Discriminazioni nei confronti dei medici stranieri, AMSI: “Urgono unità e soluzioni politiche”

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Prof. Foad Aodi

Roma, 24 maggio 2018 – Il 23 maggio, durante il convegno “No alla violenza contro i medici e gli operatori sanitari” , promosso dalla dr.ssa Scalise consigliera dell’OMCEO di Roma, che si è svolto presso l’Ordine dei medici della capitale, il prof. Foad Aodi medico Fisiatra, fondatore di AMSI (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia) e dell’UMEM (Unione Medica Euromediterranea) è intervenuto per comunicare la sua  solidarietà a tutti i medici ed ai professionisti della sanità che hanno subito aggressioni di ogni genere. Le aggressioni e le violenze  non hanno né colore né religione, in quanto sono solo brutti episodi che nascono dall’ignoranza.

Le aggressioni sono tutte da condannare senza se e senza ma, dato che, attualmente, sono purtroppo un fenomeno in  aumento dovuto a vari motivi, molto spesso legati alla crisi economica, sociale e di identità che è in atto. Sono anche in aumento a causa della pessima organizzazione strutturale e funzionale di alcune strutture pubbliche e private.

Aodi ha illustrato i dati forniti dello sportello Amsi e del movimento internazionale transculturale interprofessionale “Uniti per Unire” riguardo a tutti gli episodi di discriminazioni nei confronti di medici e professionisti della sanità di origine straniera negli ultimi 3 anni (2015-2017), i quali risultano essere in aumento del 40 per cento.

Sono stati segnalati in tutto 600 episodi di discriminazione, di cui ben 400 compiuti nei confronti di medici e odontoiatri stranieri a cui bisogna aggiungerne altre 200 inerenti a professionisti della sanità stranieri (infermieri, fisioterapisti, farmacisti, psicologi…).

Il 70 per cento si verifica al nord e il 30 per cento al sud .Il 50 per cento del totale degli episodi è provocato solo per motivi legati al colore della pelle o dei paesi di origine,Il 25 per motivi economici, riguardanti personale sottopagato, pagato spesso in ritardo dopo 3 mesi di prova gratuita e non confermati come promesso nei colloqui iniziali,Il 15 per cento avviene per problemi inerenti alla lingua italiana, Il 10 per cento problemi religiosi (aspetti ,abbigliamento  e velo…).

Infine Aodi ha ribadito l’importanza dell’unità della categoria medica per affrontare tutte le problematiche in modo collegiale, in modo da avere più ascolto dalle Istituzioni e dalle forze politiche.
L’Italia non é né sarà mai un paese razzista nonostante alcune proposte di legge profumino di razzismo, populismo e di strumentalizzazione politica.

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