Caccia ai funghi in ospedale, pericolosi in sala operatoria e in reparto

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Le infezioni fungine in chirurgia sono patologie ad alto rischio, talvolta trascurate. Non identificarle subito può essere letale per il paziente. Il punto su diagnosi e terapia in un meeting il 19 e 20 giugno al Gemelli promosso dal Master Sepsi in Chirurgia

policlinico-gemelli-defRoma, 18 giugno 2015 – I più frequenti sono candida albicans e glabrata, sono i funghi più temuti e ricercati dai medici in ospedale perché rischiano di compromettere la salute dei pazienti chirurgici, soprattutto di quelli più gravi. Minacciose e pericolose sono le malattie fungine in sala operatoria e in reparto, paradossalmente dovute al progresso della medicina oggi in grado di curare i pazienti più gravi. I progressi tecnologici e farmacologici nelle cure post-operatorie hanno contribuito ad ampliare le possibilità di terapie chirurgiche di molte malattie, soprattutto oncologiche, e a ridurne la mortalità, ma inevitabilmente si è assistito a un maggiore rischio di infezioni batteriche prima, e fungine dopo.

Il Meeting “Infezioni fungine in chirurgia” promosso dal Master Sepsi in Chirurgia al Policlinico universitario “A. Gemelli” (aula 616) da venerdì 19 (ore 13.00-19.00) a sabato 20 giugno (9.00-15.00), vedrà la partecipazione non solo di chirurghi, ma anche microbiologi, infettivologi, internisti, farmacologi clinici, radiologi insieme per interagire e cooperare nella diagnosi e cura delle infezioni fungine di elevata morbilità e mortalità.

Non identificarle subito infatti, può essere letale per il paziente. La patologia in passato era considerata tipica di pazienti oncoematologici, trapiantati di organo solido o di pazienti assai gravi in terapia intensiva, oggi è diventata appannaggio anche dei pazienti ricoverati nei reparti chirurgici. Riconoscere i pazienti ad alto rischio e iniziare un’appropriata terapia il più presto possibile diminuisce la mortalità di almeno il 20-30%.

“Le infezioni fungine in chirurgia – spiega il responsabile scientifico prof. Gabriele Sganga, docente del Dipartimento di Scienze chirurgiche del Policlinico Gemelli – avvengono per lo più dopo infezioni batteriche e in particolare dopo infezioni intra-addominali complicate e peritoniti non di origine appendicolare: incidono da un 10-20% sino a un 30-40%, con un trend più elevato per i malati di passaggio in Rianimazione ovvero in una Terapia Intensiva Chirurgica. Nel 60-80% dei casi – conclude il chirurgo Sganga – si tratta di Candida albicans, seguita da Candida glabrata al 10-15% e poi tanti altre specie di Candida non-albicans. La diagnosi precoce è resa difficile dalla mancanza di segni clinici specifici e ancora dalla difficoltà di una diagnosi microbiologica immediata”.

Di seguito il programma del Convegno:

pieghevole infezioni fungine chirurgia

fonte: ufficio stampa

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