Ddl concorrenza, Movimento Nazionale Liberi Farmacisti: “Governo e Pd dicano no alle corporazioni”

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Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti risponde alle dichiarazioni di Paolo Bonaretti, Consigliere per le Politiche industriali del Gabinetto del Ministro dello Sviluppo Economico e Responsabile del Tavolo sulla Farmaceutica, e alle dichiarazioni di Federico Gelli, responsabile sanità del PD

medico-e-farmaciRoma, 1 febbraio 2016 – Le riforme sull’assetto istituzionale del Paese sono importanti, così come quelle etiche sulle unioni civili, ma accanto a questi grandi temi ci sono tutta una miriade di altre riforme che riguardano la vita quotidiana dei cittadini.

Tra le riforme che potrebbero cambiare la vita reale delle persone ci sono quelle che vengono dibattute in questi giorni nel Ddl concorrenza, in particolare la liberalizzazione dei farmaci con obbligo di ricetta pagati direttamente dai cittadini. Una riforma che sarebbe in grado di portare concorrenza virtuosa nella distribuzione dei farmaci con cospicui risparmi per i cittadini, nuovi posti di lavoro e nuovi investimenti a costo zero per lo Stato.

Tuttavia, invece di approfondire, da più parti si continua ad “intossicare” il dibattito con argomentazione che vorrebbero fare leva sulla paura. Un classico che accumuna tutti coloro che si schierano per la conservazione.

Ultimo, ma solo per ordine di apparizione, Paolo Bonaretti, Consigliere per le Politiche industriali del Gabinetto del Ministro dello Sviluppo Economico e Responsabile del Tavolo sulla Farmaceutica. Bonaretti, credendo di avere a che fare con cittadini sprovveduti, si dice contrario alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C per motivi di sicurezza della salute e per evitare iperconsumi di farmaci. Anche a lui come a tutti coloro che parlano di argomenti che non conoscono, o fanno finta di non conoscere, ribadiamo che la sicurezza è garantita dal professionista laureato ed abilitato per dispensare farmaci, il farmacista, lo stesso che opera in farmacia.

Inoltre, a Bonaretti ripetiamo ciò che abbiamo detto in audizione al Senato: la domanda di farmaci e quindi il consumo non possono aumentare perché legati alla prescrizione medica, ergo si sta discutendo di un tipo di liberalizzazione “anelastica” ovvero non soggetta ad espansione dei consumi, appunto perché domanda vincolata alla ricetta. Per poter fare il Consigliere è necessario essere preparati, altrimenti si rischiano brutte figure e soprattutto si danno “cattivi” consigli.

Quanto al responsabile sanità del PD Federico Gelli il quale afferma che il Ddl concorrenza non ha il compito d’intervenire “sul come vengono erogati i farmaci”, ricordiamo che si sta parlando della legge annuale per la concorrenza, legge che prende spunto dalle relazioni annuali dell’Antitrust, autorità che di liberalizzazione di farmaci di fascia C non ha solo parlato, ma raccomandato anche nella sua audizione su questa legge. Inoltre, ricordiamo sempre a Gelli che nel testo arrivato in Consiglio dei Ministri la liberalizzazione in questione c’era eccome, poi una manina corporativa l’ha cancellata.

Così stanno le cose, per non dimenticare i numerosi richiami sullo specifico tema della Commissione UE e del Fondo Monetario Internazionale.
Vedremo se il Governo e il PD avranno il coraggio di rinnegare se stessi e in primis il programma con cui si sono presentati agli elettori nel 2013. A Gelli il consiglio di andare a rileggersi il capitolo dedicato alla Libertà. Non può fare che bene.

fonte: ufficio stampa

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