Diabete di tipo 1, nuovi biomarcatori predicono decorso della malattia. Premiato il giovane ricercatore Sebastiani

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Siena, 16 aprile 2019 – Guido Sebastiani, ricercatore e lab manager del Laboratorio della Fondazione Umberto di Mario Onlus e dell’Unità di ricerca Diabetologica dell’Università di Siena, si aggiudica il premio della fondazione JDRF, la maggiore agenzia mondiale non profit di finanziamento alla ricerca sul diabete di tipo 1, con sede negli Stati Uniti e un budget che va dai 3 ai 4 milioni di dollari all’anno.

Il premio nPOD Young Investigator Award, conferito in seguito ad una selezione operata da scienziati di livello internazionale, è riconosciuto al miglior giovane ricercatore nella ricerca sul Diabete di Tipo 1, per quanto riguarda specificamente i fenomeni patologici a carico del pancreas. Il premio è stato conferito in occasione del Congresso annuale di nPOD ad Hollywood-Miami (Florida) che ha visto la partecipazione di circa 200 ricercatori ed esperti internazionali che lavorano nella ricerca sul diabete di tipo 1.

“La nostra attività di ricerca è principalmente focalizzata sullo studio del diabete di Tipo 1 (autoimmune), una patologia molto diffusa e ampiamente debilitante – afferma Guido Sebastiani – Sono davvero onorato del riconoscimento ricevuto per il lavoro svolto in questi anni e per le ricerche tuttora in corso in un ramo di ricerca nell’area della diabetologia che si conferma di alto valore a livello internazionale”.

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Dott. Guido Sebastiani

Il diabete di tipo 1
Ogni anno in Italia si registrano 6.000-7.000 nuove diagnosi di diabete tipo 1 e complessivamente riguarda 250.000 persone nel nostro Paese. Si tratta di una condizione caratterizzata dall’aggressione da parte del sistema immunitario delle cellule pancreatiche deputate alla produzione e secrezione di insulina. La loro distruzione comporta la totale, o quasi, assenza di produzione di insulina endogena, costringendo il paziente a continue somministrazioni di insulina esogena.

La Fondazione Umberto di Mario, attraverso il Gruppo di Ricerca coordinato da Francesco Dotta, direttore del dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e neuroscienze dell’Università di Siena, che collabora anche presso il bioincubatore di Toscana Life Sciences, focalizza la propria attività di ricerca principalmente sullo studio di questa patologia autoimmune e sui meccanismi che ne sono alla base.

Guido Sebastiani
Guido Sebastiani, laureato in Biologia Molecolare nel 2008, ha conseguito il Dottorato di ricerca in Biomedicina e Scienze Immunologiche nel 2011 presso l’Università di Siena e, attualmente, è Ricercatore afferente all’Unità Diabetologica-Dipartimento di Scienze Mediche Chirurgiche e Neuroscienze (Università di Siena), nonché ricercatore e lab manager del Laboratorio della Fondazione Umberto di Mario ONLUS.

L’attività di ricerca
L’attività di ricerca svolta da Guido Sebastiani e dal suo team, diretto dal prof. Francesco Dotta, sta caratterizzando sempre di più i meccanismi patogenetici della malattia, lavorando su più fronti e grazie a un’ampia rete di collaborazioni nazionali (Università di Pisa, HSR San Raffaele DRI-Milano, Università Sapienza Roma, Università di Catania) e internazionali (Leuven-Belgio, Parigi-Francia, Losanna-Svizzera, Exeter-UK, Oslo-Norvegia, Gainesville- Florida, USA).

In particolare, fra le scoperte più rilevanti: l’identificazione di nuovi linfociti autoreattivi che invadono il pancreas di pazienti con diabete di Tipo 1; l’identificazione di un nuovo meccanismo con cui i linfociti attaccano e distruggono le beta-cellule pancreatiche secernendo vescicole contenenti microRNAs (piccole molecole che regolano l’espressione genica); e la caratterizzazione di nuovi biomarcatori circolanti (i microRNAs) che un giorno permetteranno di predire il decorso del diabete di tipo 1 e di indirizzare specifiche terapie (medicina di precisione).

Il Network
Il Network of Pancreatic Organ Donors with Diabetes (nPOD), principalmente finanziato dalla Fondazione JDFR, ha sede a Gainesville (Florida) e si occupa di raccogliere e processare organi (in particolare pancreas) derivanti da donatori con diabete di tipo 1. Tali tessuti vengono messi a disposizione dei ricercatori che ne fanno richiesta previa presentazione di un progetto di ricerca specifico e qualificato.

Negli ultimi anni il contributo di nPOD è stato fondamentale per consentire ai ricercatori di tutto il mondo di comprendere alcuni meccanismi del diabete di tipo 1 direttamente nei preziosi tessuti di donatori affetti dalla malattia.

nPOD è stato il primo ed è attualmente il più grande network mondiale che consente la raccolta, il processamento secondo protocolli standard e la distribuzione di tessuti derivanti da donatori con diabete di tipo 1. I diversi premi indetti dal Network (nPOD young investigator, nPOD senior investigator, nPOD spirit awards) vengono assegnati ogni anno e rappresentano gli ‘oscar’ della ricerca sul diabete di tipo 1 (T1D) all’interno del network nPOD.

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