Covid-19: aumentano i tamponi, terapie intensive sotto controllo. Nuovo Instant Report ALTEMS

Il report settimanale dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica, campus di Roma

Roma, 10 ottobre 2020 – In media in Italia il 6,55% dei ricoverati per Covid-19 ricorre al setting assistenziale della terapia intensiva. Il dato era dell’8,17% la scorsa settimana. La Toscana rappresenta la Regione che attualmente registra il rapporto più elevato tra ricoverati in terapia intensiva sui ricoverati totali (19%), il Friuli Venezia Giulia e le Marche si attestano al 17%. Seguono Sardegna con il 13% e la Lombardia all’11%, la Regione Lazio al 5%.

È quanto emerso dalla 23ma puntata dell’Instant Report Covid-19, una iniziativa dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di confronto sistematico dell’andamento della diffusione del Sars-COV-2 a livello nazionale.

Da questo report è stato avviato il monitoraggio del tasso di saturazione dei Posti Letto di Terapia Intensiva comparando i posti letto attivi pre DL 34/2020 con i nuovi posti letto attivati post DL 34/2020.

L’analisi riguarda tutte le 21 Regioni e Province Autonome con un focus dedicato alle Regioni in cui è stato maggiore il contagio (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Marche e Lazio). Il gruppo di lavoro dell’Università Cattolica, è coordinato da Americo Cicchetti, Professore Ordinario di Organizzazione Aziendale presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore con l’advisorship scientifica del Professor Gianfranco Damiani e della Dottoressa Maria Lucia Specchia del Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica (Sezione di Igiene).

A partire dal Report #4 la collaborazione si è estesa al Centro di Ricerca e Studi in Management Sanitario dell’Università Cattolica (prof. Eugenio Anessi Pessina) e al Gruppo di Organizzazione dell’Università Magna Græcia di Catanzaro (prof. Rocco Reina). Il team multidisciplinare è composto da economisti ed aziendalisti sanitari, medici di sanità pubblica, ingegneri informatici, psicologi e statistici.

La finalità è comprendere le implicazioni delle diverse strategie adottate dalle Regioni per fronteggiare la diffusione del virus e le conseguenze del Covid-19 in contesti diversi per trarne indicazioni per il futuro prossimo e per acquisire insegnamenti derivanti da questa drammatica esperienza.

Saturazione terapie intensive
Analizzando il tasso di saturazione dei Posti Letto di Terapia Intensiva sui nuovi posti letto attivati post DL 34/2020, Le Regioni con il tasso di saturazione più alto sono: Liguria, Campania e Sardegna. In particolare, se consideriamo la dotazione di posti letto originaria, ovvero prima dei piani regionali di riorganizzazione della rete ospedaliera, il 16% dei posti letto di terapia intensiva in Liguria, il 15,5% in Campania e il 14 in Sardegna sono occupati da pazienti Covid-19.

Le suddette percentuali scendono rispettivamente al 10,1%, 9,5% e 8,3 se prendiamo in considerazione la dotazione prevista in risposta ai dettami del DL 34/2020. Il tasso di saturazione medio calcolato sull’intera penisola è del 6,6% se consideriamo la dotazione pre DL 34 e del 4% se, invece, teniamo in considerazione i nuovi posti letto di TI.

Per quanto riguarda l’incremento del tasso di saturazione dei PL di terapia intensiva (considerando anche i PL previsti in risposta ai dettami del DL 34/2020) rispetto all’aggiornamento della settimana precedente, le percentuali più alte si registrano in Valle d’Aosta (+5,6%), Umbria (+3,9%) e Campania (+3,1%). Al contrario, è possibile apprezzare un decremento del numero di ricoverati i TI in Molise (-2,3%), Molise (-1,2%) e Veneto (-0,7%).

Confronto tra tasso di saturazione dei PL di TI al 20 marzo e al 6 ottobre 2020
Da questo report è stata avviata un’analisi di confronto tra il tasso di saturazione dei Posti Letto di Terapia intensiva alla data del 20 marzo (picco epidemia Covid-19) rispetto al tasso di saturazione dei Posti Letto di Terapia intensiva alla data del 6 ottobre.

Nella maggior parte delle regioni, il tasso di saturazione odierno, probabilmente grazie anche all’incremento dei posti letto, è ben lontano dai livelli di marzo 2020: si guardi, ad esempio alla Lombardia e alle Marche. Entrambe durante la fase più critica dell’emergenza viaggiano con tassi di occupazione superiori al 100% mentre ad oggi si attestano rispettivamente al 3 e al 2%.

Infatti, il valore medio italiano di saturazione al 20 marzo era del 52% mentre oggi si ferma al 4%. Tuttavia, è interessante notare che Campania (12% vs. 9%), Lazio (8% vs. 6%) e Sardegna (11% vs. 8%) sono le uniche Regioni che registrano tassi odierni di saturazioni molto vicini a quelli, seppur modesti, raggiunti durante il picco della fase emergenziale.

“Il tasso di saturazione dei posti letto di terapia intensiva continua a crescere, seppur con percentuali molto basse – sostiene il prof. Americo Cicchetti, Professore Ordinario di Organizzazione Aziendale presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Per il momento, comunque, non dobbiamo preoccuparci: nella maggior parte delle Regioni, il tasso di saturazione odierno, probabilmente grazie anche all’incremento dei posti letto, è ben lontano dai livelli di marzo 2020”.

Quadro epidemiologico
Si confermano le differenze importanti in termini di incidenza della diffusione del Covid-19 nelle diverse Regioni che proseguono anche nella Fase 2. I dati (al 06 Ottobre) mostrano che la percentuale di casi attualmente positivi (n = 60.134) sulla popolazione nazionale è pari allo 0,10% (sensibilmente in aumento rispetto ai dati del 29/09 in cui si registrava lo 0,08%). La percentuale di casi (n= 330.263) sulla popolazione italiana è in sensibile aumento, passando dallo 0,52% allo 0,55%.

Dal report #21, si introduce una nuova analisi in termini di monitoraggio della prevalenza derivante dal confronto negli ultimi mesi (Prevalenza periodale del 8 agosto-6 settembre e del 7 settembre-6 ottobre (per 100.000 abitanti) si denota come nella maggior parte delle regioni tale indice è raddoppiato. In particolare, nell’ultimo mese la prevalenza di periodo nei 30 giorni è più che raddoppiata.

La differenza più significativa riguarda la Liguria, la provincia di Trento, la Sardegna e la Campania. In particolare, il valore nazionale della prevalenza di periodo è incrementato notevolmente passando da 67,20 (nel periodo 8 agosto-6 settembre) a 140,21 (nel periodo 7 settembre-6 ottobre).

Tamponi diagnostici
Per quanto riguarda la ricerca del virus attraverso i tamponi, il trend nazionale sul tasso dei tamponi effettuati (per 1.000 abitanti) continua ad aumentare rispetto alle scorse settimane, ed è pari a 10,13 tamponi per 1.000 abitanti (era pari a 9,11 la settimana scorsa). Relativamente al tasso settimanale di nuovi tamponi, i valori più alti vengono registrati nelle regioni del nord (Veneto e P.A di Trento). Il valore più basso viene registrato nella Regione Puglia (5,32).

Per il monitoraggio nella fase 2 è fondamentale il rapporto tra numero delle persone positive e il numero di persone testate nella settimana. Le Regioni associate ad un numero di tamponi realizzati al di sopra della media nazionale ed in linea con i casi registrati risultano essere, in particolare, Liguria e PA Trento.

Modalità di identificazione dei nuovi casi
La Protezione Civile a partire dal 25 giugno fornisce quotidianamente nuovi dati sulla modalità di identificazione dei nuovi casi: da sospetto diagnostico e da attività di screening.

La combinazione di tali indicatori potrebbe consentire di descrivere l’apporto che le attività di screening stanno dando nell’individuazione del bacino di residenti attualmente positivi, nonché di meglio caratterizzare i modelli adottati nelle diverse Regioni per la ricerca dei casi in generale.

Nella maggior parte delle Regioni solo una minoranza dei casi accertati di Covid-19 risulta diagnosticata a partire dai test di screening. La Puglia registra il valore più basso nella percentuale di casi totali diagnosticati a partire dal sospetto clinico (29,32%). Nella maggior parte delle Regioni la quasi totalità dei casi accertati di Covid-19 risulta diagnosticata a partire dal sospetto clinico.

Dal report #21, si introduce una nuova analisi che monitora i nuovi casi da sospetto clinico/casi totali & i nuovi casi da screening/casi totali. Tra la gran parte delle Regioni solo una minoranza dei casi accertati di Covid-19 risulta diagnosticata a partire dai test di screening. Nella maggior parte delle Regioni la quasi totalità dei nuovi casi accertati di Covid-19 risulta diagnosticata a partire dal sospetto clinico ad eccezione della Calabria, della Basilicata e della Puglia.

Ricoveri
Analizzando l’andamento dei pazienti ricoverati sui positivi, vediamo delle differenze tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud.

L’andamento generale registra pattern diversi nelle Regioni del Nord. Le Regioni contraddistinte da un indice più stabile nell’ultimo mese sono l’Emilia-Romagna e la Lombardia. Si segnala un trend in diminuzione nella Regione Toscana e Friuli-Venezia Giulia. Il valore medio registrato nell’ultima settimana nelle Regioni del Nord dall’indicatore è pari a 4,94%.

Nelle Regioni del Centro si registra un andamento in diminuzione durante l’ultima settimana nel Lazio, in Umbria ed in Molise. Nelle Marche l’indicatore subisce una lieve variazione in aumento per poi diminuire lievemente durante le ultime due settimane. Si segnala in Abruzzo un trend crescente durante l’ultima settimana ed in Molise un trend decrescente nelle ultime due settimane. Il valore medio registrato nell’ultima settimana nelle Regioni del Centro dall’indicatore è pari a 8,85%.

Nelle Regioni del Sud si registra un trend stabile in Campania nelle ultime tre settimane ed un trend in diminuzione in Puglia. Si segnala un trend in aumento in Sicilia. La Basilicata registra nell’ultima settimana un valore dell’indicatore par a 7,94%. Il valore medio registrato nell’ultima settimana nelle Regioni del Centro è pari a 7,96%.

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