Giornata Mondiale della Salute. “La sicurezza alimentare passa per l’efficienza dei controlli e per l’educazione del consumatore”, MDC

Nel 2014 sequestrati oltre 10 milioni di chili di alimenti per un valore di circa 500 milioni di euro. Circa 1.000 le strutture chiuse

donna-al-supermercato7 aprile 2015 – Alimenti in cattivo stato di conservazione, con sostanze nocive e carenze igieniche. Prodotti come latte di bufala, mozzarelle, mosti di uva con origini sconosciute. Falsi made in Italy come salumi e prosciutti di Parma Dop, traffici di ormoni della crescita vietati e destinati agli allevamenti. Sono alcuni dei casi di irregolarità lungo la filiera agroalimentare riscontrati nel 2014 in Italia.

In occasione della Giornata Mondiale della Salute dedicata alla sicurezza alimentare (#safefood), che si celebra oggi, 7 aprile 2015, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ci ricorda come ogni anno si stimano 2 milioni di morti per cibo o acqua contaminati.

“In un sistema produttivo e distributivo agroalimentare complesso e globalizzato – afferma l’Area Sicurezza Alimentare del Movimento Difesa del Cittadino (MDC) – l’azione di prevenzione e repressione delle frodi attuata da tutti gli istituti preposti al controllo è uno degli elementi essenziali per garantire la sicurezza degli alimenti, insieme a una normativa sulla sicurezza e alla educazione del consumatore. Il cittadino è sempre più consapevole quando acquista prodotti e il compito di noi associazioni è proprio informare e formare”.

Proprio per questo il Movimento Difesa del Cittadino, in occasione dell’entrata in applicazione della nuova normativa europea sull’etichettatura degli alimenti (Reg. 1169/2011) lo scorso dicembre, ha lanciato l’hashtag #AlimentiNuoveEtichette con tante semplici pillole per spiegare cosa realmente sta cambiando nell’etichetta dei cibi che acquistiamo. I cittadini, tramite i canali social Facebook e Twitter, potranno conoscere meglio la rivoluzione in materia di informazione ai consumatori che sta cambiando le etichette di tantissimi prodotti.

“In merito ai controlli nella filiera agroalimentare possiamo affermare che il sistema italiano è molto efficiente grazie al contributo di tutti gli istituti preposti al controllo”, aggiunge MDC ricordando come un esempio di efficienza siano i dati dell’attività operativa svolta dai Carabinieri.

Nel 2014 oltre 1.150 imprese agricole sono state controllate dal Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari (NAC) sia per quel che riguarda le illecite erogazioni di aiuti comunitari che l’agropirateria. Il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute (NAS) ha invece effettuato oltre 37.500 ispezioni, in particolare nel comparto della Ristorazione con oltre 12.600 controlli.

Per garantire ai cittadini un cibo sano e sicuro è necessario un intervento mirato e strutturato passando per la prevenzione, la tutela normativa, l’educazione del consumatore e la repressione tramite i controlli preceduti da una attenta analisi del rischio. Non bisogna mai dimenticare l’altro lato della medaglia delle notizie di reati agroalimentari: i beni sequestrati non arriveranno mai sulle nostre tavole!

In particolare, i NAS hanno effettuato sequestri per un valore di circa 460 milioni di euro. Le sanzioni penali accertate sono state oltre 3mila, 17.343 quelle amministrative mentre 949 strutture sono state chiuse. Il valore più alto dei sequestri è stato registrato invece per il settore delle Carni e Allevamenti con oltre 140milioni di euro. Macellazione di bovini affetti da tubercolosi, brucellosi e blue tongue, falsamente indicati di razza pregiata come la chianina sono stati scoperti dai NAS di Perugia nel mese di giugno: ben 65 persone (tra cui 56 allevatori e commercianti) sono state segnalate all’Autorità Giudiziaria perché ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio e alla commercializzazione di sostanze alimentari adulterate. A Cremona, invece, nel mese di ottobre un medico veterinario è stato trovato in possesso di una quantità ingente di farmaci veterinari privi di registrazione e autorizzazione all’immissione in commercio. L’indagine ha consentito di appurare un vasto traffico extra Ue di somatotropina, ormone della crescita impiegato per aumentare la produzione di latte.

Gran parte dei sequestri dei Carabinieri Politiche Agricole ha riguardato invece il comparto vitivinicolo (oltre 165 mila kg di prodotto per oltre 240 mila euro di valore) mentre le violazioni sono state accertate soprattutto nel comparto lattiero caseario (16 penali, 38 amministrative, per un valore di 150 mila euro).

Tra le principali operazioni si ricordano le azioni di intensificazione durante il periodo estivo soprattutto nei confronti di prodotti a marchio DOP/IGP/STG, Biologico e “Made in Italy”, che tendenzialmente registrano una maggiore incidenza nei periodi di maggiore flusso turistico. L’attività ha visto una prima fase di controlli straordinari su 75 linee produttive, in cui soprattutto nei settori lattiero caseario e zootecnico sono state riscontrate irregolarità nei sistemi di etichettatura e rintracciabilità. In particolare nelle province di Parma, Modena e Bologna 8 aziende sono state interessate a sanzioni per indebite evocazioni di marchi DOP e al sequestro di oltre 15.000 etichette irregolari. In provincia di Salerno sono stati effettuati controlli straordinari sul traffico merci della rete stradale bloccando il trasporto irregolare su autobotti di 5 tonnellate tra latte fresco bovino, latte di bufala e mozzarelle risultate prive della documentazione di tracciabilità.

La sinergia tra le attività degli istituti preposti al controllo è valore aggiunto per tutto il sistema di vigilanza. Una conferma arriva dai risultati di operazioni come quelle in occasione della campagna vendemmiale 2014 attuate dal Nucleo Antifrodi Carabinieri di Salerno e dall’ICQRF – Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari di Bari. In particolare, in provincia di Foggia, nel corso di un controllo ad un’azienda vinicola sono stati sequestrati 250 quintali di uva da mensa e 350 quintali di mosto “muto” ottenuto da uve da mensa, poiché introdotti all’interno dell’azienda e destinati alla vinificazione illegale.

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fonte: ufficio stampa

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