Calabria, l’immobilismo politico regionale alleato dell’epidemia. FISMU: “Verso il collasso sanitario e sociale”

Roma, 26 ottobre 2020 – Il segretario regionale di FISMU (Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti) Claudio Picarelli esprime la forte preoccupazione dei medici calabresi e anche dei molti cittadini che assistono da settimane “all’assenza di iniziative della Regione per contrastare la diffusione del contagio da Covid-19. L’epidemia corre, ma le istituzioni sono immobili. Abbiamo avuto molti mesi per prepararci, assumere personale, organizzare i servizi, potenziarli tanto sul territorio così come negli ospedali, posti letto, pronto soccorso e unità di cure intensive, strutture e risorse per proteggere i cittadini e per far operare in sicurezza i endici, gli infermieri, tutti gli operatori sanitari. Invece, quasi il nulla. Rischiamo il collasso sociale e sanitario. Si cambi rotta subito. Il tempo a disposizione si esaurisce, servono decisioni immediate”.

Gli fa eco, il segretario nazionale del sindacato, Francesco Esposito, anche lui calabrese, impegnato da mesi in una dura battaglia per sensibilizzare Governo Conte, il ministro Speranza e le regioni (tutte) “sull’urgenza di assumere, a livello nazionale, 10.000 medici precari per potenziare davvero il territorio (evitando di scaricare tutto il peso dell’emergenza su ospedali, pronto soccorso, 118, e medici di medicina generale), e avere una prima linea efficace contro il Covid-19, dando gambe a quella che una volta si chiamava la medicina dei servizi (ora quasi smantellata): un settore che si occupava appunto di epidemiologia, vaccinazioni, prevenzione e medicina scolastica (ecc).”

Quindi nel merito della situazione calabrese, il segretario nazionale sottolinea: “È arrivato il momento del fare, dell’agire, basta indugi, siamo in ritardo e siamo sull’orlo del baratro. La regione, le Asp devono dare subito delle risposte: in tutta la regione attivare le Uccp e le Aft, cioè le forme organizzate di medicina di gruppo sul territorio, quindi bisogna risolvere i problemi del 118, ridando fiducia ai medici del settore. Quindi si pubblichino le zone carenti della continuità assistenziale. Si attivino le USCA”.

“Le risorse previste e stanziate dal governo centrale – conclude Esposito – devono essere utilizzate subito, i progetti con i fondi del POR rimodulato, ben 130.000.000 di euro, devono essere messi in campo. Se non ora quando, o dobbiamo aspettare inerti le drammatiche immagini dei camion delle forze armate trasportare le bare dei nostri cittadini?!”.

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