I dati personali degli italiani potrebbero finire in mano all’IBM. La Ue risponde all’interrogazione di Pedicini

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Bruxelles, 15 novembre 2017 – Intervento della Commissione Ue sull’intricata vicenda dei dati personali degli italiani, che la multinazionale americana Ibm vorrebbe acquisire nell’ambito di un controverso accordo con il governo italiano per la realizzazione a Milano di un Centro europeo per l’archiviazione di informazioni sanitarie sui cittadini.

A seguito di un’interrogazione dell’eurodeputato Piernicola Pedicini, l’organo esecutivo della Ue ha risposto e ha spiegato cosa prevedono le normative europee in materia di privacy e utilizzo di dati sensibili.

Le risposte della Commissione fanno riferimento alla realizzazione del Centro di eccellenza Ibm Watson Health (super computer sulla salute) che dovrebbe consentire di gestire i dati personali relativi a prestazioni sanitarie e farmaceutiche memorizzati negli archivi della Regione Lombardia e dell’Agenzia italiana del farmaco.

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On. Piernicola Pedicini

Rispetto ai quesiti posti da Pedicini, in riferimento ai diritti, alla libertà e alla privacy dei cittadini, nel caso di utilizzo di dati in ambito sanitario, la Commissione ha precisato che “a decorrere dal 25 maggio 2018, il trattamento dei dati personali, compresi i dati relativi alla salute, dovranno rispettare le nuove norme contenute nel Regolamento generale dell’Ue sulla protezione dei dati (Rgpd). Questo nuovo Regolamento abroga una vecchia direttiva Ue del 1995 che si occupava di protezione dei dati personali”.

In relazione al Centro di Watson Health Ibm che dovrebbe nascere a Milano, la Commissione ha evidenziato che “collabora strettamente con gli Stati membri al fine di applicare le norme del Regolamento sulla protezione dei dati per conseguire un elevato livello di protezione dei dati personali in tutta l’Unione”.

Oltre a questo la Commissione ha precisato che “il Regolamento generale sulla protezione dei dati prevede, in particolare, il diritto del singolo ad essere informato dal responsabile del trattamento in merito alla finalità del trattamento e su altri aspetti rilevanti, quali l’esistenza di un processo decisionale automatizzato, informazioni significative sulla logica utilizzata, nonché l’importanza e le conseguenze previste di tale trattamento per l’interessato; la persona interessata ha anche il diritto di ricevere informazioni sull’intenzione di un ulteriore trattamento dei dati personali per finalità diverse da quelle iniziali. L’interessato ha il diritto di non essere sottoposto a una decisione basata unicamente sul trattamento automatizzato, compresa la profilazione, che produca effetti giuridici che lo riguardano o che incida in modo analogo significativamente sulla sua persona. A seconda della finalità del trattamento, nonché dei rischi per i diritti degli individui, i responsabili del trattamento devono disporre di adeguate misure tecniche e organizzative per garantire che il trattamento sia conforme al regolamento generale sulla protezione dei dati”.

Per completare l’argomento, va aggiunto che varie fonti giornalistiche hanno denunciato come l’accordo siglato a marzo 2016 tra Ibm e l’allora governo Renzi, potrebbe consentire alla multinazionale americana di impossessarsi dei dati sanitari di tutti i cittadini italiani e offrirli al mercato.

Il progetto dell’Ibm prevede di investire fino a 135 milioni di euro nel corso dei prossimi anni riunendo data scientist, ingegneri, ricercatori e progettisti di Watson Health per sviluppare una nuova generazione di applicazioni e soluzioni sanitarie basate sui dati.
In cambio, il governo italiano si è impegnato a fornire gratuitamente a Ibm i preziosissimi e riservatissimi dati sanitari degli italiani, a partire da quelli che vivono in Lombardia. Ibm riceverà anche 60 milioni di finanziamenti, 30 dal Ministero dello Sviluppo economico e 30 dalla Regione Lombardia.

Il sofisticato sistema informatico avrebbe accesso ai dati dei pazienti, ai dati farmacologici, ai dati del registro dei tumori, ai dati Aifa sui farmaci, ecc. Secondo l’accordo, le informazioni potranno essere usate da Ibm a proprio piacimento, compresa la cessione a terzi, come compagnie di assicurazione o aziende farmaceutiche.

Della questione se ne sta occupando il Garante della privacy italiano, e ora grazie all’interrogazione di Pedicini anche la Commissione europea.
L’Ibm, per difendersi, ha detto che i dati verranno anonimizzati. Ma anche su questo aspetto, è noto che una piattaforma informatica come Ibm Watson Health, se vuole, può di nuovo riconvertirli e personalizzarli.

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