Cardiologia, nuove prospettive di cura per amiloidosi, malattia che rende difficile il corretto ‘lavoro’ del cuore

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Sabato 17 dicembre convegno al Sant’Anna di Pisa, tra i promotori anche i docenti del suo Istituto di Scienze della Vita, Michele Emdin e Claudio Passino: “Sfida sempre più frequente, resa più facile da diagnosi precoce e nuovi strumenti terapeutici”

Pisa, 15 dicembre 2016 – Si aprono nuove possibilità di cura per l’amiloidosi cardiaca, una malattia considerata rara ma che tale non è se ben ‘ricercata’ grazie alle conoscenze acquisite tramite la ricerca. Proprio all’amiloidosi cardiaca, causata dai depositi di una proteina anomala, l’amiloide, nel tessuto cardiaco, che rendono difficile il corretto ‘lavoro’ del cuore, è dedicato il convegno di sabato 17 dicembre (inizio ore 9.15 in aula magna) alla Scuola Superiore Sant’Anna, promosso dalla scuola universitaria superiore, con Fondazione Toscana Gabriele Monasterio e Centro per la medicina e la cardiologia traslazionale. Del comitato organizzatore fanno parte, tra gli altri, Michele Emdin e Claudio Passino, docenti di malattie dell’apparato cardiovascolare all’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna.

L’amiloidosi cardiaca è una condizione clinica ritenuta di raro riscontro che rappresenta oggi invece una sfida sempre più frequente per il cardiologo e per l’internista, in virtù delle nuove conoscenze acquisite negli anni più recenti, che consentono una diagnosi precoce e non invasiva, la capacità di discriminare le forme differenti e di instaurare un trattamento mirato, tramite l’utilizzo di nuovi strumenti come biomarcatori, e diagnostica per segnale e per immagine.

Il workshop di sabato 17 dicembre alla Scuola Superiore Sant’Anna vuole fare il punto sullo stato dell’arte in particolare per quanto concerne l’amiloidosi AL, ovvero l’amiloidosi da transtiretina nella sua forma familiare e nella forma cosiddetta senile. È possibile il confronto tra medici specialisti e generalisti, con la partecipazione degli esperti italiani di quella che oggi è di una malattia non più rara.

fonte: ufficio stampa

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