Cnr, alla ricerca dei tornado italiani

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Nell’ultima decade registrati in media circa 100 eventi l’anno, considerando sia le trombe d’aria che le trombe marine. Queste ultime si sviluppano principalmente in estate e autunno lungo la costa tirrenica, mentre per quelle terrestri si rilevano picchi sui litorali di Lazio e Toscana, nella pianura veneta e nel Salento. Il 2014 l’anno più ‘vorticoso’. Lo studio coordinato dal Cnr-Isac è pubblicato sull’International Journal of Climatology

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Roma, 4 giugno 2018 – In un articolo appena pubblicato sull’International Journal of Climatology, rivista della Royal Meteorological Society, Mario Marcello Miglietta dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) e Ioannis Matsangouras del Servizio meteorologico nazionale della Grecia hanno analizzato 10 anni di trombe marine e trombe d’aria che hanno interessato il nostro Paese.

Il risultato è significativo: 37 trombe d’aria e 71 trombe marine sono state registrate in media ogni anno, pur con una forte variazione interannuale (un picco, rispettivamente, di 141 e 76 eventi è stato registrato nel 2014).

“Le trombe marine si sviluppano principalmente in autunno e d’estate, con una densità di quasi un evento annuale ogni 100 km di costa. C’è tuttavia una forte variazione da zona a zona, con picchi di cinque eventi lungo la costa tirrenica. In diversi casi, più vortici sono stati visualizzati simultaneamente (sino a 13 allo stesso tempo) – dice Miglietta, primo autore dell’articolo – Le trombe d’aria possono originarsi sulla terraferma o avere origine da trombe marine che si spostano sulla terra. I primi eventi hanno frequenza massima d’estate e a fine primavera e interessano maggiormente il nord Italia; i casi ‘marittimi’, che interessano le regioni peninsulari, sono invece più frequenti a fine estate e in autunno”.

La più alta densità di trombe d’aria si registra sulle coste di Lazio e Toscana, nella pianura veneta, nel Salento; in queste aree la densità di eventi è confrontabile con quella degli stati degli Usa con più alta frequenza. Tuttavia, si tratta principalmente di eventi deboli. I tornado significativi (di intensità pari o superiore al grado EF2 della scala Enhanced Fujita) sono meno frequenti ma sono stati comunque 24 in 10 anni, causando danni considerevoli (si pensi al tornado di Taranto del 2012 o a quello di Mira-Dolo del 2015) e in alcuni casi anche delle vittime.

“Purtroppo solo in pochi stati europei esistono procedure di allerta in caso di tornado. Vista la gravità dei danni che possono causare, sarebbe opportuno in futuro un maggiore interesse verso questo tipo di eventi”, conclude Miglietta.

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