Valutazione, in tempo reale, della possibilità che un terremoto possa generare uno tsunami e stima dei tempi di arrivo attesi lungo le coste esposte, è la missione del Centro Allerta Tsunami dell’INGV. A Parigi il riconoscimento durante l’assemblea dell’IOC-UNESCO
Roma, 28 giugno 2017 – Ieri, presso la sede UNESCO di Parigi, il Centro Allerta Tsunami (CAT) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha ricevuto il certificato di accreditamento come “Tsunami Service Provider” (Fornitore del Servizio Tsunami) del Mediterraneo, nell’ambito del NEAMTWS (North-Eastern Atlantic and Mediterranean Tsunami Warning System).
Attivo in fase sperimentale dal 1° Ottobre 2014, dopo oltre due anni di test effettuati sui terremoti e tsunami a scala globale, il CAT, insieme ai suoi omologhi Greco, Francese e Turco, è stato accreditato durante la tredicesima sessione dell’ICG (Intergovernmental Coordination Group) – NEAMTWS a settembre 2016. Il CAT è poi passato in modalità operativa dal 1° Gennaio 2017, in convenzione con il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile (DPC).
Il 5 giugno scorso, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Direttiva del Presidente del Consiglio, denominata SiAM (Sistema di Allertamento nazionale per i Maremoti (SiAM) generati da terremoti nel Mar Mediterraneo), ha reso formale e operativo il sistema di allertamento italiano, coordinato dal DPC, in cui il CAT svolge un ruolo primario e delicato.
Il CAT-INGV opera, infatti, 24 ore su 24, valutando in tempo reale la possibilità che un determinato terremoto, con epicentro in mare o nelle immediate vicinanze, possa generare uno tsunami, e stimando i tempi di arrivo attesi lungo le coste esposte. I messaggi emessi dal CAT vengono poi trasmessi al DPC che ha il compito di diffonderli alle strutture e componenti del servizio nazionale di protezione civile per raggiungere, nel minor tempo possibile, la popolazione potenzialmente interessata.
I terremoti rappresentano la causa principale degli tsunami (circa l’80%), anche se non sono l’unica. I maremoti sismo-indotti sono comunque i soli per i quali è possibile, con le reti di monitoraggio attuali, definire un sistema di allertamento a scala regionale. Altre cause possono essere frane o eruzioni vulcaniche sottomarine o costiere.
Il CAT-INGV si avvale anche, come indicato nella Direttiva SiAM, dei dati della Rete Mareografica Nazionale dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e delle altre reti mareografiche mediterranee per la verifica di un eventuale tsunami.
Nel periodo ottobre 2014 – giugno 2017 il CAT ha analizzato centinaia di eventi sismici di magnitudo superiore a 5.5 in tutte le aree costiere del mondo. Cinque di questi terremoti hanno avuto origine nel Mediterraneo, in particolare nelle isole greche, nella zona di Gibilterra al largo delle coste del Marocco, e a Cipro. Per questi eventi il CAT-INGV ha inviato i messaggi di allerta entro pochi minuti dal tempo origine di ciascun terremoto.
Al momento sono nove i Paesi che hanno sottoscritto i servizi del CAT-INGV: Egitto, Francia, Germania, Grecia, Israele, Italia, Libano, Portogallo, Turchia, e tre organismi internazionali: IOC (Intergovernmental Oceanographic Commission dell’UNESCO), ERCC (Emergency Response Coordination Centre della Commissione Europea), JRC (Joint Research Center della Commissione Europea).
Presenti alla cerimonia, oltre al responsabile del Centro Allerta Tsunami dell’INGV, Alessandro Amato, anche lo Tsunami National Contact per l’Italia in ambito UNESCO-IOC, l’ingegnere del DPC Luigi D’Angelo, e la Presidente della Commissione Oceanografica Intergovernativa (COI) presso l’UNESCO, Rosalia Santoleri.