Create cellule di grasso suino per produrre carne coltivata. Studio dell’Università di Edimburgo
Edimburgo, 7 maggio 2025 – La produzione di cellule di grasso di maiale potrebbe trasformare lo sviluppo della carne in laboratorio, grazie a una rara combinazione di crescita cellulare affidabile e stabile. È stata sviluppata in laboratorio una fonte di cellule adipose di maiale, che offre agli scienziati e ai produttori alimentari uno strumento promettente per la produzione su larga scala di carne coltivata senza modifiche genetiche.
In un nuovo lavoro, i ricercatori dell’Istituto Roslin dell’Università di Edimburgo hanno dimostrato che la nuova linea cellulare è in grado di produrre in modo efficiente tessuto adiposo con una notevole consistenza. Questo sviluppo potrebbe affrontare la sfida di generare grasso animale realistico e sostenibile, un ostacolo significativo nell’industria della carne coltivata.
Le cellule, note come FaTTy, sono formate da cellule staminali in fase iniziale che si sviluppano in grasso e possono crescere indefinitamente in laboratorio senza perdere la capacità di produrre cellule grasse in modo affidabile. Al contrario, la maggior parte delle altre cellule staminali animali perde rapidamente questa capacità, rendendo impraticabile l’uso su larga scala.
I risultati mostrano che il grasso prodotto assomiglia molto al grasso suino nativo nella sua composizione, con livelli leggermente superiori di grassi monoinsaturi più salutari. Questa scoperta rappresenta un significativo passo avanti in un mercato globale che si stima crescerà tra i 5 e i 30 miliardi di dollari entro il 2030.
Vantaggio etico
Il risultato aiuta a soddisfare l’esigenza di grasso come componente chiave per fornire il sapore e la consistenza che i consumatori si aspettano dalla carne senza coinvolgere gli animali. L’ingegnerizzazione del grasso per la carne coltivata in laboratorio si è rivelata finora difficile, soprattutto quando si cerca di evitare modifiche genetiche o additivi di origine animale.
L’équipe del Roslin ha cercato di coltivare cellule staminali derivate da cinque suinetti e ha scoperto che le cellule di uno di essi erano in grado di riprodursi virtualmente all’infinito senza bisogno di modifiche genetiche.
Potenziale industriale
La linea cellulare sarà condivisa con i ricercatori accademici e l’industria per sostenere ulteriori lavori nell’agricoltura cellulare e nella biologia dei grassi.
Il dott. Tom Thrower, ricercatore capo del Roslin Institute, ha dichiarato: “Non abbiamo semplicemente sviluppato uno strumento, ma abbiamo fatto una scoperta molto speciale. Il fatto che queste cellule non solo crescano indefinitamente, ma mantengano anche la capacità di diventare grasso con un’efficienza così elevata è qualcosa che non abbiamo mai visto prima nelle cellule staminali del bestiame. Apre la porta a nuove possibilità nella carne coltivata e non solo”.
Il ricercatore principale, il prof. Xavier Donadeu, ha aggiunto: “Queste cellule adipose hanno il potenziale per cambiare le carte in tavola, aiutando a produrre carne coltivata che abbia la stessa sensazione e lo stesso sapore della carne tradizionale, pur essendo sostenibile dal punto di vista ambientale ed etico nel lungo periodo. Le applicazioni future potrebbero includere, ad esempio, l’alimentazione degli astronauti nello spazio”.
Susan Bodie, responsabile dello sviluppo aziendale per il College of Medicine and Veterinary Medicine presso Edinburgh Innovations, il servizio di commercializzazione dell’Università, ha dichiarato: “Abbiamo già riscontrato un notevole interesse da parte di aziende che desiderano lavorare con noi su questa tecnologia proprietaria e incoraggiamo altre a mettersi in contatto con Edinburgh Innovations”. Strumenti come questo possono aiutare a introdurre cellule di grasso per migliorare il gusto e il realismo della carne cresciuta in laboratorio in modo etico e affidabile”.
L’articolo “A unique spontaneously immortalised cell line from pig with enhanced adipogenic capacity” è stato pubblicato su npj Science of Food.
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Bacon in Space? Lab-grown fat cells a ’game-changer’ for cultivated meat
Edinburgh, 7 may 2025 – Pig fat cell production could transform lab-grown meat development, with rare combination of reliable and stable cell growth. A source of fat cells from pigs has been developed in the lab, offering scientists and food manufacturers a promising tool for the large-scale production of cultivated meat without genetic modification.
In a new paper, researchers from the University of Edinburgh’s Roslin Institute showed the novel cell line was capable of efficiently producing fat tissue with remarkable consistency. The development could address the challenge of generating realistic, sustainable animal fat, a significant hurdle in the cultivated meat industry.
The cells, known as FaTTy, are formed from early-stage stem cells which develop into fat, and can grow indefinitely in the lab without losing the ability to reliably produce fat cells. In contrast, most other animal stem cells quickly lose this capability, making large-scale use impractical.
Findings show that the fat produced closely resembled native pig fat in its composition, with slightly higher levels of healthier monounsaturated fats. This discovery represents a significant step forward in a global market estimated to grow by between $5 and $30 billion by 2030.
Ethical advantage
The outcome helps meet the need for fat as a key component in delivering the flavour and texture that consumers expect from meat without actually involving animals. Engineering fat for lab-grown meat at scale has so far proven difficult, especially when trying to avoid genetic modifications or animal-derived additives.
The Roslin team sought to grow stem cells derived from five piglets, and discovered that cells from one of the piglets were able to reproduce virtually indefinitely without the need for gene editing.
Industry potential
The cell line is being shared with academic researchers and industry to support further work in cellular agriculture and fat biology.
Dr Tom Thrower, lead researcher at the Roslin Institute, said: “We didn’t simply develop a tool, we made a very special discovery. The fact that these cells not only grow indefinitely but also retain their ability to become fat at such high efficiency is something we have never seen before in livestock stem cells. It opens the door to new possibilities in cultivated meat and beyond”.
Principal Investigator Professor Xavier Donadeu added: “These fat cells have the potential to be a game-changer by helping to produce cultivated meat that feels and tastes like traditional meat, whilst being environmentally and ethically sustainable in the longer-term. Future applications could include feeding astronauts in space, for example”.
Dr Susan Bodie, head of business development for the College of Medicine and Veterinary Medicine at Edinburgh Innovations, the University’s commercialisation service, said: “We already have considerable interest from companies looking to work with us on this proprietary technology and would encourage others to get in touch with Edinburgh Innovations. Tools like this may help introduce fat cells to improve taste and realism of meat grown in labs in both an ethical and reliable way”.
The paper “A unique spontaneously immortalised cell line from pig with enhanced adipogenic capacity” was published in npj Science of Food.