Cure domiciliari over 65, Confintesa Lazio: “Aumentano i beneficiari senza sblocco del turn over”

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Roma, 14 luglio 2017 – “Ben venga quando si amplia un servizio come quello dell’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) andrebbe anche garantita la sostenibilità attraverso un piano assunzionale parallelo di operatori sanitari necessari a fornire le cure domiciliari”afferma il Segretario Confintesa Sanità Roma e Lazio, Antonino Gentile.

“Invece lo sblocco del turn over nella Regione Lazio appare un groviglio di ostacoli, come nel caso imbarazzante del tanto atteso concorso per 40 infermieri all’Umberto I – prosegue Gentile – e all’orizzonte purtroppo avanzano nubi cariche di incertezza su chi fornirà assistenza a 11mila pazienti in più. Se si volesse paragonare il diritto alla salute ad una macchina le lavoratrici ed i lavoratori sarebbero il prezioso e indispensabile carburante. Quindi per accendere il mezzo e iniziare a guidare occorrerebbe sbloccare tutta la mobilità intra ed extra regionale, porre fine al turn over e risolvere positivamente l’annoso capitolo della stabilizzazione del precariato”.

Dello stesso avviso il Segretario Confintesa Sanità Privata Roma e Lazio, Anna Rita Amato che aggiunge: “Nel recente aggiornamento dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza, D.P.C.M. 12.01.2017) veniva ribadito che il SSN deve garantire alle persone non autosufficienti e in condizioni di fragilità, con patologie in atto o esiti delle stesse, percorsi assistenziali a domicilio costituiti dall’insieme organizzato di trattamenti medici, riabilitativi, infermieristici e di aiuto infermieristico necessari per stabilizzare il quadro clinico, limitare il declino funzionale e migliorare la qualitaà della vita. Questa continuità tra la fase di assistenza ospedaliera e l’assistenza territoriale a domicilio, molte volte gestita da erogatori convenzionati, ci si auspica che sia ricompresa, per quanto riguarda gli operatori sanitari, nel processo iniziato con il dca 376/2016 sui requisiti per il rapporto di lavoro subordinato”.

“Allo stato attuale il dca 283/2017 sui requisiti di accreditamento per l’attività di cure domiciliari nella Regione Lazio sembrerebbe l’ennesimo spot di una sanità sulla carta in crescita per quanto riguarda l’assistenza sul territorio, già provata dall’esperimento Case della Salute, ma che nei fatti lascia forti perplessità sulla capacità di poter erogare tali prestazioni indispensabili a fronte di una popolazione over 65 in aumento” concludono i due sindacalisti.

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