Audizione ministro Speranza su linee programmatiche, Ugl Salute: “Insoddisfacente. Servono fatti concreti”

On. Roberto Speranza

Roma, 17 marzo 2021 – Il Ministro della Sanità Roberto Speranza ha illustrato questa mattina in audizione presso le Commissioni riunite Affari sociali di Camera e Senato, le linee programmatiche del suo dicastero.

“Non siamo soddisfatti. A oltre un anno dall’esplosione della pandemia sembra che il tempo per lui si sia fermato – commenta il Segretario Nazionale della UGL Salute Gianluca Giuliano – L’Italia è piegata, lotta strenuamente contro la pandemia e il Ministro Speranza parla, tra i punti fondamentali del Piano Nazionale di ricostruzione per la salute, di potenziamento dei servizi assistenziali territoriali. Sembra quasi che per questo lungo periodo abbia vissuto su un altro pianeta. La medicina del territorio doveva essere la prima barriera per fronteggiare il Covid-19 alla sua comparsa ma ci siamo fatti trovare impreparati durante la prima ondata. La lezione però non è servita. Il virus non ha mai smesso la sua corsa ma nulla è stato fatto” dice ancora il sindacalista.

“Si accorge solo ora il Ministro Speranza – prosegue il Segretario Nazionale della UGL Salute – che una moltitudine di italiani vive al margine o sotto la soglia di povertà e il SSN non riesce a garantire per loro il minimo assistenziale. Manca personale sanitario con organici sottostimati, ma non esiste una politica mirata per rafforzarne le fila attraverso una strategia di assunzioni con forme di contratto a tempo indeterminato che possano essere la base per un vero e duraturo rilancio della sanità italiana”.

“Servono medici, infermieri, operatori socio sanitari, personale della riabilitazione, autisti soccorritori e tutte la altre categorie che, su questo concordiamo visto che lo chiediamo da tempo, dovranno consentire di creare delle equipe’ multidisciplinari sul territorio per essere così a disposizione della popolazione per le cure primarie. Dovrebbe anche interrogarsi, il Ministro Speranza, perché molti professionisti della salute scelgano di trasferirsi all’estero. La risposta è semplice: migliori condizioni di lavoro con stipendi più elevati e maggiore sicurezza”.

“Basta con le parole, ora servono fatti concreti perché il tempo dell’attesa è finito e l’Italia ha bisogno di risposte concrete che aiutino ora a fronteggiare la pandemia e, una volta sconfitta, a godere di servizi sanitari che possano raggiungere e soddisfare le richieste di tutti i cittadini”, conclude Giuliano.

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