Invecchiamento e malattie degenerative, il medico internista del nuovo millennio. Congresso nazionale FADOI

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Firenze, 9 maggio 2019 – Italia secondo Paese più vecchio al mondo: i dati del Rapporto Annuale Istat fotografano una situazione nella quale la popolazione anziana è in aumento – dovuto al guadagno in termini di sopravvivenza – e le generazioni di giovani sono sempre meno numerose a causa del continuo calo delle nascite. Tra 20 anni lo squilibrio intergenerazionale sarà ancora più critico, con 265 anziani ogni 100 giovani.

Assistenza sanitaria continua, facile accessibilità ai servizi, adeguato rifornimento di strutture e strumenti essenziali, personale sanitario proporzionato e un coinvolgimento del paziente nelle decisioni sanitarie. Questi i parametri sui quali, per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), devono essere strutturati tutti i Servizi Sanitari.

Ciò diventa più difficile se ci si rapporta alle categorie più fragili, come i cittadini anziani e i pazienti complessi, solitamente affetti da patologie multiple, proprio quelle che oggi rappresentano il maggiore onere assistenziale per la sanità pubblica e le famiglie. La gestione di queste tipologie di pazienti sarà la vera sfida sanitaria del futuro.

Di longevità e cure, e molto altro, si parlerà in occasione del XXIV Congresso FADOI – Federazione Nazionale Dirigenti Ospedalieri Internisti – che si terrà dall’11 al 14 maggio a Firenze (Fortezza da Basso) al quale è stato invitato a partecipare anche il Ministro della Salute Giulia Grillo.

Durante i lavori del Congresso, particolare attenzione verrà destinata anche ad altre tematiche quali il tabagismo: si parlerà dell’evoluzione di una vecchia abitudine e delle nuove sfide da intraprendere per contrastarla.
Un altro argomento rilevante che verrà affrontato riguarda i processi di cura nell’era digitale: i big data e gli strumenti digitali sempre più indispensabili per la formazione dei professionisti sanitari, la pratica clinica e la relazione con il paziente.

Perché la Medicina Interna, soprattutto in questo campo, si trova davanti a nuove sfide e nuove possibilità. Così il Presidente FADOI Andrea Fontanella: “Il medico internista del nuovo millennio deve unire alla capacità di gestire la complessità quella di governare il mondo della comunicazione elettronica, la telemedicina, le app. Il futuro che stiamo vivendo ci sta offrendo una grande quantità di armi nuove ma in questo senso lo sviluppo tecnico deve essere utilizzato per potenziare e affinare le capacità cliniche e di visione. FADOI porta avanti questi progetti e segue costantemente la scuola di formazione del medico internista nella convinzione che l’evoluzione tecnologica non debba soppiantare la figura del medico, che è il solo ad avere il pieno controllo della globalità”.

Ampio spazio dunque sarà dedicato al ruolo che FADOI ha assunto nella definizione dell’hospitalist, medico internista con competenze trasversali di natura clinica, gestionale e relazionale. Tale figura professionale rappresenta un riferimento necessario per migliorare la qualità dell’assistenza nel nostro Paese e in particolare quella dei pazienti affetti da più patologie concomitanti per i quali è fondamentale una visione globale e strutturata.

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