Il Sindacato Medici Italiani chiede al Governo di implementare le misure per la sanità nel Recovery Plan

Dott.ssa Pina Onotri

Roma 18 gennaio 20201 – “La Direzione Nazionale del Sindacato Medici Italiani riunita in modalità online nella sua discussione ha chiesto al Governo di implementare le misure alla sanità nel Recovery Plan e allo stesso tempo ha espresso la piena disponibilità a collaborare, in tutto il Paese, all’organizzazione per la campagna vaccinale anti- covid”, così Pina Onotri, Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani in una dichiarazione illustra i principali punti discussi all’assise del proprio sindacato.

“Abbiamo criticato il Governo per quanto riguarda le scelte in tema di sanità contenute nel Recovery Plan; tali scelte le riteniamo sbagliate ed emergenziali, anziché strutturali, per la sanità. Il nostro Servizio Sanitario Nazionale è giunto alla prova del Covid manifestando elementi di relativa debolezza rispetto ai principali partner europei e la tenuta e la risposta del SSN è stata dovuta alla professionalità degli operatori sanitari e dei medici che non si sono tirati indietro, nonostante la condizione lavorativa precaria, la mancanza di DPI e la scarsità di personale”.

“Di fronte alla pandemia il Governo si è trovato impreparato perché il piano nazionale dell’emergenza è fermo da 10 anni, e negli ultimi 20 anni si è continuato a tagliare nella sanità! Nel Recovery Plan, alla sua approvazione, vorremmo trovare misure e investimenti per la medicina del territorio, misure efficaci per rafforzarla; questo è il nostro auspicio”.

“In questi giorni ha preso avvio la campagna vaccinale anti covid. Questo rappresenta un seme di speranza che speriamo germogli nel buio di questo periodo lungo, difficile complicato per tutti noi, per le nostre famiglie, per tutta la comunità anche se sicuramente dovremmo convivere con la pandemia ancora per tutto il 2021. I medici sono stati vaccinati per primi. Dare la nostra disponibilità a vaccinarsi è la prova, ancora una volta, del nostro senso del dovere, del nostro senso di responsabilità, dell’amore per la nostra professione in nome della quale molto di noi sono morti, alcuni iscritti anche al nostro sindacato, componenti tra l’altro di questa direzione Giulio Titta e Nazareno Catalano. Ad oggi sono 283 medici deceduti in Italia. Un numero elevato, elevatissimo se confrontato con quello degli altri paesi europei e questo vuol dire che nella rete organizzativa qualcosa non ha funzionato e non sta funzionando, ma nonostante tutto siamo disponibili a collaborare in tutta Italia per la campagna dei vaccini. Il Governo convochi per questo un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali dei medici”,continua Onotri.

“Il 2021 vorremmo che fosse l’anno in cui si realizzassero due gradi obiettivi per i medici convenzionati e la sanità italiana. A fronte delle centinaia di colleghi deceduti a causa del Covid non è più ammissibile che non si riconosca la malattia e la morte per coronavirus come infortunio sul lavoro. Saremo impegnati, per questo, a sostenere con tutte le nostre forze, la necessità che l’INAIL riconosca ai medici convenzionati l’infortunio sul lavoro dovuto al contagio da coronavirus. Non sono più ammessi ritardi! Allo stesso tempo, per superare, una volta e per tutte la frammentarietà delle misure per la medicina generale c’impegneremo in questo anno affinché si vari una legge per una scuola di  specializzazione in medicina generale”.

“Per il concorso di medicina generale del triennio 2020-2023, è stato previsto un totale di borse di studio pari a 1.302, distribuite per Regione: un numero che non sembra tenere in conto sia dell’imbuto formativo, che dei prossimi pensionamenti che coinvolgeranno circa la metà della forza lavoro attualmente presente. Il Sindacato Medici Italiani ritiene che il corso di formazione debba diventare una specializzazione che superi definitivamente l’imbuto formativo in medicina generale”, conclude Onotri.

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