Il Governo dell’innovazione farmaceutica. Workshop a Milano

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Milano, 10 marzo 2017 – Massimo Medaglia, Dirigente Struttura Farmaco, dispositivi e HTA Regione Lombardia, ha aperto la giornata di lavoro promuovendo il coinvolgimento degli attori a livello locale e non imporre scelte dall’alto. Medaglia ha inoltre parlato del tema della farmaceutica: i fondi relativi ai farmaci innovativi oncologici fanno parte del fondo sanitario nazionale e non ne hanno uno dedicato. Con la centralizzazione delle scelte vi è un minor potere decisionale da parte delle regioni. L’obiettivo è: “continuare il percorso di collaborazione con gli attori del sistema e mantenere i contatti con i professionisti affinché il paziente venga trattato al meglio e in modo uguale su tutto il territorio nazionale”, ha concluso il Dirigente.

Nella tavola rotonda intitolata: “Quali modelli di governance adottare regionale per garantire una gestione sostenibile dell’innovazione in oncologia”, si è discusso su come sia necessario poter tener conto del costo totale del trattamento di una malattia e non solo di quello legato all’acquisizione del farmaco, per poi compararlo all’incremento di benessere del paziente e, con lui, del suo contesto sociale. Il punto non è solo l’equazione costi-efficacia, quindi ma anche il valore nel tempo: bisogna infatti considerare i benefici di un farmaco in tutto il suo arco di vita, poiché il suo impatto clinico può durare per generazioni.

Roberto Francesco Labianca, Direttore Cure Palliative e Hospice ASST Papa Giovanni XXIII Bergamo – ha parlato nel suo intervento di accesso alle nuove terapie e della Rete Oncologica Lombarda, la quale ha l’obiettivo di fungere da tramite tra i pazienti e le istituzioni. La ROL assume in questo senso un carattere di governance. La sfida attuale è di: ridurre i momenti in cui non si fanno i trattamenti medici adeguati e i momenti in cui si fanno dei trattamenti quando il paziente non ne ha ancora bisogno aumentando sprechi inutili.

“Per quanto riguarda l’innovazione è giusto che AIFA sia scrupolosa e attenta nel proporre determinati farmaci, purché lo faccia nei tempi giusti garantendo l’accesso alle cure, la sostenibilità e l’efficienza organizzativa”, ha concluso il Professore.

Giordano Beretta, Segretario Nazionale AIOM, Responsabile Oncologia Medica Humanitas Gavazzeni Bergamo, ha spiegato come l’AIOM ha sempre prediletto scelte di appropriatezza dei percorsi: un criterio fondamentale per razionalizzare le spese. “La creazione di PDTA che partano da linee guida scientifiche, potrebbe migliorare le spese relative al farmaco e anche quelle accessorie”.

Secondo Filippo De Braud, Direttore Dipartimento Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, “I trattamenti per le patologie ematologiche sono costosi in modo eguale a quelli per i tumori solidi”. Anche De Braud ha evidenziato l’importanza del PDTA e dei centri di prescrizione selezionare in maniera appropriata i pazienti per sostenere la spesa, discutere il prezzo, disporre dell’informatizzazione per stabilire la durata media di un trattamento con un farmaco. Informatizzazione omogenea sul territorio e investire su questo per migliorare la capacità gestionale.

“Altro punto importante – prosegue il Direttore – è la ricerca mette le aziende in competizione con se stesse, ma ci aiuta ad avere gli strumenti idonei per la valutazione e la Regione dovrebbe contribuire a investire in questo settore”.

Rosanna D’Antona, Presidente Associazione Europa Donna, ha portato la sua esperienza come presidente di un’associazione di donne che sono state colpite da tumore al seno: “Per garantire il diritto ai trattamenti migliori e più efficaci in tutte le fasi della malattia e con una gestione ottimale delle risorse, il modello di riferimento è quello del centro di senologia multidisciplinare (Breast Unit)”.

La gestione delle terapie in percorsi diagnostico-terapeutici multidisciplinari integrati infatti, consente una scelta dei programmi terapeutici più razionale e mirata ai bisogni della singola donna e la messa a punto di protocolli di intervento terapeutico condivisi fra i professionisti del team, con il concorso delle società scientifiche e con la partecipazione attiva delle associazioni femminili.

Francesco Gregis, Coordinatore Gruppo di Lavoro in Oncologia SIFO Regione Lombardia, ha spiegato che il Gruppo di lavoro in Oncologia della Regione Lombardia nasce nel 1996 all’interno della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera (SIFO): “Riunisce attualmente più di 30 Farmacisti ospedalieri che si occupano di allestimento di farmaci oncologici all’interno di 14 Aziende Socio Sanitarie Territoriali (ASST) e 5 Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) presenti sul territorio lombardo implementando la sicurezza dei pazienti attraverso l’allestimento di preparati secondo Farmacopea, Raccomandazioni Ministeriali e norme Europee – continua Gregis – compito del Gruppo è quello di ridurre gli sprechi prodotti”.

Salvatore Siena, Direttore Dipartimento di Ematologia e Oncologia, Niguarda Cancer Center, Ospedale Niguarda, Università degli Studi di Milano, ha affermato che: “L’appropriatezza delle indicazioni oncologiche è condizione fondamentale per un buon governo clinico e questo sta interamente nei compiti degli oncologi. Il resto del governo farmaceutico sta alle autorità sanitarie che stabiliscono prezzi e disponibilità delle risorse economiche e sanitarie”.

Antonio Ardizzoia, Direttore Oncologia ASST Lecco – ha valutato nel suo intervento il lavoro fatto finora in regione Lombardia, analizzando luci ed ombre. “La situazione relativamente all’uso dei farmaci innovativi ad alto costo è abbastanza omogenea se si analizzano le varie provincie ma, l’uniformità però non deve essere solo terapeutica ma di percorso – prosegue il Direttore – un percorso ben strutturato nelle modalità e nei servizi offerti assicura standard di cura adeguati e verosimilmente minor spreco di risorse”.

Licia Fioretti, Associazione Salute Donna Onlus, “Il modello lombardo rappresenta un’oasi felice sia per quanto riguarda la presa in carico del paziente che la funzionalità della Rete. Nella nostra associazione non si assiste a drammatici ritardi nell’accesso ai farmaci innovativi, ad alto costo e mi risulta e la distribuzione territoriale è abbastanza omogenea in tutta la regione. Un’area di miglioramento della rete oncologica lombarda è forse rappresentata dalle lista d’attesa, che a volte sono estremamente lunghe”.

Antonio Aglione, Delegato FAVO Lombardia, ha affermato che: “L’innovazione in oncologia induce tre ambiti di riflessione: equità dell’accesso alle cure innovative, coinvolgimento dei pazienti nei processi decisionali, sostenibilità di sistema – continua Aglione – le Associazioni di Pazienti contribuiscono concretamente alla partecipazione attiva a sessioni di HTA e alle Reti Oncologiche, alla liberazione di risorse e miglioramento della qualità da ottimizzazione dei Percorsi di Cura, infine all’adozione di tecnologie eHealth e mHealth”.

Giuseppe Viale, Direttore Dipartimento di Patologia, Università di Milano IEO Istituto Europeo di Oncologi, ha parlato di ricerca e di integrazione; entrambe contribuiscono a un risparmio notevole, se solo si avessero dei fondi ad hoc. “Il modello di ricerca attuale è quello di cercare di aggiungere un valore aggiunto a un farmaco che esiste già sul mercato. Sarebbe necessaria l’implementazione di un modello di ricerca di escalation e mira a capire quali sono i pazienti che non necessitano di questi farmaci”, ha concluso Viale.

Corrado Tinterri, Responsabile di UO e Director Breast Unit Senologia, Humanitas Rozzano, Milano, ha dichiarato che: “Il modello assistenziale delle Reti Oncologiche rappresenta l’espressione più efficiente e moderna di gestione appropriata\integrata del paziente oncologico. Il PNE (Programma Nazionali Esiti), gli standard ospedalieri del DM 70/2015 e gli indicatori per i piani di rientro delle grandi aziende ospedaliere (Legge di Stabilità 2016) hanno introdotto logiche, parametri e dati sempre più orientati al concetto di clinical competence. L’innovazione nei processi di cura passa attraverso la rimodulazione dei servizi ospedalieri che devono garantire omogeneità e uniformità dell’offerta sanitaria regionale\nazionale”.

fonte: ufficio stampa

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