Diabete, cresce l’allarme per maculopatia e retinopatia

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In tutto il mondo, Italia compresa, l’incidenza del diabete è in forte crescita. I diabetici oggi sono 443 milioni e nel 2025 si stima saranno 700 milioni. Con l’aumento del diabete crescono notevolmente anche i casi di retinopatia diabetica, la prima causa di ipovisione e cecità nei Paesi industrializzati e una delle principali e più gravi complicanze del diabete. Programmi di screening e trattamenti precoci per la retinopatia diabetica possono incidere notevolmente sulla qualità della vita dei pazienti e sulla sostenibilità dei costi del SSN

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Milano, 4 ottobre 2018 – Il diabete è una delle patologie croniche a più ampia diffusione nel mondo, in particolare nei Paesi industrializzati, e costituisce una delle più rilevanti e costose malattie sociali della nostra epoca. Secondo le stime attuali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel mondo vivono 422 milioni di diabetici. In Italia, secondo l’ISTAT, il diabete colpisce il 5,5% della popolazione pari a 3,2 milioni di persone, ma tra gli ultrasettantacinquenni si arriva al 20,3%. Inoltre si stima che circa da un terzo a metà dei casi di diabete di tipo 2 già insorti non siano ancora diagnosticati in quanto asintomatici. Il diabete, soprattutto per il suo carattere di cronicità e per la tendenza a determinare complicanze nel lungo periodo e per il progressivo spostamento dell’insorgenza verso età giovanili, rappresenta un problema sanitario globale che ha messo in allarme tutti i servizi sanitari delle varie nazioni.

La retinopatia diabetica
“Il più rilevante problema di salute pubblica secondo l’OMS è proprio il diabete e le sue complicanze – spiega il prof. Francesco Bandello, ordinario di Oftalmologia all’Università Vita e Salute di Milano – Tra queste una delle più invalidanti è la retinopatia diabetica, che rappresenta la principale causa di cecità, soprattutto nei soggetti in età lavorativa cioè quelli tra i 20 e i 65 anni che abitano nei Paesi industrializzati”.

Crescita esponenziale
I dati epidemiologici sono allarmanti. Secondo una delle più ampie meta analisi (ovvero uno studio scientifico realizzato analizzando centinaia di altre ricerche), prodotta dall’Imperial College School of Public Health di Londra e pubblicato su Lancet nell’aprile del 2016, basato su 751 studi realizzati tra il 1980 e il 2014 in 146 Paesi ha evidenziato come in 34 anni il numero di diabetici sia quadruplicato. In particolare gli uomini sono aumentati del 9% e le donne dell’8%. Continuando questo trend nel 2025, cioè fra sette anni si arriverà a 700 milioni di pazienti diabetici. Un’emergenza che rischia di causare il collasso dei sistemi sanitari di tutti i paesi.

La situazione italiana
Anche nella nostra penisola la diffusione del diabete è aumentata vertiginosamente: è quasi raddoppiata in trent’anni (coinvolgeva il 3% della popolazione nel 1980), ma se il confronto viene limitato al 2000, nel 2016 le persone con diabete sono aumentate in valore assoluto di oltre 1 milione mentre la prevalenza è passata da 3,8% a 5,3%. Tale aumento è dovuto in parte all’invecchiamento della popolazione e alla diffusione di condizioni a rischio come sovrappeso e obesità, scorretta alimentazione, sedentarietà e disuguaglianze economiche.

Emergenza pandemia
Il diabete colpisce senza distinzione di sesso e di razza; è presente in tutti i Paesi, ma la massima prevalenza si ha nelle nazioni più industrializzate: è considerata infatti la “malattia dei ricchi” perché tende ad aumentare in concomitanza con l’avanzare del benessere socioeconomico. Per questo motivo l’OMS lo ha definito una vera e propria ‘pandemia’, utilizzando un termine che normalmente viene riservato alle malattie infettive.

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