Conferenza Ministeriale su tubercolosi: urge aumentare l’accesso a diagnosi e trattamento

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Una petizione firmata da oltre 30.000 persone di 120 Paesi sarà consegnata al direttore dell’OMS e ai Ministri della Salute

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Mosca/Roma, 15 novembre 2017 – In occasione della prima Conferenza Ministeriale globale sulla tubercolosi e sulle azioni da intraprendere per eradicare l’infezione che si svolgerà il 16 e 17 novembre a Mosca, l’organizzazione medico-umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF) e la Stop TB Partnership chiedono ai Paesi con elevata prevalenza di tubercolosi (TB) di adeguarsi ai più recenti standard internazionali sui trattamenti e la diagnostica entro la prossima Giornata Mondiale contro la TB, il 24 marzo 2018.

La tubercolosi resta la malattia infettiva più letale al mondo, con 1,7 milioni di morti registrati nel 2016. Secondo l’ultimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il progresso nella diagnostica e nel trattamento di tutte le forme di TB è a un punto morto nella maggior parte dei Paesi: nel 2016 a oltre 4,1 milioni di persone affetti da TB la malattia non è stata né diagnosticata né identificata, e solo una persona su cinque affette da TB multiresistente ai farmaci ha iniziato il trattamento. Di queste persone, solo la metà è stata curata.

“Non possiamo continuare a rimanere indietro nella diagnosi, che è il primo passo fondamentale per trattare questa malattia curabile e prevenirne la diffusione – dichiara Silvia Mancini, esperta di salute pubblica per MSF – I governi devono intensificare i propri sforzi per fermare queste morti inutili”.

Secondo un’indagine contenuta nella terza edizione di “Out of Step”- il rapporto di MSF e Stop TB Partnership che esamina politiche e prassi in 29 Paesi (che insieme rappresentano i 3/4 del carico sanitario globale di questa malattia) – il 40% delle persone affette da TB non riceve una diagnosi per questa infezione. Solo sette Paesi hanno sperimentato lo Xpert MTB/RIF, test molecolare rapido e ampiamente disponibile, per diagnosticare la TB. Le terapie e i regimi terapeutici più recenti per trattare la forma resistente ai farmaci (DR-TB) hanno dimostrato risultati migliori rispetto ai regimi attualmente in uso, in grado di curare solo la metà delle persone con TB multiresistente (MDR-TB) e solo il 28% delle persone con la forma estensivamente resistente (XDR-TB), la più mortale. Il 79% dei paesi monitorati ha incluso il nuovo farmaco bedaquilina nelle sue linee guida, e il 62% il delamanid. Tuttavia, a livello globale, meno del 5% delle persone che potrebbero beneficiarne ha avuto accesso a questa terapia farmacologica nel 2016.

Questa settimana, MSF e la Stop TB partnership hanno reso pubblico il rapporto “Out of Step in Europa orientale e in Asia centrale” (EECA), presentando i risultati di un’indagine su politiche e prassi riguardanti la TB in otto paesi. Un’epidemia di DR-TB in crescente diffusione è stimata in Europa orientale, dove circa la metà dei casi identificati sono forme di TB multiresistenti ai farmaci con numeri in aumento di oltre il 20% ogni anno.

Tra i Paesi esaminati, il 75% ha adottato l’uso di strumenti diagnostici innovativi come il test rapido molecolare abbandonando i metodi diagnostici di vecchia concezione, ma solo la metà di questi sta effettivamente utilizzando il test. Nel 2015, a circa 46.000 persone affette da tubercolosi resistente ai farmaci nella zona EECA, la malattia non è stata diagnosticata.

“Nonostante la sua mortalità, nella maggior parte dei Paesi la TB è ancora trattata con strumenti diagnostici e farmaci obsoleti mentre una diagnosi precoce, l’uso di strumenti adeguati e innovativi, potrebbe incidere significativamente sulla riduzione della malattia – dichiara Lucica Ditiu, direttore esecutivo della Stop TB Partnership – Questa Conferenza ministeriale è il primo passo per un impegno concreto, audace e misurabile dei Ministeri della Salute per chiedere ai capi di Stato e di governo un atto di responsabilità forte in occasione della prossima Riunione di Alto livello dell’ONU sulla TB”.

Alla Conferenza Ministeriale di questa settimana, Mariam Avanesova, trattata per una MDR–TB in Armenia fra il 2010 e il 2012 e portavoce di TB people, il network euroasiatico di persone affette da TB, consegnerà la petizione #StepUpforTB al dott. Tedros Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS, con un appello rivolto ai Ministri della Salute dei Paesi più colpiti dalla TB affinché si adeguino agli standard di diagnosi e trattamento internazionali stabiliti dall’OMS. Lanciata da MSF e dalla Stop TB partnership, la petizione è stata già firmata da oltre 30.000 persone da tutto il mondo.

“Dopo essere stata curata per una TB resistente ai farmaci, ho deciso di continuare a lavorare in questo ambito perché trovo inaccettabile che le persone continuino a morire a causa di diagnosi tardive, quando ormai le medicine non sono più efficaci, o quando il trattamento particolarmente oneroso (oltre 20 compresse  al giorno per due anni ed effetti collaterali importanti) induce all’interruzione della terapia, causa di ulteriori resistenze – dichiara Avanesova – Mi appello davvero a tutti i governi affinché le diagnosi siano più rapide e il trattamento realmente accessibile a tutte le persone che ne hanno bisogno. Un’azione urgente e decisiva sul terreno è il risultato che auspico per questa conferenza”.

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