Bioingegneria, matrice dermica umana per ricostruzione del seno dopo tumore

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Grazie a un rivoluzionario protocollo di studio tutto italiano, è possibile utilizzare matrici dermiche umane acellulari (pezzi di derma privati della componente cellulare e di altri elementi in grado di provocare una reazione di rigetto), che permettono di completare il percorso ricostruttivo protesico più velocemente, con una minore traumaticità e con un miglior risultato estetico finale

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Torino, 23 giugno 2017 – Per la prima volta in Italia è stata creata una rivoluzionaria matrice dermica umana, utilizzata su una donna per la ricostruzione del seno dopo un tumore. Una matrice derivata da pelle da donatore “fatta in casa” presso la Città della Salute di Torino, all’avanguardia nella bioingegneria, dopo anni di ricerca e di sperimentazione. Grazie a questa scoperta, ora si aprono nuovi orizzonti clinici nella medicina e chirurgia.

In Italia ad una donna su 10 circa viene diagnosticato un tumore alla mammella nel corso della vita e, sebbene la mortalità sia in diminuzione, esso rappresenta ancora la prima causa di morte oncologica femminile. L’evoluzione delle tecniche chirurgiche, insieme alla chemioterapia ed alla radioterapia, ha permesso che un quarto delle pazienti sottoposte ad asportazione totale della mammella possano ricostruirla.

Attualmente la tecnica ricostruttiva più utilizzata a livello mondiale prevede l’utilizzo di protesi mammarie.
Ora, grazie a questo rivoluzionario protocollo di studio tutto italiano, è possibile utilizzare matrici dermiche umane acellulari (pezzi di derma privati della componente cellulare e di altri elementi in grado di provocare una reazione di rigetto), che permettono di completare il percorso ricostruttivo protesico più velocemente, con una minore traumaticità e con un miglior risultato estetico finale.

“Rientrato dalla mia esperienza negli USA, il mio obiettivo primario è stato applicare le matrici dermiche umane nel contesto della ricostruzione mammaria post-oncologica, ma esse non esistevano in Italia – racconta il dottor Pietro Maria Ferrando della Chirurgia Plastica e Ricostruttiva della Città della Salute di Torino (diretta dal dott. Fabrizio Malan) – Con queste premesse, insieme al professor Paolo Bogetti della Clinica Universitaria (diretta dal professor Stefano Bruschi), il dottor Maurizio Stella e la dottoressa Carlotta Castagnoli della Banca della Cute della Città della Salute abbiamo elaborato un protocollo di studio innovativo che ha portato allo sviluppo di una matrice dermica umana da donatore caratterizzata, rispetto alla cute utilizzata per i pazienti grandi ustionati, dalla capacità di essere ripopolata dalle cellule del paziente in cui viene impiantata e quindi di riprodursi e rigenerare un tessuto vitale dove prima non esisteva”.

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Dopo il completamento dello scrupoloso iter sperimentale e l’approvazione da parte del Comitato Etico Aziendale, la matrice dermica umana prodotta presso la Città della Salute di Torino è stata utilizzata per la prima volta per la ricostruzione protesica su una paziente sottoposta a mastectomia per un tumore mammario pochi giorni fa. L’intervento ha avuto successo ed il decorso post-operatorio è stato ottimale.
Si tratta della prima applicazione clinica su persona di questo prodotto, all’avanguardia nel panorama della bioingegneria.

“Nell’ideare queste nuove matrici dermiche umane – continua il dottor Ferrando – abbiamo cercato di migliorare le performance biomeccaniche e di integrazione tissutale così da eliminare alcune delle complicanze che possono derivare dall’utilizzo delle matrici dermiche di origine animale. Inoltre l’origine da donatore permette di crearle ‘su misura’, ovvero di forma e dimensione specifiche per le singole pazienti, oltre ad un consistente risparmio sui costi d’intervento”.

La validazione di questo nuovo prodotto permetterà il suo impiego anche in altri ambiti clinici, come la ricostruzione della parete addominale dopo laparocele, nella cura delle ulcere cutanee, nella chirurgia ortopedica ed urologica, espandendone le potenzialità e i benefici per i pazienti.

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