Allarme antrace in Siberia, pericolo per i paesi dell’Unione europea

Piernicola Pedicini (M5s) invita la Commissione europea ad attivare le misure previste nei paesi dell’Ue nei casi di gravi minacce di origine biologica a carattere transfrontaliero

virusRoma, 5 agosto 2016 – “Le allarmanti notizie di stampa che informano di un’epidemia di antrace nel nord della Siberia che avrebbe già provocato la morte di un bambino di 12 anni, il ricovero in ospedale di circa 90 persone, la morte di oltre duemila renne e la vaccinazione preventiva di quattromila capi di bestiame, è molto preoccupante anche per i paesi dell’Unione europea”. Lo ha detto in una nota il coordinatore del M5s della commissione ambiente e sanità del Parlamento europeo Piernicola Pedicini.

“Il rischio di contagio – ha sostenuto Pedicini – provocato dal risveglio del bacillo dell’antrace a causa di un’ondata di caldo inusuale che in quelle regioni non si verificava dal 1941, essendo molto alto, dovrebbe spingere la Commissione europea a valutare se è necessario applicare subito le misure di sanità pubblica previste dalla Decisione Ue numero 1082 del 2013 nei casi di gravi minacce di origine biologica a carattere transfrontaliero.

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On. Piernicola Pedicini

La Commissione – a parere del portavoce pentastellato – dovrebbe allertare il Comitato per la sicurezza sanitaria e avviare i meccanismi di sorveglianza epidemiologica previsti dal Sarr, il sistema di allarme rapido e di reazione dell’Ue. Inoltre dovrebbe verificare cosa prevedono i piani sanitari degli Stati membri per quanto riguarda la gestione dell’eventuale emergenza e la valutazione del rischio per la sanità pubblica.

“Il batterio che si è ‘risvegliato’ – ha spiegato Pedicini – è dovuto, secondo gli esperti, al riscaldamento globale del pianeta e agli effetti provocati dall’inquinamento ambientale e dal conseguente rialzo delle temperature in particolari regioni del mondo. Lo scioglimento dei ghiacci potrebbe aver accompagnato la ripresa dell’attività da parte di agenti patogeni che prima trovavano nella presenza di ghiaccio e freddo estremo una ragione per rimanere celati”.

“A causa di punte climatiche che hanno raggiunto la soglia record pari a 35 gradi centigradi, lo strato di terreno perennemente ghiacciato (permafrost) presente in alcune zone della Siberia si sarebbe infatti allentato e i batteri latenti sarebbero tornati alla luce, complice l’azione del tipico vento siberiano che ne aumentato la vitalità e lo spettro di diffusione andando in pochi giorni a generare un’epidemia sanitaria di fronte alla quale le autorità locali non si trovavano attrezzate, data la rarità dell’evento e l’assenza di una reale casistica di riferimento a partire dal lontano 1941, in cui si verificò l’ultima epidemia di antrace nella regione”, ha concluso Pedicini.

fonte: ufficio stampa

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