Incontinenza urinaria maschile. Sling sottouretrali per dire addio ai pannoloni

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I pazienti fino ad ora trattati a Villa Sofia-Cervello hanno abbandonato i pannoloni e ripreso piena capacità di continenza, con una diversa e migliore qualità di vita. Una risposta arriva anche per il trattamento dell’ipertrofia prostatica con il Green laser

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Da sinistra: Fulvio Piazza ed Emilio Italiano

Palermo, 16 maggio 2016 – Sling sottouretrali per sconfiggere l’incontinenza urinaria maschile e il green laser contro l’ipertrofia prostatica in sostituzione dell’intervento chirurgico tradizionale. L’Azienda Villa Sofia-Cervello lancia due nuovi servizi come efficace e rapido rimedio a due patologie che interessano una larga fetta di soggetti e che nel caso dell’incontinenza urinaria presenta un’incidenza nella popolazione maschile adulta che arriva anche al 39%. Un innalzamento dell’offerta in questo campo, intrapresa dalla Direzione strategica dell’Azienda, proiettata in direzione di una specifica unità di Andrologia chirurgica, potenziando l’attuale Unità operativa complessa di Urologia.

“La necessità di privilegiare la terapia delle patologie oncologiche presso la Unità Operativa complessa di urologia – spiega il Direttore dott. Fulvio Piazza – non ha permesso negli ultimi anni di affrontare questa tipologia di problematiche, fortemente invalidanti sulla qualità di vita del paziente ormai libero del suo tumore post intervento di prostatectomia radicale (l’asportazione della ghiandola prostatica). Adesso il dott. Emilio Italiano insieme con il dott. Vito Miceli, partecipando attivamente a corsi di formazione in Italia ed all’estero, hanno acquisito un know-how necessario ad affrontare e risolvere con modalità mini-invasive l’incontinenza urinaria”.

Gli Sling sottouretrali possono essere definiti il primo trattamento chirurgico funzionale dell’incontinenza maschile lieve e moderata. La procedura avviene in regime di Day Surgery attraverso anestesia spinale con l’obiettivo di correggere il prolasso e di rimettere lo sfintere in condizioni di lavorare bene, ripristinando quell’equilibrio di forze presenti prima dell’intervento di prostatectomia radicale.

Il sistema prevede l’applicazione di un dispositivo con due introduttori a forma elicoidale con punta smussa non tagliente e sling in polipropilene monofilamento con due fili di tensionamento. Si esegue un’incisione verticale a livello perineale e si inserisce il dispositivo che solleverà il tratto uretrale, riposizionandolo nella posizione corretta. A questo punto si deve identificare il tendine dell’adduttore lungo e fissare gli estremi della rete creata, regolandola fino ad una completa continenza. La protesi è regolabile nel tempo e quindi un paziente anziché essere rioperato se non dovesse essere continente abbastanza, con una piccola regolazione in anestesia locale può essere compensato.

I pazienti fino ad ora trattati hanno abbandonato i pannoloni e ripreso piena capacità di continenza, quindi con una diversa e migliore qualità di vita, senza dimenticare che la ripresa della continenza risolve la climacturia (perdita di urine durante il rapporto) ripristinando anche il benessere sessuale. La procedura consente anche di abbattere la spesa generale per i presidi sanitari per l’incontinenza, ovvero i famosi pannoloni.

I fattori di rischio più comuni per l’incontinenza urinaria sono rappresentati dall’età̀ avanzata, dalle infezioni delle vie urinarie, da disordini urologici correlati alla ipertrofia prostatica, da condizioni generali psico-fisiche scadenti.

Una buona parte di incontinenza urinaria negli ultimi anni è in realtà correlata ai cosiddetti danni iatrogeni, cioè dovuti all’effetto nocivo della terapia praticata per un’altra malattia, o comunque conseguente a un intervento medico. Un’ampia fetta di interventi per patologia tumorale e non solo, effettuata a livello del bacino può andare a ledere l’innervazione deputata alla continenza urinaria determinandone il problema.

Da anni vengono effettuate campagne di sensibilizzazione per la diagnosi precoce del tumore della prostata che rappresenta il primo tumore maschile per numero e frequenza. Tutto questo ha portato all’esecuzione di interventi di prostatectomia radicale in età spesso anche al di sotto dei 60 anni.

L’obiettivo di una chirurgia radicale sia che riguardi il colon-retto sia che riguardi la prostata è quello della completa eradicazione del tumore, ma questo spesso passa per una accettazione (prevista nel consenso informato) di una serie di effetti collaterali statisticamente evidenti anche nelle mani dei migliori chirurghi al mondo. La spesa annuale in Usa per la cura dell’incontinenza urinaria è stimata superiore ai 18 miliardi di dollari, seconda sola a quella della terapia per l’artrosi. Una voce molto elevata di questa spesa è, in Italia, per i presidi sanitari per l’incontinenza.

Il Green laser scende invece in campo contro l’Ipertrofia prostatica, ovvero la crescita benigna della prostata, una delle patologie più frequenti nell’uomo, che determina una progressiva ostruzione del flusso urinario con bruciore nella minzione, aumento della frequenza e riduzione del getto minzionale. “Villa Sofia-Cervello – spiega il dott. Piazza – è l’unico centro della Sicilia Occidentale ad assicurare questa prestazione con apparecchio da 120 watt dal quale esce un ‘raggio verde’ in grado di vaporizzare l’adenoma prostatico.

Il Green laser sostituisce l’intervento tradizionale ed è favorevole per i pazienti che assumono anti aggreganti e anti coagulanti che non hanno così la necessità di dover sospendere la terapia per sottoporsi al trattamento. Altri vantaggi sono un periodo di ricovero limitato, un terzo rispetto alla resezione tradizionale, e di conseguenza un abbattimento delle liste di attesa e il mantenimento del catetere per poche ore contro i 3 giorni della resezione classica. Anche in questo ambito il dott. Italiano e il dott. Alberto Laganà hanno acquisito importanti competenze”.

fonte: ufficio stampa

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