Disagi emotivi del bambino, uno su tre è figlio del Covid

Milano, 21 febbraio 2022 – Da qualche giorno, il Polo Zero-17 Fatebenefratelli a Cernusco sul Naviglio ha iniziato ad affrontare i disturbi dell’infanzia e dell’adolescenza e almeno il 30% dei casi trattati derivano dal lockdown e dalla Dad, sono cioè conseguenze del cambiamento degli stili di vita imposti alle famiglie dall’emergenza Covid-19.

Per ora sono una trentina i minori in cura presso il centro milanese, che lavora in sinergia con l’ospedale Sacra Famiglia Fatebenefratelli di Erba: provengono prevalentemente dall’area metropolitana di Milano.

“I minori arrivano per iniziativa delle famiglie, consigliate dal pediatra o dall’insegnante – spiega la Psicopedagogista Fiorenza Ricciardi, responsabile del progetto Zero-17 Fatebenefratelli – e presentano tipologie molto diverse di necessità, che sono affrontate da un’équipe di specialisti, per essere poi indirizzati a quello più competente, dal neuropsichiatra al logopedista, per citarne solo due”.

“Ci sono molti casi di disturbi dell’apprendimento, che richiedono attività di potenziamento o riabilitazione finalizzate a rafforzare le funzioni cognitive degli aspetti dominio specifici relativi alle abilità scolastiche strumentali (lettura, scrittura e calcolo)”.

“Superato il primo colloquio e la verifica diagnostica, il trattamento viene effettuato attraverso sedute di 45 minuti e il percorso può durare dai tre ai sei mesi per i disturbi dell’apprendimento. Tuttavia, ci sono ulteriori difficoltà: ansia e ritiro sociale sono conseguenza del periodo di lockdown e riguardano un caso su tre. Questi disturbi richiedono percorsi lunghi e, in qualche caso, un supporto farmacologico”.

Il servizio Zero-17 mobilita psicologi logopedisti, neuropsichiatri, psicoterapeuti, pedagogisti e neuropsicomotricisti e inizia ad affrontare anche i disturbi dell’alimentazione: “Da anni sono un terreno di lavoro del Centro S. Ambrogio Fatebenefratelli, ma finora affrontavamo solo casi adulti. Adesso vediamo l’esordio di questo problema anche in bambine tra i 10 e i 12 anni» commenta la psicopedagogista”.

“Il disturbo prevalente, al momento, è il disturbo dell’apprendimento – sottolinea – che non significa semplicemente “essere distratti o svogliati” ma manifestare una sofferenza, come la difficoltà a comprendere i testi o seguire le lezioni, a fronte di una normale capacità cognitiva. I DSA vengono diagnosticati intorno al secondo anno della scuola primaria, di solito”.

Il polo milanese individua e tratta un ampio spettro di problemi, dai disagi emotivi alla difficoltà nella costruzione dell’immagine di sé e nella relazione con i pari. I minori esprimono alle volte ansia acuta, fobie, ritiro, disturbi del sonno o dell’alimentazione, che possono essere ricondotte al lockdown o semplicemente ‘innescate’ dal nuovo stile di vita imposto dalla pandemia. Nelle famiglie sta crescendo la propensione a riconoscere i segnali del disagio e a chiedere aiuto.

Nell’ambito del Centro S. Ambrogio, un apposito Servizio di Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza creato nel centro di Cernusco sul Naviglio assicura la completa presa in carico di tali problematiche infantili, tra cui difficoltà d’origine neurologica, neurosensoriale, disturbi del neurosviluppo (disturbi del linguaggio, dello sviluppo cognitivo, dell’apprendimento, della regolazione, disturbi dello spettro dell’autismo) e del disagio psicologico e relazionale.

Il servizio di NPIA svolge attività di prevenzione e ricerca, in attiva collaborazione con i Pediatri di Libera Scelta, con i Medici di Medicina Generale, con la Divisione di Pediatria, con gli altri Settori del Dipartimento di Salute Mentale. Questa struttura garantisce la presa in carico del bambino o adolescente fino al termine del percorso scolastico e formativo e allo stesso tempo – in previsione del raggiungimento della maggiore età del minore – organizza con gradualità e flessibilità il processo di valutazione: il Poliambulatorio definisce in tal senso, sempre insieme alle famiglie, il progetto di vita dell’assistito ed i necessari raccordi con i servizi sanitari territoriali e ospedalieri.

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