Disfunzione erettile e problemi cardiaci. Doppler ‘intimo’ per misurare gli effetti dei farmaci per l’ipertensione

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coppia-medico-visitaRoma, 30 agosto 2016 – I farmaci antiipertensivi, in particolare diuretici e beta-bloccanti hanno tra i loro effetti avversi la possibilità di poter interferire con la funzione erettile, (succede in un 10-20% dei soggetti in trattamento) ma sinora nessuno studio aveva investigato esattamente l’effetto di ciascuna classe di farmaci sull’emodinamica delle arterie del pene.

Si sono presi il compito di verificarlo i medici dell’Hippokration General Hospital di Atene che hanno sottoposto 156 pazienti in terapia da almeno 6 mesi e 47 soggetti che non avevano mai ricevuto trattamenti per l’ipertensione con disfunzione erettile ad un doppler ad ultrasuoni del pene dopo una iniezione intra cavernosa di prostaglandine per valutare la funzionalità e la severità della malattia vascolare dei corpi cavernosi.

È stato studiato l’effetto di ogni classe di farmaci sul picco di velocità sistolica nei pazienti trattati in monoterapia e sono stati poi paragonati agli effetti della combinazione di due molecole specifiche sullo stesso parametro. Un basso valore PSV indicava quindi una compromissione del flusso sanguigno al pene e quindi una disfunzione erettile severa. I risultati hanno mostrato che paragonati ai soggetti che non ricevevano il trattamento per la pressione alta quelli in terapia mostravano un valore PSV inferiore pari al 31,5 contro 36,3 cm/s. I pazienti che ricevevano un beta-bloccante o un bloccante dei canali del calcio mostrava valori inferiori rispetto a quelli che assumevano un ACE o un farmaco bloccante del recettore dell’angiotensina II.

Questo studio ha quindi mostrato che la combinazione di un diuretico con un ARB o con un ACE ha un importante impatto negativo sull’emodinamica delle arterie peniene. “Dal momento che la maggior parte dei pazienti in terapia per ipertensione assume due o più farmaci per controllare meglio il problema appare di enorme importanza conoscere l’effetto delle differenti combinazioni sulla funzione erettile” spiega Leonardo Bolognese, direttore Cardiologia ospedale di Arezzo e Local Press Coordinator ESC congress, che aggiunge “non dobbiamo dimenticare che l’ipertensione è un problema che interessa anche giovani adulti e che la sessualità è un fattore che contribuisce alla qualità di vita degli individui, quindi come medici dobbiamo prenderci carico anche di aspetti solo apparentemente secondari”.

“Già nel 2013, durante il proprio Congresso Nazionale, l’ANMCO aveva indicato i problemi di erezione come RED FLAG trascurate di rischio cardiovascolare – prosegue il dott. Michele Gulizia, direttore Cardiologia Ospedale Garibaldi di Catania e Local Press Coordinator ESC congress – se pensiamo che le proiezioni mondiali stimano oltre 320 milioni di uomini affetti da disturbi dell’erezione entro il 2025 ecco come un problema da andrologi chiama in campo anche la comunità cardiologica. Basti pensare che hanno questo problema il 31% dei soggetti con ipertensione, il 60% di quelli con una storia di ictus, il 40,75 dei pazienti cardiopatici e con vasculopatie periferiche. E l’Omstead County Study (2) ha sottolineato come la DE fosse associata ad un rischio più alto di circa l’80% di malattia coronarica”.

Secondo la definizione del National Institute of Health, è definita disfunzione erettile l’incapacità a raggiungere o mantenere un’erezione adeguata per un soddisfacente rapporto sessuale: ne soffre un uomo su 10 e il 50% dei maschi incorre occasionalmente in qualche disturbo (1). I farmaci betabloccanti, in particolare, interferiscono con la serenità tra le lenzuola nel 10-20% dei casi.

(1)     J. Of Urology – MMAS – 1993

(2)     Mayo Clinic Proc. 2009; 84:108-113

fonte: ufficio stampa

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