Ingegneria biomedica, le cose che non vanno in Italia e in Europa. Cambiamole!

La moderna Medicina deve i suoi eccezionali progressi al contributo essenziale dell’ingegneria biomedica e clinica. I giovani che si avvicinano a questa materia devono poter contare su un sistema di riconoscimento della qualità e d’inclusione

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Dott. Edgardo Maria Iozia

Un elenco impossibile! Il fallimento della politica nel vecchio Continente e nei singoli Stati dell’Unione e anche di quelli fuori dall’Unione è sotto gli occhi di tutti, ovviamente meno di quelli che ne sono i principali responsabili, una volta definiti classe dirigente… Eufemismo per indicare persone che hanno responsabilità nella gestione della cosa comune (la res publica…), nella tutela dei cittadini, nell’economia, nell’autorevolezza morale. Stato in tutte le sue articolazioni, imprese, confessioni religiose… Istituzioni sovranazionali, sono pervase da crisi di rappresentanza, di corruzione, di mancanza di idee, di coraggio nel dire la verità, chimera per tutti coloro che detengono un potere, di qualsiasi natura e specie.

Omertà, falsità, opacità, sfruttamento dei bisogni elementari di sicurezza, metodi fascisti di ritorno, (attacchi alla stampa, repressione durissima di ogni contestazione, con noi o contro di noi…) insensibilità di fronte ai drammi che si consumano quotidianamente sotto i nostri occhi, filo spinato, sofferenze, imbrogli… Terrore non efficacemente combattuto, alimentato e mantenuto, perché la paura del popolo consente un controllo più forte.
Lo dico con profondo rispetto per le vittime e per tutti coloro che fanno con impegno il loro dovere, che, per fortuna, ci sono. Mi fermo qui.

Che cosa deve fare un cittadino che ha a cuore il bene pubblico, uno Stato che riconosca diritti elementari, cercare di rendere più civile il nostro amato Paese e la nostra cara Europa? Riscoprire i valori della cittadinanza. Non delegare. Assumere la responsabilità del bene comune. Cittadino nell’accezione più alta. Un titolo da portare con orgoglio, al pari di cives romanus sum, (Cicerone), o di Ich bin ein berliner (J.F.Kennedy).

Sono stato incaricato dal Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE), nella qualità di relatore di scrivere un parere sul tema dell’ingegneria biomedica e l’assistenza, (pubblicato in Gazzetta Ufficiale Europea 4/09/2015/C 291/07). Un tema mai affrontato prima. Nelle raccomandazioni alla Commissione, il CESE richiede l’inserimento degli ingegneri biomedici e clinici nella direttiva 2005/36, quella nella quale sono definite le professioni in Europa. Sulla base di questo parere, grazie all’impegno del prof. ing. Leandro Pecchia, Chairman of the EAMBES Public Affair Working Group e Chairman of the Health Technology Assessment Division of the International Federation of Medical and Biomedical Engineering (IFMBE), due europarlamentari, Caputo (S&D) e Comi (PPE) hanno presentato due interrogazioni parlamentari, che hanno ricevuto risposte incoraggianti dalla Commissione Europea.

A livello internazionale il prof. ing. Ernesto Iadanza, Chairman of the Clinical Engineering Division Board at the IFMBE and Chairman of the Education and Training Committee at the IUPESM, con il prof. leandro Pecchia, sta conducendo ii negoziati per conto dell’IFMBE, con il WHO e l’ILO per l’inserimento della qualifica di ingegnere biomedico e ingegnere clinico in quelle riconosciute dall’Organizzazione delle Nazioni Unite. L’IFMBE ha prodotto il Profile of Biomedical Engineer. Questo documento costituisce la base concreta per classificare questa professione all’interno dell’International Standard Classification of Occupations (ISCO 2018) In Italia, l’ing. Luca Radice, consigliere dell’ordine degli ingegneri di Monza e Brianza, membro del coordinamento nazionale delle Commissioni ordinariali degli ingegneri biomedici e fondatore del gruppo Ingegneri della salute su Linkedin, è attivamente impegnato per il riconoscimento giuridico della professione di ingegnere biomedico e clinico.

Abbiamo riscontrato il comune impegno per ottenere un riconoscimento professionale, che va ben di là dagli interessi di una categoria. I cittadini hanno diritto a cure efficaci e soprattutto accessibili a tutti. La moderna Medicina deve i suoi eccezionali progressi al contributo essenziale dell’ingegneria biomedica e clinica. I giovani che si avvicinano a questa materia devono poter contare su un sistema di riconoscimento della qualità e d’inclusione.

Che fare? Con Ernesto, Leandro, Luca e Manuela Appendino, esperta di dispositivi medici, ci siamo proposti un obiettivo ambizioso e concreto: riunire tutte le forze disponibili per lavorare insieme e raggiungere a tutti i livelli nazionale, europeo ed internazionale il riconoscimento giuridico della professione. Fondare un Comitato Promotore e invitare in un Comitato Scientifico, presieduto dal prof. ing. Andrea Corvi responsabile della scuola d’ingegneria biomedica dell’Università di Firenze, alcune rilevanti personalità dell’Accademia, della professione d’ingegnere biomedico e clinico, ma anche rappresentanti della società civile, come Antonio Gaudioso, Segretario Generale di Cittadinanzattiva, è stato il passo con il quale abbiamo deciso di esercitare la nostra cittadinanza.

Un atto di responsabilità verso la collettività e la nostre comune idea di un Paese civile che riconosce e valorizza la competenza, che tutela efficacemente la salute dei cittadini, che garantisce che i dispositivi medici utilizzati sulle persone siano verificati e gestiti esclusivamente da personale competente e qualificato. È chiedere troppo? Non in un Paese normale… e ci battiamo perché l’Italia, l’Europa diventino luoghi della normalità, del buon senso, della civiltà. Riprendiamoci insieme quella sovranità che ci appartiene come cittadini!

Edgardo Maria Iozia

Edgardo Maria Iozia

Presidente UILCA, Fondatore Fondazione Prosolidar-onlus, Relatore CESE del parere sul tema dell’ingegneria biomedica e l’assistenza

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