Infezione Covid, prevalenza significativamente più alta nei pazienti con malattie autoimmuni

Pisa e Modena capofila di uno studio multicentrico italiano che ha coinvolto 1.641 pazienti con malattie autoimmuni sistemiche

Pisa, 1 settembre 2020 – È stato pubblicato online, sulla rivista “Clinical Rheumatology”, l’articolo “COVID-19 and rheumatic autoimmune systemic diseases: report of a large Italian patients series” che rappresenta la più ampia casistica finora pubblicata sull’infezione da Covid-19 nei pazienti con malattie autoimmuni sistemiche tanto che, secondo Springer Nature, l’articolo è stato inviato all’Organizzazione mondiale della sanità per la sua rilevanza.

Il lavoro è il risultato di uno studio multicentrico che ha coinvolto 16 differenti centri italiani sotto la direzione del prof. Clodoveo Ferri dell’Università di Modena e del prof. Alessandro Antonelli della Sezione dipartimentale universitaria di Medicina interna ad indirizzo immuno-endocrino dell’Aou pisana, che è anche anche Corresponding Author.

Hanno preso parte allo studio anche il dott. Antonio Tavoni, dell’Unità operativa universitaria di Immunologia clinica dell’Aou pisana e la dott.ssa Poupak Fallahi, della Sezione dipartimentale universitaria di Medicina preventiva.

Sono stati coinvolti 1.641 pazienti con malattie autoimmuni sistemiche ed è emersa una prevalenza significativamente più alta di infezione Covid-19 nei pazienti con malattie sistemiche autoimmuni rispetto alla popolazione generale italiana, principalmente a causa della maggiore loro suscettibilità alle infezioni, favorita anche dall’esposizione al virus in strutture ad alto flusso di visitatori come gli ospedali, prima che scattassero le misure restrittive adottate a livello nazionale.

  1. La prevalenza di Covid-19 è inoltre risultata più elevata nei pazienti affetti da “malattie autoimmuni del tessuto connettivo”, rispetto ai pazienti con “inflammatory arthritis”, probabilmente a causa di una più profonda compromissione del sistema immunitario.
  2. Infine, l’infezione da Covid-19 è risultata più frequente nel sottogruppo di pazienti con malattie sistemiche autoimmuni non in trattamento con i farmaci anti-reumatici sintetici convenzionali (idrossilclorochina e metotrexato) che, in questi mesi di epidemia, hanno dimostrato una funzione protettiva dalle forme più dannose di Covid-19.
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