Carenza Anestesisti Rianimatori, Aaroi Emac: “Situazione non più sostenibile”

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Dott. Alessandro Vergallo

Roma, 18 giugno 2018 – La carenza di Anestesisti Rianimatori denunciata da anni dall’AAROI-EMAC mostra adesso conseguenze che l’Associazione aveva preannunciato da tempo e che mettono a rischio la salute dei pazienti.

“A prescindere dai casi specifici che in questi giorni sono balzati alla cronaca, in Italia l’allungamento delle liste d’attesa chirurgiche è un problema che dipende inevitabilmente dal fatto che gli Anestesisti Rianimatori italiani sono in numero sempre più insufficiente a far fronte alle esigenze del SSN – afferma Alessandro Vergallo, Presidente Nazionale del Sindacato – Nemmeno con montagne di ore di lavoro straordinario spesso regalate, ferie e riposi rinviati all’infinito, turni di servizio massacranti, riusciamo più ad arginare gli effetti devastanti di una carenza di personale medico specializzato che nel nostro caso è da allarme rosso per ogni posto di lavoro che risulta scoperto.

Da ogni singolo Anestesista Rianimatore in servizio dipende l’efficienza delle attività lavorative di intere équipe, e di interi percorsi sanitari complessi, per il semplice fatto – basti pensare al funzionamento di una sala operatoria – che ogni paziente sotto i ferri ha bisogno di un collega la cui professionalità specialistica è insostituibile affinché la sua stessa vita sia in sicurezza.

In certi Ospedali, per supplire alle carenze di Anestesisti Rianimatori, le Amministrazioni continuano illecitamente e pericolosamente a sostituirli, in modo più o meno arrogante e con la complicità di certe Università, con giovani medici in formazione specialistica, ma neppure queste scriteriate furberie, che hanno mascherato colpevolmente le criticità, oltretutto mettendo a rischio i pazienti, bastano più a nascondere uno stato dei fatti sempre più drammatico ogni giorno, e non solo ogni quando esso emerge perché un cittadino lo segnala.

Per giunta, ogni qualvolta si verifica un disservizio causato da questa situazione, rischiamo di esserne ritenuti corresponsabili, perché – non sembri strano – può addirittura risultare difficile spiegare ad un paziente in una condizione di bisogno e di comprensibile preoccupazione per la sua salute che non possiamo moltiplicarci come i pani e i pesci del famoso miracolo, in primis proprio per la loro sicurezza, oltre che per la nostra.

La responsabilità – non lo si dimentichi mai – sta invece in anni di blocco del turn over e nell’assenza totale di programmazione dei fabbisogni reali di Specialisti – e quindi di Specializzandi – in Anestesia e Rianimazione, che oggi rende difficile se non impossibile colmarne la carenza in tempi brevi, anche a fronte di concorsi che in alcuni casi vanno deserti”, prosegue Vergallo.

“La situazione in Campania è decisamente difficile – afferma Giuseppe Galano, Presidente AAROI-EMAC Campania – Il caso della paziente oncologica che ha denunciato sui social l’impossibilità di essere operata per carenza di Anestesisti, al di là del caso specifico, testimonia quella che è la realtà. In diversi presidi ospedalieri si effettuano interventi soltanto una volta alla settimana perché manca personale sanitario.

È questo il dato di fatto che non può essere smentito e che è il frutto non solo di anni di cattiva programmazione regionale, ma anche del fatto che oggi a Napoli si stanno convergendo tutte le forze sull’Ospedale del Mare senza che questo sia ancora in grado di erogare i servizi di un grande ospedale. Non solo, si preferisce evitare la chiusura di presidi ospedalieri pur facendoli funzionare in maniera parziale e talvolta non in grado di garantire la sicurezza del paziente”.

“Stiamo denunciando da tempo una carenza di Anestesisti Rianimatori di circa 4.000 unità a livello nazionale – conclude Vergallo – come dimostrano anche le criticità emerse di recente, tra altre, all’Ospedale Gaslini di Genova. Si tratta di una carenza che in assenza di correttivi esploderà in tutti gli Ospedali italiani: questi episodi di cronaca sono solo la punta di un iceberg il cui avvistamento ci auguriamo possa almeno oggi richiamare l’attenzione del nuovo Governo, al quale siamo pronti, attraverso un incontro con il Ministro della Salute, a proporre le possibili soluzioni da adottare con urgenza per rimediare ai danni di una mala programmazione dei fabbisogni di medici che dura da troppi anni”.

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