Farmaci off-label, il 70% di quelli prescritti ai bambini non è idoneo per loro

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I più piccoli devono essere curati in maniera specifica, non con “posologie in miniatura” di farmaci autorizzati e testati per la popolazione adulta. A Trieste l’IRCCS Burlo Garofolo ha organizzato con l’Associazione degli ospedali pediatrici italiani un convegno per sensibilizzare e dare nuove argomentazioni sul tema: “Serve una rete di informazioni che fornisca dati ai medici”

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Trieste, 15 novembre 2017 – Il 70% dei farmaci che viene prescritto ai bambini non è specificatamente studiato (e autorizzato) per loro. Vi è infatti carenza di farmaci ideati e realizzati in maniera specifica per l’utilizzo sulla popolazione pediatrica, e quasi due terzi delle prescrizioni riguardano farmaci validati per la popolazione adulta. La percentuale sale all’80% quando si analizzano le prescrizioni per curare i neonati.

A sensibilizzare, ancora una volta sul delicato tema dei farmaci off-label, è l’IRCCS Burlo Garofolo, che ieri a Trieste al NH Hotel, ha organizzato un confronto con il supporto di AOPI, l’Associazione degli ospedali pediatrici italiani: clinici, ricercatori, autorità legislative e giuridiche si sono confrontati su questo delicato tema, alla ricerca di un modus operandi comune, necessario per curare al meglio i più piccoli, che non sono “adulti in miniatura” e quindi devono essere curati in maniera specifica, non con “posologie in miniatura” di farmaci autorizzati e testati per la popolazione adulta.

L’elevato uso di farmaci autorizzati per adulti nella medicina pediatrica – si definiscono farmaci “off-label” – impone infatti a tutti gli stakeholders, dai medici ai farmacisti, dal ricercatori alle aziende farmaceutiche, l’obiettivo di mettere e avere a disposizione un numero più elevato di farmaci specifici per la popolazione pediatrica, affinché siano sempre più sicuri ed efficaci per i bambini.

Da Trieste, e dall’AOPI, è emersa ed è stata ancora una volta sottolineata e richiesta una posizione comune: serve un lavoro di squadra tra medici, farmacisti, aziende farmaceutiche e ricercatori, è necessario trovare una sinergia prima di tutto nella raccolta di dati e nei modelli comuni di rilevazione e raccolta: se i tempi e le logiche di mercato non favoriscono lo sviluppo di farmaci pediatrici, i medici hanno bisogno subito di informazioni per poter curare i più piccoli.

“La nostra strada – ha spiegato la farmacista del Burlo, Anna Arbo – è quella di favorire la creazione di database che attraverso modelli di rilevazione unificati possano raccogliere le informazioni che sono necessarie ai medici: affetti avversi, efficacia, interruzione della terapia, dati sistematici a disposizione di chi deve curare i più piccoli, ma a disposizione anche delle società scientifiche, affinché con la conoscenza possiamo assieme colmare questo grande gap”.

Sono oltre 1.200 i farmaci off-label resisi necessari, negli ultimi cinque anni, per curare bambini all’IRCCS Burlo Garofolo: “Un numero – ha spiegato ancora la dott.ssa Arbo – che evidenzia come la condivisione delle informazioni e la costruzione di un database partecipato sia strategico”.

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