Covid, operatori sanitari esposti a situazioni altamente stressanti. Ugl: “Creare centri di ascolto e migliori condizioni di lavoro”

Roma, 26 novembre 2020 – Non solo il rischio del contagio. Gli operatori della sanità devono fare i conti anche con quello che la lotta al Covid-19 lascerà loro in eredità. “Esposizione a situazioni altamente stressanti, carico emotivo, turni massacranti, la preoccupazione di contrarre l’infezione o di trasmetterla ai propri familiari, la mancanza di supporto adeguato nell’ambiente di lavoro e di trattamenti efficaci sono una realtà con cui chi si trova in prima linea è costretto a subire” dice il Segretario Nazionale della UGL Sanità Gianluca Giuliano.

“In Lombardia – prosegue il sindacalista – specialisti dell’ospedale Sacco, del Policlinico e della Statale hanno effettuato un’analisi che porta alla luce dati drammatici: su oltre 650 medici, infermieri, assistenti e tecnici di laboratorio coinvolti nell’indagine il 40% rientra nei criteri per una diagnosi provvisoria di Disturbo grave da stress post-traumatico. Questo dato è relativo a una regione sotto pressione fin dalla prima ondata della pandemia ma è chiaro come le difficoltà riscontrate in questi professionisti si possano estendere su tutto il suolo nazionale, tenendo presente che i dati si riferiscono alla sola prima ondata perché lo studio è stato effettuato tra aprile e maggio”.

Quindi gli operatori della sanità rischiano di pagare a caro prezzo la generosità e lo spirito di servizio con cui si sono messi al servizio della nazione.

“Nello studio condotto in Lombardia – conclude Giuliano – ci viene segnalato come gli operatori sanitari coinvolti abbiano subito esposizione al rischio di contagio, condizioni con sovraccarico di lavoro, cambiamento nelle mansioni, mancanza di supporto tanto da creare situazioni che hanno portato alcuni professionisti, purtroppo, a gesti estremi. Inoltre la loro vita privata è condizionata dal timore di diffondere il contagio all’interno delle proprie famiglie. Sono delle condizioni drammatiche che hanno ripercussioni sulla qualità delle mansioni svolte. Per questo chiediamo che vengano ora creati dei centri di ascolto e supporto psicologico per prevenire problematiche future e creare condizioni di lavoro migliori”.

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