Cancro della vescica, sotto accusa il fumo. Attenzione al sangue nelle urine

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Il presidente AIOM Carmine Pinto: “La neoplasia colpisce ogni anno 26.600 italiani di cui 5.200 donne”. Parte la prima campagna nazionale interamente dedicata ad una malattia per cui si fa ancora poca informazione. Prevista la distribuzione di materiale informativo negli stadi, piazze e farmacie. Il progetto è presentato a Roma al XVIII Congresso nazionale degli oncologi

chirurghi-medici-ospedaleRoma, 29 ottobre 2016 – È una malattia di cui si parla ancora poco anche se quest’anno colpirà 26.600 italiani, di cui 5.200 donne. Risente molto degli stili di vita scorretti e nel passato è anche stata correlata ad esposizioni professionali. Il fumo di sigaretta per esempio aumenta di cinque volte il rischio di insorgenza.

È il tumore della vescica, una neoplasia subdola che non presenta sintomi specifici che possano permettere una diagnosi precoce. L’unico segnale che può destare sospetti è la presenza di sangue nelle urine. È quindi fondamentale, in caso di positività, recarsi immediatamente dal medico per svolgere esami più approfonditi. Per incentivare questi comportamenti l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) ha deciso di lanciare l’iniziativa “Non avere TUTimore, campagna di sensibilizzazione sul Tumore Uroteliale”.

Il progetto è il primo mai realizzato nel nostro Paese e viene presentato nel corso della seconda giornata del XVIII Congresso nazionale della società scientifica a Roma. Nelle prossime settimane sarà distribuito materiale informativo negli stadi di calcio prima delle partite dei campionati di serie A e B. Verranno anche coinvolte le farmacie e organizzati incontri in alcune piazze delle più importanti città italiane.

“Il tumore della vescica non gode della stessa notorietà di altre patologie uro-oncologiche come il carcinoma prostatico – afferma il prof. Carmine Pinto, Presidente Nazionale AIOM – L’obiettivo della campagna è favorire la corretta informazione e aumentare il livello di consapevolezza tra tutta la popolazione. Vogliamo inoltre favorire gli stili di vita sani tra gli over 50 che sono i più esposti al rischio di neoplasia”.

“In Italia il tasso di sopravvivenza a cinque anni per questa forma di cancro è del 78% – aggiunge il prof. Sergio Bracarda, direttore dell’Oncologia Medica dell’Azienda USL8 di Arezzo e membro del Direttivo Nazionale AIOM – Si tratta di un valore del 10% più alto rispetto alla media europea. Questo dato è un’ulteriore conferma dell’ottimo livello ormai raggiunto dalla sanità pubblica e dalla multidisciplinarietà nel nostro Paese. A breve gli specialisti potranno avere un’arma in più a loro disposizione. L’immunoterapia è la nuova frontiera contro i tumori e sta dimostrando di poter essere efficace anche per il carcinoma della vescica in stadio avanzato. È in grado di ripristinare la capacità del nostro sistema immunitario di riconoscere e aggredire la malattia”.

La neoplasia colpisce soprattutto gli uomini ed è la nona più frequente al mondo. Secondo gli ultimi dati provoca, ogni anno in tutti e cinque i continenti, circa 430.000 nuovi casi e 145.000 decessi. “In Italia – sottolinea il prof. Pinto – per il 2020 sono previste oltre 30.300 nuove diagnosi l’anno. È arrivato dunque il momento per avviare, anche nel nostro Paese, un’importante iniziativa nazionale di educazione e informazione sanitaria. Il modello vincente è quello già intrapreso in Canada e Regno Unito dove campagne simili hanno portato a risultati interessanti”.

“Sette tumori su dieci rimangono superficiali e sono caratterizzati da una prognosi abbastanza favorevole – afferma il prof. Bracarda – Gli altri invece sono muscolo infiltranti e arrivano ad interessare l’interno della parete vescicale. Sono decisamente più aggressivi e tendono a sviluppare metastasi viscerali, epatiche, polmonari e anche ossee. I pazienti colpiti sono soprattutto anziani e quindi possono presentare altre patologie a livello cardio-vascolare che rendono le cure anti-cancro più difficili. Si tratta quindi di una patologia complessa e pericolosa che però è possibile prevenire in molti casi”.

fonte: ufficio stampa

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