Carenza medici di famiglia, SMI: “Il Governo vari un piano per garantire continuità nell’assistenza territoriale”

Dott.ssa Pina Onotri

Roma, 6 luglio 2021 – “La carenza dei medici di famiglia in tutta Italia è ormai drammatica e ha alla base molteplici cause, a partire dalle borse di studio messe disposizione per la medicina generale che non soddisfano il fabbisogno di medici di medicina generale in Italia. Il paradosso, però, è rappresentato dal fatto che, in questi mesi, molti concorsi per le borse di studio sono andati deserti”.

Così Pina Onotri, Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani in una dichiarazione entra nel dibattito che vede vari esponenti politici pronunciarsi sul tema e invita il Governo a varare un piano per garantire a tutti cittadini la continuità dell’assistenza medica nel territorio, in quanto insieme all’assistenza primaria, i servizi di urgenza emergenza (118 e guardia medica ) nonché la medicina dei servizi, presentano spaventose carenze di organico.

“I medici non rispondono perché non ci sono. In questi ultimi anni la programmazione universitaria dei posti per formare medici di famiglia ha avuto il respiro corto, e in più non si è tenuto conto della gobba pensionistica ,annunciata da anni, e che arriva ora al suo culmine, senza considerare  che servono  almeno dieci anni, per formare un medico tra laurea e specializzazione. In questo preoccupante scenario la regione Lombardia si colloca  ai primi posti tra  regioni ove le perduranti criticità della sanità territoriale, derivanti dalla carenza dei medici di medicina generale, sono maggiormente accentuate dai numerosi pensionamenti, destinati, secondo le stime, ad aumentare ulteriormente nei prossimi anni, ma è una situazione e che riguarda tutto il Paese”.

“A tutto ciò si sommano le conseguenze della pandemia e della sua gestione; effetti che hanno gravato pesantemente sulla condizione lavorativa del medici di medicina generale. Si è voluto massacrare la classe medica convenzionata, che si è trovata a lavorare senza tutele, senza indennizzi, impossibilitata ad usufruire di riposi, con contratti fermi al palo e senza nessun gratifica, a differenza del personale sanitario che ha lavorato negli ospedali. Le donne medico, soprattutto, sono state fortemente penalizzate in questo contesto”.

“Ci sono piovuti addosso compiti aggiuntivi a colpi di decreto, mai contrattualizzati, né dal punto di vista economico né dal punto di vista organizzativo, come ad esempio, il rilascio del green pass, che in tutta Europa viene rilasciato ed inviato ai cittadini che sono stati vaccinati direttamente in modalità elettronica, mentre in Italia il compito viene demandato agli studi dei medici di famiglia”.

“Questa gestione sta pesando moltissimo sul lavoro dei medici di famiglia, che già si occupano dei loro pazienti, quest’ultimi  in questi anni di pandemia si sono visti ridurre l’offerta sanitaria ospedaliera, perché moltissimi reparti sono stati riconvertiti alle cure per il Covid e patologie importanti come quelle oncologiche e cardiologiche hanno visto slittare le date per le visite di controllo”.

“I carichi di lavoro sono ormai insostenibili. Non si può più pretendere – continua Onotri – ancora molto di più dai medici di medicina generale che già lavorano più di dodici ore al giorno e sette giorni su sette e ormai da mesi continuano ad essere investiti di nuovi compiti per far fronte a tutte le carenze degli altri servizi sanitari”.

“L’intera categoria è in burn out, anche per questo i giovani medici si guardano bene dal  partecipare al  concorso per la formazione in medicina generale; anche perché i medici non guadagnano tanto come si vuol far credere, mentre con i costi di gestione sono lievitati e i compensi fermi al palo da 20 anni, senza contare che la professione è stata svilita e demansionata. I giovani medici fanno altre scelte e allo stesso tempo chi può scappa da questa situazione andando in pensione”.

“L’attuale mancanza dei medici di medicina generale è il frutto di una politica di tagli e di denigrazione voluta, messa in atto in questi anni contro i medici. A ciò si sono aggiunte le scelte compiacenti di alcune organizzazioni sindacali” conclude Onotri.

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