Aggressione al Vittorio Emanuele di Catania, Fsi-Usae: “Plauso alle Forze dell’Ordine ma non al Governo”

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Catania, 6 maggio 2018 – “Un plauso alle Forze dell’Ordine che nonostante la forte carenza di organico, sia pur in condizioni precarie e con pochi mezzi a disposizione, fanno il possibile per offrire un adeguato servizio sul territorio e garantire la pubblica sicurezza, riuscendo ad intercettare gli autori dell’aggressione a due medici presso l’ospedale Vittorio Emanuele. Dove manca la presenza delle Forze dell’Ordine c’è un abbassamento del livello di sicurezza ed un peggioramento della qualità della vita, con la triste conseguenza che spesso il singolo cittadino, paziente, infermiere, medico, ausiliario, o dipendente di servizi pubblici, ne fa le spese perché non viene tutelato neanche dai datori di lavoro, quando invece la legge glielo impone e nessuno interviene a farla rispettare, e diventa vittima costante di preoccupanti fenomeni delinquenziali. Ancor più carente o assente in certi contesti è la prevenzione di questi fatti.

Non ringraziamo invece il Governo e il Ministero dell’Interno, a cui abbiamo sempre denunciato il fenomeno, che continua a non prendere provvedimenti per arginare questa emergenza istituendo i posti di polizia nei pronti soccorso dei grandi ospedali della città metropolitane Palermo, Catania e Messina, come abbiamo sempre chiesto”.

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Dott. Calogero Coniglio

È la dura affermazione di Calogero Coniglio, segretario regionale della Fsi-Usae Federazione Sindacati Indipendenti costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei che commenta la notizia di due persone raggiunte da misure cautelari nell’ambito delle indagini avviate in seguito alla brutale aggressione di medici avvenuta all’ospedale Vittorio Emanuele di Catania lo scorso 14 marzo.

“Il nostro sindacato continua a denunciare – dichiara Coniglio – sollecitiamo la Regione affinché concretizzi quanto affermato alla manifestazione regionale del 22 aprile a Palermo sui provvedimenti che deve adottare, i casi di aggressioni negli ospedali continuano ad aumentare. Siamo stanchi di vivere e lavorare in questa condizione di terrore. Gli infermieri e gli operatori sanitari tutti non possono andare a lavoro temendo che il paziente o il parente di turno possa aggredire senza problemi. Bisogna mettere fine a questa situazione”.

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