Il coronavirus non andrà in vacanza. L’epidemiologo Ciccozzi: “Ripartire, ma con regole e scaglioni”

Roma, 24 aprile 2020 – Voglia di pensare al mare, alla spiaggia. O alla montagna. Ma gli epidemiologi frenano e dicono che il Covid-19 non andrà in vacanza molto presto. Ci vorrà l’autunno, forse con l’arrivo di un vaccino. Ma l’acqua e la sabbia saranno sicure o contaminate dal virus? A dare queste e altre risposte all’agenzia di stampa Dire, in una intervista via Skype, il prof. Massimo Ciccozzi, direttore dell’Unità di statistica medica ed epidemiologia del Campus Bio-Medico di Roma.

Partiamo dal suo ultimo studio, quello con Robert Gallo (noto per aver scoperto negli Anni 80 il virus dell’HIV), che ha consentito la differenziazione del ceppo asiatico da quello europeo evidenziando inoltre che ognuno muta differentemente. Questo significa che trovato un vaccino, se il Covid-19 dovesse mutare ancora non garantirebbe la copertura?
“Il vaccino si fa su parti che non si modificano nel tempo, è sicuro e universale. Lo studio che abbiamo portato avanti era sull’RNA polimerasi. In Asia mutazioni non ne abbiamo trovate, al contrario ne abbiamo intercettate molte in Europa e un po’ meno in Nord-America. Questo ci fa pensare a diverse strategie terapeutiche, perché mutato potrebbe essere resistente a una terapia e non a un’altra. Ma non davanti a un vaccino”.

Prof. Massimo Ciccozzi

A tal proposito, molte company stanno lavorando in questo senso. Molte dicono di essere vicino e già testano sull’uomo. Qual è la metodica più promettente?
“Non possiamo dire quale possa essere perché sono tutte in fase di sperimentazione, quindi dobbiamo vedere chi alla fine ci darà più garanzie di copertura. L’IRBM in collaborazione con l’Università di Oxford, per quello che so, è molto avanti su questo, poiché hanno utilizzato molecole già testate precedentemente per altri vaccini come quello della SARS del 2002-2003 poi abbandonato, come sappiamo tutti, perché il virus scomparve improvvisamente. Dicono di potere avere un vaccino già per ottobre o novembre. Ma c’è anche il vaccino a cui lavora Anthony Fauci che credo sia arrivato anche questo nella prima fase sull’uomo. Se il virus perde potenza e diventa evolutivamente più debole, potrebbe incominciare ad adattarsi a noi diventando un nostro ‘compagno di viaggi’ con una sintomatologia molto più lieve e meno contagiosa. Ci si potrebbe vaccinare così come già accade tutti gli anni per l’influenza”.

Si discute ancora moltissimo di quando e come fare ripartire l’Italia?
“La nostra vita sicuramente cambierà, almeno fin quando non ci sarà il vaccino. Da epidemiologo io penso alla salute delle persone, non penso a un fatto economico. Prima stiamo bene e poi ci tiriamo su le maniche, perché noi siamo bravi a farlo, non solo a curare le persone ma anche a ricominciare daccapo. Lo abbiamo fatto tante volte e lo faremo anche questa volta. Per quanto riguarda le Regioni, è qualcosa che va deciso dai presidenti, ma dal punto di vista epidemiologico direi di aprire intanto e aprire leggermente, ma con delle regole precise e da rispettare in quelle zone con l’R0. Se noi abbiamo una Regione con 0,5 o 0,6 io consiglierei di aprire intanto quella regione, e magari in tempi differenti altre che possono avere 1,2. Al via solo chi ha meno circolazione del virus all’interno del territorio per capirci. Per quanto riguarda i trasporti mi pare ci sia un controllo del flusso dei passeggeri con una porta d’ingresso e una di uscita, si differenziano ed è molto. Le persone devono sedersi una sedia sì e una no. E in piedi ci dovranno essere delle tracciature a terra, vanno usati i guanti per non toccare maniglie e interni dei mezzi che poi vanno gettati una volta tornati a casa. Inoltre io suggerirei i dispenser per le mani in metro e bus”.

C’è voglia di vacanza, ma il virus può contaminare l’acqua del mare o la sabbia, oppure siamo tranquilli?
“Io sono un uomo di mare, ci vivrei al mare quindi per me sarebbe una delusione non andarci. E avevo pensato di chiederlo al virus: che vuoi fare questa estate? Però ho capito che difficilmente avrei ricevuto una risposta, per cui dobbiamo riandare sulle regole epidemiologiche. Non ci sono evidenze scientifiche di presenza del virus nell’acqua di mare, che peraltro ha una certa salinità che sicuramente gli darà fastidio rispetto all’acqua reflua. Al mare direi che ci si può andare se manteniamo le distanze e tutte le regole”.

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