Giornata Mondiale del Rene, screening gratuiti presso ospedale di Terni e Usl Umbria 2

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Terni, 12 marzo 2019 – In occasione della giornata mondiale del rene, l’Azienda ospedaliera di Terni e la Usl Umbria 2 promuovono a Terni uno screening gratuito per la prevenzione e la diagnosi precoce delle patologie renali, che sarà effettuato la mattina del 14 marzo dalle ore 8.00 alle 10.00 presso l’ambulatorio di Nefrologia dell’Azienda ospedaliera di Terni (piano terra della palazzina Nefrologia-Dialisi esterna al blocco ospedaliero) e presso l’ambulatorio di Nefrologia dell’Azienda Usl Umbria 2 in via Bramante (primo piano, scala B, settore giallo, stanza 129).

Lo screening prevede esami standard delle urine e creatinina serica e la misurazione della pressione arteriosa. Le persone che risulteranno essere affette da patologia renale senza saperlo saranno avviate ad un percorso diagnostico approfondito presso l’Azienda ospedaliera e la Usl Umbria 2 per poter intervenire tempestivamente con un piano terapeutico e comportamentale ottimale per rallentare la sua progressione, prevenire complicanze e conservare, quindi, una buona qualità della vita.

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“L’insufficienza renale cronica (IRC) è una patologia insidiosa – spiega il dottor Riccardo Maria Fagugli, direttore della struttura di Nefrologia e Dialisi del Santa Maria di Terni – proprio perché non presenta sintomi e può operare indisturbata per anni per poi manifestarsi quando è tardi per affrontarla in modo efficace. Per questo sono fondamentali da un lato la prevenzione, attraverso l’informazione e l’acquisizione di corretti stili di vita e abitudini alimentari, e dall’altro la diagnosi precoce, che può essere effettuata con semplici esami, poco costosi per le aziende e non invasivi per i pazienti, come è lo screening che andremo ad effettuare il 14 marzo nel nostro ambulatorio”.

“È inoltre – spiega il dottor Gianluca Rossi, responsabile dell’ambulatorio di Nefrologia del Distretto di Terni dell’Azienda Usl Umbria 2 – una patologia di grande impatto sulla salute pubblica per tre ordini di motivi: il numero crescente di pazienti con IRC a causa dell’aumento dell’età della popolazione generale e delle patologie ad essa correlate, quali ipertensione e diabete di tipo 2, l’elevato tasso di mortalità e morbidità cardiovascolare nell’IRC nei pazienti in dialisi cronica e in quelli con danno renale iniziale, e la disabilità e il peggioramento generale della qualità della vita che comporta il trattamento dialitico. A tal fine è fondamentale la sensibilizzazione della popolazione, in particolare per quanto riguarda la prevenzione e diagnosi precoce. Tale iniziativa si inserisce in un quadro di sempre più stretta collaborazione tra l’Azienda ospedaliera di Terni, il Distretto di Terni e i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta nell’ambito della medicina d’iniziativa”.

Dati epidemiologici. In Italia si può stimare che 6,8 persone ogni 100 hanno una malattia renale e 2,8 persone ogni 1000 hanno un’insufficienza renale cronica avanzata e di questi pazienti il 60% circa ha più di 60 anni. La sua presenza è favorita da altre malattie croniche come il diabete, l’ipertensione arteriosa, la vasculopatia arteriosclerotica e da stili di vita scorretti (sedentarietà, eccesso di farmaci, fumo di sigaretta, ecc.) e cattive abitudini alimentari.

Allo stato attuale, per quanto riguarda le malattie renali croniche, in Italia si conosce solo la prevalenza dell’IRC in fase terminale. Nel 2015, il Registro Italiano di Dialisi e Trapianto della Società Italiana di Nefrologia ha censito 42.375 pazienti in emodialisi, 4.438 in dialisi peritoneale e 23.467 portatori di trapianto renale per un totale di 70.280 in terapia sostitutiva renale.

La prevalenza in Italia di pazienti in dialisi nel 2015 è risultata di 770 per milione di abitanti, mentre l’incidenza era di 154 pazienti per milione di abitanti. In Umbria nel 2009 erano in dialisi circa 870 pazienti per milione di abitanti, e i nuovi ingressi erano stati circa 180 per milione di abitanti. In Umbria ogni anno giungono alla fase terminale della malattia renale e quindi alla dialisi o al trapianto circa 900 pazienti.

“I dati epidemiologici ci dicono che il numero dei pazienti arrivano sempre più da una malattia renale acuta non curata adeguatamente o non riconosciuta – conclude il dott. Fagugli – pertanto occorre inoltre migliorare  la rete fra ospedali, come previsto dal Piano Sanitario Regionale, con lo scopo di prevenire e migliorare l’assistenza di quelle patologie renali acute che innescano la malattia renale cronica o ne favoriscono la sua progressione verso forme terminali che necessitano di trattamento dialitico”.

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