Aneurisma, impiantata endoprotesi stampata in 3D con tecnica microinvasiva

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La chirurgia della aorta in tutto il suo decorso e particolarmente nel tratto dell’arco, del torace e dell’addome è da sempre uno dei fiori all’occhiello della Chirurgia Cardio-Vascolare dell’ospedale Mauriziano di Torino

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Torino, 19 giugno 2017 – Un paziente di 79 anni, affetto da un grave aneurisma dell’arco dell’aorta, è stato operato e gli è stata impiantata una nuovissima endoprotesi costruita su modello di arco aortico stampato in 3D, che ha consentito di poter eseguire un eccezionale intervento senza ricorrere all’apertura del torace, alla circolazione extra-corporea ed all’ipotermia profonda.

Un’équipe multidisciplinare dell’ospedale Mauriziano di Torino, composta da chirurghi vascolari, cardiologi emodinamisti, cardiochirurgi ed anestesisti cardio-vascolari ha portato a termine questo eccezionale intervento utilizzando una nuova endoprotesi, prodotta dall’azienda Bolton di Barcellona, costruita dopo complesse misurazioni su misura per il paziente.

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Lo scheletro delle endoprotesi in sede

La patologia che presentava il paziente avrebbe richiesto un complesso intervento tradizionale con apertura del torace, impianto della circolazione extracorporea, raffreddamento a 16 gradi ed arresto della circolazione per 30-40 minuti per consentire il reimpianto delle arterie che portano sangue al cervello dopo avere sostituito il tratto di aorta malato.

Grazie a questa protesi su misura di nuovissima concezione, inserita in modo non invasivo attraverso una arteria periferica della gamba e due piccoli accessi chirurgici a livello del collo, è stato invece possibile impiantare una prima protesi endovascolare nel tratto dell’aorta dilatato a livello dell’arco e in rapida sequenza, dal collo, delle protesi endovascolari di calibro più piccolo che sono state inserite in apposite fessure sulla prima protesi.

Con questa tecnica innovativa è stato quindi possibile sostituire con successo e con una invasività molto ridotta una patologia estremamente complessa e delicata in un tratto dell’aorta che fino a ieri sembrava impossibile poter trattare diversamente.

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Il flusso di sangue verso le arterie cerebrali

La chirurgia della aorta in tutto il suo decorso e particolarmente nel tratto dell’arco, del torace e dell’addome è da sempre uno dei fiori all’occhiello della Chirurgia Cardio-Vascolare dell’ospedale Mauriziano. Le competenze e la collaborazione attiva che da quasi 20 anni c’è tra la Chirurgia Vascolare del dottor Franco Nessi e del dottor Michelangelo Ferri, la Cardiochirurgia del dottor Stefano Del Ponte, l’Anestesia Cardio-vascolare della dottoressa Gabriella Buono e la Cardiologia della dottoressa Maria Rosa Conte ha permesso di realizzare nella Sala Operatoria Ibrida di cui è dotato il Mauriziano questa eccezionale operazione.

La preparazione all’intervento ha richiesto un training presso la sede dell’azienda a Barcellona: il dottor Michelangelo Ferri, chirurgo vascolare e coordinatore dell’équipe, si è recato nei laboratori dell’azienda produttrice, dove insieme ad ingegneri e colleghi internazionali di grande esperienza ha seguito una formazione ad hoc. Il dottor Marco Comis, anestesista cardio-vascolare, ha seguito il training riguardante la gestione del paziente e la preparazione degli strumenti di sala operatoria partecipando, a Parigi, all’impianto di una di queste protesi innovative.

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Risultato finale (in evidenza lo scheletro delle endoprotesi)

All’interno della moderna “sala ibrida” (una sala operatoria attrezzata con le più avanzate tecnologie radiologiche) del blocco operatorio cardio-vascolare, per la prima volta una équipe multidisciplinare (dottor Innocenzo Scrocca, cardiologia, dottor Andrea Viazzo e dottor Giuseppe Berardi, chirurgia vascolare e dottor Stefano Del Ponte, cardiochirurgia) ha eseguito l’impianto di questo dispositivo. L’intervento è stato eseguito secondo i piani previsti ed è tecnicamente riuscito.

Il paziente è stato svegliato poche ore dopo la fine dell’intervento e trasferito in un reparto di degenza ordinaria già in prima giornata post-operatoria, potendo riprendere rapidamente tutte le normali attività.

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