Biotestamento e procedure di fine vita al centro di un dibattito in Sicilia

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Dott. Giovanni D’Ippolito: “Portare all’estero una persona per consentirle di poter morire con costi esorbitanti è un atto di barbarie. Il nostro Paese non può sottovalutare questo problema di civiltà”

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Da sinistra: Pilato, Rovello, Maira, Alario, D’Ippolito

Caltanissetta, 31 marzo 2017 – Istituire a Caltanissetta il registro comunale delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (DAT) che permette al cittadino l’autodeterminazione in materia di trattamenti sanitari. La proposta – in attesa della definizione dell’iter parlamentare – è stata condivisa dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Caltanissetta, dal Lions Club di Caltanissetta e dal Consiglio Notarile di Caltanissetta e Gela al termine del convegno “Testamento biologico e procedure di fine vita: stato dell’arte”, svoltosi presso la sala assemblee OMCeO.

“Portare all’estero una persona per consentirle di poter morire con costi esorbitanti è un atto di barbarie. Il nostro Paese non può sottovalutare questo problema di civiltà – ha detto il presidente dell’Ordine dei Medici Giovanni D’Ippolito – Si tratta di un interrogativo che i laici e i religiosi debbono porsi e che non è più possibile rinviare”. Ordine dei Medici, Lions Club di Caltanissetta e Consiglio Notarile proporranno di estendere l’istituzione del DAT ai 22 Comuni del Nisseno, offrendo la necessaria collaborazione agli enti.

Il presidente del Lions, Marco Maira, si è soffermato sul valore del testamento biologico, del quale si è tornato a parlare dopo il caso di Dj Fabo che ha riacceso il dibattito sulle procedure di fine vita e la possibilità di un malato grave di decidere se proseguire o sospendere le cure in caso di perdita dell’autonomia.

Il medico specialista in Anestesia e Rianimazione, Michele Diana, analizzando le tipologie di eutanasia attiva e passiva, ha raccontato i casi di eutanasia di Piergiorgio Welby – pioniere con Luca Coscioni della battaglia per l’eutanasia legale e per il diritto al rifiuto dell’accanimento terapeutico in Italia – e di Terri Schiavo, i suicidi assistiti di Lucio Magri e di Dj Fabo e illustrato la storia di Pasquale Centrone, il ristoratore pugliese affetto dalla Sla.

Il ruolo delle cure palliative è stato affrontato da Giovanni Paolo Alario, responsabile dell’Hospice di Gela, che ha spiegato le procedure di trattamento del malato terminale e il lavoro svolto dall’équipe multidisciplinare sul paziente e nel supporto alle famiglie. Gli Hospice sono nati in Sicilia nel 2003 e attualmente sono attive 12 strutture con 113 posti letto (in provincia di Caltanissetta ne esiste un secondo presso l’ospedale di San Cataldo). Attualmente in Italia sono in funzione 230 Hospice con una disponibilità di 2524 posti letto.

Il valore giuridico delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento è stato approfondito dal notaio Giuseppe Pilato, presidente del Consiglio Notarile di Caltanissetta e Gela, che ha spiegato il contenuto dei 6 articoli del disegno di legge sul Biotestamento che regolamenta le decisioni sul fine-vita attualmente in discussione alla Camera. Pilato, inoltre, ha evidenziato che il Comune di Caltanissetta non ha istituito il registro DAT, già in funzione in molti enti locali italiani dove risultano iscritti circa 12 milioni di persone che hanno sottoscritto la volontà di acconsentire o no alle terapie nell’eventualità di trovarsi nella condizione di incapacità di esprimersi anche su nutrizione e idratazione artificiali.

“Il problema del DAT costituisce l’ultima espressione di quella biogiuridica che rischia di soppiantare la bioetica – ha detto il sacerdote Alessandro Rovello, dottore in Teologia – La legge, il diritto positivo, non sostituisce le dimensioni etiche dell’agire ma si limita a collocarle in un adeguato contesto giuridico. Oggi si diffonde sempre più la convinzione di un diritto positivo che diventa esso stesso normatività etica. Anche se è indubbio che la legge civile ha ricadute sociali di carattere etico – ha aggiunto don Rovello – non si può assolutamente demandare ad essa la definizione di ciò che è morale”.

fonte: ufficio stampa

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