima linea con Greenlight, il laser al triborato di litio, l’unico che per la prima volta guarisce, in anestesia spinale e con dimissione in 24 ore, l’ipertrofia prostatica benigna, un disturbo che colpisce l’80% degli italiani over-50, proteggendone il cuore e l’amore

“L’innovativa metodica – spiega il prof. Giuseppe Morgia, Direttore della Clinica Urologica dell’Università di Catania, Presidio Ospedaliero Policlinico Vittorio Emanuele – già in uso nel nostro Centro a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale vanta una casistica di oltre 3 mila interventi effettuati con successo e in tutta sicurezza anche in pazienti affetti da malattie cardiovascolari, della coagulazione del sangue e i portatori di stent endocoronarici in terapia con farmaci anticoagulanti e/o antiaggreganti, che non sono più costretti a sospenderli, come avviene con la chirurgia tradizionale. In futuro l’intervento laser si potrà effettuare in ambulatorio e per ora ha già abbattuto le liste di attesa”.

Con il laser al triborato di litio o laser verde, l’Unità urologica del policlinico di Catania, già nota per l’impiego di avanzate tecniche di chirurgia mininvasiva, è tra i centri di riferimento in Sicilia per la cura dell’ipertrofia prostatica benigna (IPB), un problema sociosanitario destinato a crescere con l’incremento della popolazione maschile in età a rischio. Dice Morgia: “Sono sovente i malati stessi che chiedono il laser perché hanno ascoltato l’esperienza di pazienti già operati con piena soddisfazione”.

La malattia più diffusa tra gli uomini
“L’ipertrofia prostatica benigna, IPB, è l’ingrossamento della prostata – spiega il prof. Morgia – è la malattia urologica più diffusa negli uomini destinata ad aumentare sempre di più a causa dell’invecchiamento della popolazione, tanto che in Italia si pone ai primi posti per diagnosi effettuate ogni anno, seconda solo all’ipertensione arteriosa. L’IPB incide pesantemente sulla qualità di vita, con sintomi che vanno dalla difficoltà a urinare, all’insopprimibile urgenza con frequenza minzionale anche notturna, così da disturbare pesantemente il sonno di chi ne è vittima. Infine, nei casi più seri, porta alla completa ritenzione urinaria e richiede l’urgente ricorso al catetere per lo svuotamento della vescica. L’IPB determina anche disfunzioni sessuali, impotenza e problemi di eiaculazione”.

Quando la prostata si ingrossa, ostacolando e ostruendo il passaggio dell’urina e i farmaci non sono più sufficienti, è allora necessario asportare chirurgicamente il tessuto in eccesso.

Una luce al posto del bisturi e l’ipertrofia evapora
“La nuova metodica Greenlight, messa a punto negli Stati Uniti, sfrutta l’azione di un potente laser al tribolato di litio ad alta energia (180 W) con una lunghezza d’onda di 532 nm, che vaporizza con precisione millimetrica solo l’eccesso di tessuto prostatico, trasformandolo in vapore. L’intervento mininvasivo si effettua per via endoscopica in anestesia spinale. La fibra laser, introdotta dal pene nell’uretra attraverso un sottile cistoscopio, vaporizza con estrema precisione l’area interessata senza provocare sanguinamento. La maggior parte dei pazienti torna a casa dopo una notte di ricovero e riprende le normali attività nel giro di pochi giorni. Il laser verde non causa emorragie in quanto determina una coagulazione immediata dei tessuti, non causa incontinenza urinaria, impotenza ed evita le recidive”.

Problema risolto in un giorno
Greenlight è l’unica metodica che per la prima volta risolve il disturbo in un solo giorno con dimissioni in 24 ore. La maggior parte dei pazienti torna a casa dopo una notte di ricovero e riprendere le normali attività nel giro di una settimana. Il decorso post-operatorio è migliore rispetto alla Turp, la resezione endoscopica della prostata, l’intervento più eseguito finora ma che può causare complicanze.

Greenlight grazie all’assenza di perdite ematiche riduce dal 26% al 3% il ricorso a trasfusioni. Si ha immediata risoluzione dei sintomi, la ripresa immediata della minzione, il ricorso al catetere per meno di 12 ore – contro le 72 della Turp – degenza di una sola notte (con evidente risparmio di posti letto e quindi di costi per il Servizio Sanitario) e ripresa della normale attività nel giro di pochi giorni.

Secondo recenti dati del Ministero della Salute, la degenza media con tecniche standard va da 4,9 a 7,4 giorni mentre con il laser va da 2,1 a 3,3 giorni. La maggior parte degli uomini operati con laser riprende la vita normale in breve tempo tornando anche prima al lavoro con un risparmio del 50% delle giornate lavorative perse per interventi alla prostata.

L’unico laser che preserva il cuore
Precisa il prof. Morgia “Rispetto alla Turp, l’intervento chirurgico più impiegato negli ultimi 50 anni, che può causare emorragie e richiedere trasfusioni, Greenlight, grazie all’istantanea coagulazione dei vasi che evita sanguinamento, è l’unico laser che ci consente di operare in assoluta sicurezza anche pazienti ad alto rischio come quelli con malattie cardiovascolari, della coagulazione e i portatori di stent endocoronarici che non sono più costretti a sospendere la terapia anticoagulante e/o antiaggregante (come invece avviene per gli interventi chirurgici tradizionali, Turp compresa e gli altri laser ). Il laser verde è anche indicato nei pazienti con pacemaker, perché evita il ricorso all’elettrobisturi, generatore di quelle onde elettriche che possono interferire con la stimolazione dei pacemaker cardiaci”.

Il sesso è salvo
“Nessun paziente sessualmente attivo ha sviluppato impotenza dopo l’intervento con Greenlight: il laser infatti non causa danni ai nervi dell’erezione, quelli che si trovano a ridosso della prostata, non causa incontinenza ed evita recidive, a conferma che la metodica offre reale e definitiva soluzione per l’IPB”.

Il nuovo laser che rimuove il tessuto vaporizzandolo evita il ricorso alla frantumazione delle aree trattate, al fine di poterne estrarre i frammenti attraverso il canale uretrale, con possibili rischi correlati.

fonte: ufficio stampa

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