Fabbisogno specialisti, Anaao Giovani: “La mancata intesa mina la sopravvivenza del SSN”

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Roma, 14 maggio 2018 – Anaao Giovani esprime estremo disappunto per la mancata intesa sul fabbisogno di medici specialisti rispetto alla bozza presentata nell’ultimo incontro Stato-Regioni, una scelta miope, che mina pericolosamente la sopravvivenza stessa del nostro Sistema Sanitario Nazionale.

A quanto pare alle Regioni italiane non interessa che i loro giovani neolaureati in medicina, il futuro del sistema sanitario nazionale, che loro stesse hanno contribuito economicamente a formare con una spesa di 150.000 euro cadauno, siano costretti ad emigrare all’Estero per l’assurdo imbuto formativo che impone ogni anno a 11.000 neolaureati di partecipare ad un concorso per 6.000 borse di specialità.

A quanto pare alle Regioni italiane non interessa che i concorsi, ora anche nelle Regioni cosiddette ‘virtuose’, vadano deserti nelle branche vitali per i servizi per gli utenti, ovvero l’emergenza urgenza.

A quanto pare alle Regioni italiane non interessa che, in mancanza di candidati ai concorsi, i servizi di pronto soccorso e le sale operatorie vengano sempre più spesso subappaltati al privato accreditato e a cooperative di medici ed infermieri di cui è difficile verificare livello di preparazione e affidabilità.

Anaao Giovani ribadisce quindi con forza che questa è davvero l’ultima chiamata per il nostro Sistema Sanitario Nazionale e l’unico modo per salvarlo dalla lenta asfissia cui è stato condannato da anni di tagli delle risorse.

Anaao Giovani auspica quindi che i Governatori delle Regioni facciano la loro parte ed investano sul futuro della loro Sanità che passa necessariamente dalla formazione dei giovani medici Italiani.

Anaao Giovani inoltre esprime profondo dispiacere per la mancata istituzione della laurea abilitante, come auspicato, sostituita invece dalla modifica dell’attuale esame di stato. È sicuramente una nota positiva l’anticipo del tirocinio formativo, che precedentemente si svolgeva nei mesi successivi la laurea, agli ultimi due anni del Corso di Studi, permettendo così di accorciare i tempi morti che prolungavano inutilmente il percorso del giovane medico. Tuttavia resta il rammarico per una vittoria a metà.

Ciò che si sperava infatti era la totale soppressione dell’esame di stato, non la sua modifica.

Appare sempre più necessario e urgente una riforma del sistema di formazione che permetta al medico di accedere immediatamente dopo la laurea al mondo del lavoro tramite l’inserimento in un percorso di formazione garantito a tutti i laureati in Medicina e Chirurgia. Senza rimanere intrappolato in un imbuto formativo, frustrante per lui e dannoso per la comunità che ha investito una quantità enorme di risorse per permetterne la formazione.

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