Giornata Mondiale del Rene, la testimonianza di Felice: “Il trapianto mi ha salvato la vita”

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Avellino, 13 marzo 2019 – Felice Peluso, volontario AIDO – Associazione Italiana Donatori di Organi, Tessuti e Cellule – ha avuto nella sua vita due trapianti di rene, ma ciononostante conduce una vita più che normale, tra lavoro, amici e famiglia.

La prevenzione è fondamentale. Nel suo caso avrebbe potuto risparmiarle il trapianto?
La prevenzione è importante perché, come tutti sappiamo, la maggior parte delle patologie, se prese in tempo, si possono addirittura debellare, come nel mio caso per esempio. Se avessi eseguito un screening annuale avrei sicuramente saputo molto prima che i miei reni avevano qualcosa che non andava e non mi sarei ritrovato a 22 anni, nel giro di un mese, catapultato in una realtà fino a pochi giorni prima del tutto sconosciuta… la dialisi, che è la terapia sostitutiva artificiale alla funzionalità reale dei reni, insieme al trapianto.

Se ogni anno mi fossi sottoposto ad uno screening, come si invita a fare proprio in questi giorni, sicuramente mi avrebbero in primo luogo messo a dieta iposodica e aproteica, con basso contenuto di potassio, e mi avrebbero raccomandato di tenere sotto controllo la pressione arteriosa, che è considerata uno dei pochi campanelli di allarme dell’insufficienza renale. Attraverso la proposta di adottare una dieta contenitiva, avrei prolungato quasi sicuramente i tempi per entrare in dialisi.

Che cos’è la dialisi?
La dialisi meglio conosciuta come emodialisi è una terapia che sostituisce la funzionalità fisica renale, che viene effettuata a soggetti che hanno una ridotta o assente funzionalità renale e consiste nel depurare il sangue attraverso una macchina chiamata rene artificiale. La dialisi non deve essere considerata un punto di arrivo, ma una fase di transizione per il paziente per arrivare al trapianto.

Quanto è diffusa la cultura della donazione?
Non molto, se pensiamo che in lista di attesa per un trapianto di rene ci sono circa 9.000 persone e ogni anno se ne aggiungono molti altri. Oggi in Italia si fanno circa 2.000/2.500 trapianti e le liste diventano lunghissime. Per questo io e tanti altri amici volontari AIDO – Associazione Italiana Donatori di Organi, Tessuti e Cellule – ogni giorno cerchiamo di informare e coinvolgere quante più persone possibili alla cultura della donazione.

Cosa la spinge a sensibilizzare le persone a informarsi sulla donazione?
Io credo molto in questa mission, perché se oggi posso portare la mia testimonianza è perché qualcuno ha detto sì alla donazione degli organi e quel qualcuno ha detto sì perché qualcun altro lo ha informato che dopo la sua vita terrena poteva far vivere altre persone grazie alla donazione dei suoi organi. Chi è in attesa di un organo può contare solo sulla donazione per poter continuare a vivere, a volte non ci si pensa perché non siamo interessati in prima persona, eppure io dico che ci sono molte più probabilità che si possa diventare riceventi e non donatori.

Come si diventa donatori d’organo?
Si può diventare donatori esprimendo il proprio consenso presso gli appositi sportelli delle Asl di appartenenza, oppure firmando l’atto olografo dell’associazione AIDO, oppure con una dichiarazione in carta libera completa di tutti i dati personali, datata e firmata. Infine, da qualche anno, anche presso i Comuni che hanno aderito al progetto “Una scelta in Comune” al momento del rinnovo della Carta d’identità.

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